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I Paid a Bribe, il sito anticorruzione indiano si moltiplica

Migliaia di segnalazioni giunte in un anno, qualche burocrazia che si è mossa: questi sono i risultati del sito indiano che ha messo in rete le denuncie di piccole e grandi corruzioni.

Ora la replica in altri paesi super corrotti dell'Africa. Per l'Italia aspettiamo le reti internet di nuova generazione, per supportare il certo aumento di traffico.

Qualche tempo fa scrivemmo un post sul sito indiano I Paid a Bribe, in cui chi aveva subito grandi o piccoli soprusi poteva raccontare la sua storia. L’idea di un sito, che rendesse pubblici e a disposizione anche delle autorità (nel caso in cui qualcuno decidesse d’agire) i casi di corruzione, è stata un'invenzione dei due coniugi Ramanathan a cui si aggiunsero amici e gruppi d’opinione. Come l’Italia in Europa, l’India è uno di paesi più corrotti del mondo, come già segnalato da Transparency International. Poiché la classe dirigente e i funzionari da essa delegati sono simili in tutto il mondo, l’India ha esportato questo modello di denuncia pubblica.
 

A Nairobi per entrare in una scuola secondaria bisogna allungare una trentina di dollari al preside; per passare un esame di guida in Pakistan serve oliare il funzionario con una quarantina di dollari, per avere un passaporto in Nepal bisogna mollarne un centinaio. Sono stati segnalati oltre 600.000 casi di piccola e grande corruzione e l’iniziativa sta diventando globale, come il fenomeno. In Buthan il governo ha istituito un sito simile, in Cina sono stati subito chiusi dalle autorità, in Kenia lo scorso dicembre sono state raccolte oltre 700 segnalazioni, molti altri hanno chiesto l’affiliazione del know how a quello indiano. In Kenia è stato segnalato, fra l’altro, il fatto che i funzionari vendono certificati d’identità ai profughi somali senza alcun controllo, con il rischio di favorire infiltrazioni di terroristi. Qualcosa è successo grazie alle denunce del sito indiano: il governo del Bangalore ha riformato l’Ufficio della motorizzazione per eliminare la mazzetta sulla patente. Ancora poco.

Le ultime elezioni regionali (6 marzo) indiane hanno visto la pesante sconfitta del Congresso e la stanchezza della gente verso il sistema di potere della dinastia Gandhi, e della corruzione che ha generato. A Goa, Manipur, Punjab, Uttar Pradesh e Uttarakhand e nel popoloso Uttar Pradesh vincono il Samajwady Party (socialisti), il Bahujan Samaj Party (centro –sinistra) e il BJB (centrodestra secondo partito in India), perde ovunque, drammaticamente, il Congresso.

La gente non ce la fa più, grande e piccola corruzione frenano la crescita dei paesi, tolgono possibilità di sviluppo e opportunità. In Italia bisognerebbe rinforzare le reti internet. Se qualcuno mettesse su un sito simile! Si parla sempre d’evasori ma poco del dato che molti di questi sono corruttori (soldi neri per le mazzette) e corrotti (soldi ricevuti e non dichiarati). Si è calcolato che i soldi pubblici spesi per appalti ed acquisti sono gravati da una media del 10% di mazzette e che le immani spese dello stato sarebbero sensibilmente inferiori solo riducendo la tassa della corruzione (per non parlare degli sprechi).

 
 
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