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 Home page > Tribuna Libera > I radicali e l’aiuto a Berlusconi

I radicali e l’aiuto a Berlusconi

Di solito si legge, con inusitata (o abituale?) supponenza, di quanto siano voltagabbana i Radicali e di che servizietti facciano, e stiano facendo anche ora, al Cavalier Berlusconi.

L’ultimo è stato Pino Corrias - noto per aver dichiarato pubblicamente di aver votato per il Partito Democratico, che non è poco in tema di salvare il soldato Silvio - che su il Fatto ha definito "sconclusionati" i referendum radicali “per una Giustizia giusta”. Cosa ci sia di sconclusionato nelle proposte referendarie lo sa solo lui.

Un altro risibilissimo blogger, recentemente sceso in campo antiradicale, è un esperto enogastronomico fiorentino, cuoco, insegnante di cucina, giornalista (sempre della serie magna e bevi) inventore di una non meglio precisata guida chiamata “Pappa e Ciccia” e curatore quotidiano della trasmissione “Un vino al giorno”.

Ebbene la pagellina dell’esperto chef di cui sopra, riciclatosi come politologo, pubblicata sulla sua pagina-blog CarneTremula (sic) su Unità.it è severissima: “Non finisce mai di stupire la capacità di trasformismo dei radicali - scrive - dopo essere stati alleati con Berlusconi, lo hanno rinnegato, per poi ora tornare a camminare al suo fianco, pur che appoggi i referendum che a lui fanno comodo".

Dopo aver accennato, come fa ogni buon antipannelliano di rispetto (per quanto un pochetto prevedibile) al solito Capezzone, imperituro simbolo di ogni tradimento radicale (ma scordandosi che i voltagabbana passati al centrodestra proveniendo dalla sinistra intra ed extra parlamentare sono decisamente più numerosi), ha ritenuto di dover stigmatizzare con sdegno l’aiuto che i referendum radicali stavano dando a Berlusconi, ma guardandosi bene dal dire come, dove, in che modo questo potrebbe essere successo. È, per così dire, un pour parler che si dà per scontato, forse orecchiato da qualche parte, forse non ci ha banalmente capito niente. O forse non li ha nemmeno letti.

Lo abbandoniamo, senza dimenticarci di citare una frase emblematica, profondamente poetica, tratta dal suo sito personale: “Amore per le frattaglie e la convinzione che l’anima, lì, si tocca da vicino...” Sì, ne siamo certi, l’anima, a volte, si tocca proprio vicino alle frattaglie.

Anche un articolo un po’ più serio, pubblicato dall’Unità, è stato titolato “L’ultima battaglia di Pannella: il salva-Silvio” (ma l’articolo poi aveva ben poco a che vedere con l’altisonante titolo). Titolo che, letto sul quotidiano di riferimento del PD dalle-larghe-intese, ci lascia un po’ straniti e un po' ci fa sorridere.

Quello che meraviglia non sta nella scoperta di qualche novità particolarmente piccante in merito alla vita privata o alla proposta politica di Marco Pannella che tra sputi in faccia (ricevuti) e contributi non pagati (alla segretaria) è finito più di una volta nel mirino dei cecchini appostati al varco.

Poco importa a questi avanguardisti della coerenza (altrui) se gli sputi arrivassero da gente che aveva clamorosamente preso fischi per fiaschi nella vicenda del presunto “salvataggio” di Berlusconi (poi si è visto chi lo salvava davvero) o che le critiche per i contributi non pagati avessero bellamente dimenticato che per partiti (anche di sinistra) e sindacati era prassi costante non pagare i contributi (risolta poi con il trasferimento dell’onere del pagamento dalle loro tasche private a quelle - generose a loro insaputa - dei contribuenti; i link rimandano a qualche necessario approfondimento su queste divertenti questioncelle scivolate via nel silenzio più totale).

Sorvoliamo sulla vecchia storia dei contributi ai gruppi politici della Regione Lazio dove tutti, ma proprio tutti, furono beccati con le mani nella marmellata dai due consiglieri radicali poi sgambettati da Zingaretti alle successive elezioni, mentre alcuni dei furbacchioni furono promossi senatori (a proposito di coerenza).

La meraviglia è che la verità sta nelle parole del segretario della Lega ed ex-extraparlamentare di sinistra (un altro voltagabbana) Bobo Maroni: “Adesso però lo chiamerò (Berlusconi) perché vorrei sapere cosa è successo: ha firmato il referendum dei Radicali, quello che abolisce la Bossi-Fini (...) così fa più di quello che fa la sinistra, si mette a sinistra di Nichi Vendola”.

Insomma, i referendum radicali sulla giustizia ben poco potrebbero aiutare Berlusconi, sia perché già condannato in via definitiva a quattro anni (anche se non è prevedibile che possa finire in galera) sia perché la cronologia dei referendum e dell'eventuale consultazione popolare mal si concilierebbe con le ormai prossime altre disavventure giuridiche del Cavaliere.

Né si capisce come l’idea di un giudice “terzo” fra accusa e difesa potrebbe essere insensata (la sosteneva anche Giovanni Falcone); o come l’idea di richiamare al loro posto di giudici i magistrati dirottati a fare altro possa essere una lesione alla Giustizia. O come la regolamentazione della custodia cautelare (per la quale ogni anno finiscono in galera per mesi e mesi cittadini in attesa di giudizio) o l’eliminazione dell’ergastolo possano aiutare Berlusconi. 

Forse solo il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati può aprire la strada a pesanti condizionamenti economici sui giudici. A parte il fatto che sarà un po' tardi per il Cavaliere, sarà comunque sufficiente spiegare bene ai cittadini il possibile inghippo e la cosa si risolverà attraverso un voto consapevole e motivato. O qualcuno ha paura del voto popolare? O qualcuno pensa di non essere capace di spiegare bene come stanno le cose? O qualcuno, forse (probabilmente), teme le proprie interne incoerenze?

In compenso gli altri referendum proposti (come, appunto l’abolizione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina) sono chiaramente più a sinistra della sinistra. I radicali fanno più di quello che fa la sinistra ha fatto in decenni di chiacchiere a vuoto e risse intestine su ogni micro questione; ad esempio proporre di far tornare allo Stato i contributi dell’Otto x mille la cui destinazione non sia stata espressa (che oggi finiscono perlopiù nella casse della Chiesa). Ad esempio abolire la carcerazione per i piccoli reati di droga; ad esempio abolire il finanziamento pubblico ai partiti che è un refrain di quello già vinto a suo tempo e poi reintrodotto, cammuffato, dalla classe politica “per bene”. Anche in questo caso se non si è d’accordo - io ad esempio non lo sono, anche se controlli stringenti e bilanci certificati sono ovviamente indispensabili - è sufficiente non firmare o esprimersi contro al momento dell’eventuale votazione.

Alla fine il titolo più corretto potrebbe perciò essere “L’ultima battaglia di Pannella: essere più a sinistra delle sinistra”, anche se Berlusconi, per motivi suoi, dovesse fare un pezzo di strada accanto (non insieme) ai radicali.

D’altra parte l’Unità - il cui padre-padrone è tuttora il PD dalle-larghe-intese - dopo l’ormai famoso “mai al governo con Berlusconi” (era una battuta e nessuno l’aveva capita) ha ben poche lezioni da dare. E così tanti altri, vecchi e nuovi, che avendo più voti e parlamentari dei Radicali avrebbero potuto fare, ma non hanno fatto; avrebbero potuto incidere sulla realtà politica, ma non hanno inciso. Avrebbero potuto contare e invece contano quanto il due di picche, cioè sorprendetemente meno dei radicali stessi, con le loro proposte referendarie tutt'altro che "sconclusionate".

 

Foto: paPisc/Flicrk

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.182) 3 settembre 2013 12:13

    Non sono un particolare estimatore dei radicali ,pur essendo stato un radicale della prim’ora ,direi tutt’altro . Avrei e ho avuto parecchio da ridire .

    Però dove stia il trasformismo dei radicali in questa vicenda francamente non si capisce .Direi che semmai sono in perfetta coerenza col loro motto di sempre "andiamo con chiunque ci aiuti a perseguire i nostri obiettivi referendari " , che può piacere o non piacere .Loro la considerano una battaglia di civiltà dove il fine giustifica i mezzi .Punto.

    Semmai il trasformista della vicenda è quel re dell’ipocrisia che si chiama Silvio Berlusconi che ,pur di agganciarsi a chiunque possa trainarlo fuori dai guai , strumentalizza i referendum radicali , andando a firmare contro una legge ( Bossi -Fini ) che porta il suo sigillo .
    Questo rindividuo non finisce mai di stupire ,non c’è limite alla sua spudoratezza .

    Non conosco questo Pino Corrias ma i suoi argomenti mi sembrano alquanto strampalati .
    Quanto all’improvvisarsi esperto politologo è in ottima e grandissima compagnia .
    ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 3 settembre 2013 12:40
      Fabio Della Pergola

      I referendum, che fanno parte da decenni della pratica politica radicale, si occupano di argomenti sui quali è difficile non essere d’accordo. In ogni caso, se e quando non si è d’accordo, si può non firmare o votare contro. Non è che la proposta di un referendum, in sé, cambia qualcosa o è in qualche modo impegnativa.

      Quindi dici bene quando indichi in Berlusconi il vero trasformista, non nei radicali.

      Discorso diverso potrebbe essere l’amnistia, altra cosa che i radicali propongono da una vita, viste anche le condizioni disumane e incivili delle carceri italiane. Ma proprio perché la propongono da anni diventa difficile pensare che sia una proposta confezionata su misura per B.

      In ogni modo, anche in questo caso, l’amnistia per essere approvata dovrebbe raccogliere i tre quarti dei voti del Parlamento. Il problema quindi non sarebbe mai, in nessun caso, costituito dai radicali, ma eventualmente da quei parlamentari che lo votassero. E, naturalmente, siamo tutti sicuri che il PD non la voterebbe mai (o no ?).

      Va ricordato l’ultimo caso varato in Italia - con D.P.R. 12 aprile 1990, n. 75. - che prevedeva la concessione di amnistia per reati con pena reclusiva fino a 4 anni, non finanziari.

      Quindi, se proprio si volesse fare qualche eccezione...

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 3 settembre 2013 13:03
      Fabio Della Pergola

      Aggiungo che alla festa del Pd di Cortona (Arezzo) il banchetto radicale per la raccolta delle firme è stato allontanato in malo modo dallo spazio della festa. La colpa è di aver "raccolto" la firma di Berlusconi. E gli esponenti del partito che è al governo con Berlusconi hanno evidentemente ritenuto inaccettabile il comportamento radicale (sic). La cosa, a parte l’aspetto platealmente comico, è davvero incredibile: la capacità della stampa di alterare le menti sia molto più profonda di quanto comunemente si dica.

  • Di (---.---.---.21) 3 settembre 2013 14:39

    "Pappa e Ciccia" è proprio bella.
    Già, ma chi indossa questi beceri panni?
    Un colpo al cerchio e un colpo al bidone ( la botte fasulla)............ e si campa bene per cent’anni!
    Poi la "stampella" porta sempre bene. Ma , a Chi?

    Kocis

  • Di paolo (---.---.---.182) 3 settembre 2013 15:49

    Kocis spiegati , non si capisce un tubo ,parli in criptese .

  • Di (---.---.---.216) 3 settembre 2013 18:04

    Avete poco da cincischiare e autocompiacervi, nessuna forza politica italiana - a partire dalla fine della seconda guerra mondiale - ha prodotto tanti trasformisti quanto i radicali, per accorgervene basta che guardiate l’attuale parlamento italiano, è pieno di ex radicali, a destra come a sinistra passando per il centro. Siete la parte peggiore della casta dei politici.

    • Di paolo (---.---.---.182) 3 settembre 2013 19:04

      Cincischiare ed autocompiacersi? A chi ti riferisci ?
      E siccome hanno fatto errori ( a iosa) ,allora bisogna attribuirgli anche questo struscio di Silvio . Loro ai banchi referendari c’erano già ,è stato Sivio (seguito da Brunetta) a fare l’approccio .Se c’è incoerenza o ipocrisia , chiamalo pure trasformismo ,ma che c’entrano i radicali ?

      Ma l’onestà intellettuale non esiste più?

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 3 settembre 2013 19:23
      Fabio Della Pergola

      Basta digitare su Wikipedia "Provenienza dei politici appartenenti a Forza Italia" e via via anche agli altri partiti (basta cambiare il nome del partito) per poter fare il conto - con cognizione di causa - di quanti hanno cambiato bandiera nel corso degli anni. Di chi proveniva dai radicali e di chi proveniva invece da altre formazioni (DC, PSI, PSDI, PCI, sinistra extraparlamentare etc.)

      Poi riparleremo di trasformismo "a partire dalla fine della seconda guerra mondiale"

  • Di (---.---.---.69) 3 settembre 2013 20:10

    Bivio >

    Nel processo penale il Giudice, a fronte di motivata “eccezione” di illegittimità sollevata dalla accusa o dalla difesa, può decidere (Ordinanza) di rimettere i relativi atti alla Corte Costituzionale.
    La Giunta delle Elezioni ha solo il compito di verificare la “candidabilità” di un soggetto o la sua “compatibilità” con la carica parlamentare “secondo i requisiti dettati dalla legge”. In questi termini assume, in ambito parlamentare, una funzione di tipo giurisdizionale.

    Da qui le strade si dividono.
    Il Giudice, che non è l’estensore della Legge, ha l’onere di maturare una personale (libera) convinzione sulla sentenza da emettere, in base alle prove ed agli atti acquisiti.
    La Giunta delle Elezioni opera e decide in funzione delle “posizioni” assunte dalla maggioranza di una ventina di componenti che sono “delegati” dalle forze politiche che concorrono al dibattito legislativo.

    Veniamo alla Legge Severino.
    Per ammettere una sua presunta incostituzionalità e inapplicabilità (v. pareri pro veritate) occorre che si formi una maggioranza “ravveduta” tra i delegati dei partiti che l’hanno voluta e votata. Una maggioranza, quindi, che dovrebbe far propria la “prospettiva” di un Parlamento fatto di membri “insindacabili” sotto il profilo penale, salvo che non vengano colti in flagranza di reato nell’atto di commettere delitti puniti con il carcere.

    Non è certo compito della Giunta “revisionare” le sentenze, ma solo di verificarne l’eventuale incidenza sui requisiti “dettati” per le funzioni pubbliche.
    Ergo. Non ha alcun senso affermare che non schierarsi con la “difesa” equivale ad assumere un ruolo di “accusa”.
    Gli Organi democratici non devono mai essere “pilotati” dal Consenso Surrogato di chi è sensibile alla fascinazione mediatica …

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