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Hemingway e il Veneto 100 anni dopo

A 100 anni dalla Battaglia del Soltizio una mostra permanente a Monastier di Treviso (TV) ripercorre il legame tra Ernest Hemingway e il Veneto nell'ultimo anno della Prima Guerra Mondiale. 

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Era anche lui un ragazzo del '99. Per partecipare alla guerra falsificherà la sua data di nascita (1898 anzichè 1899) per essere arruolato nella Croce Rossa Americana (ARC) come autista di ambulanze. Più volte la sua domanda di arruolamento nell'esercito degli Stati Uniti D'America era stata rifiutata per un problema alla vista. Parliamo di Ernest Hemingway arrivato in Italia esattamente 100 anni fa nei primi giorni di giugno del 1918. Siamo alla vigilia della Battaglia del Soltizio (15-23 giugno 2018), l'ultima grande offensiva austriaca della Grande Guerra.

L'ingresso degli Stati Uniti aveva spostato gli equilibri della guerra a favore dell'Intesa. Tedeschi e Austro-Ungarici ridotti alla fame cercavano una vittoria in Italia che li avrebbe portati a prendere possesso delle risorse agricole della Pianura Padana.

Hemingway arrivò in Veneto il 9 giugno, quando già infuriavano scontri feroci nel basso Piave. Il giovanissimo Hemingway incontra la guerra: dolore, sangue, eroismo e cameratismo. Esperienze indelebili che ritroveremo nelle sue opere letterarie in particolare nei suoi romanzi "Addio alle armi" e "Di la dal fiume e tra gli alberi".

L'offensiva dell'estate dell'esercito Austro-Ungarico era stata preparata nei dettagli e con l'impiego di ben 60 divisioni. Rispetto a Caporetto le cose però erano cambiate: l'Esercito italiano riuscì a conoscere in anticipo i piani del nemico. Il Generale Armando Diaz non sottovalutò le informazioni ricevute come mesi prima aveva fatto il Generale Cadorna. La strategia difensiva di Diaz funzionò: sguarnì le prime linee sul Piave facendo avanzare di vari chilometri gli Austro-Ungarici. Gli italiani riuscirono però a distruggere le passarelle sul Piave impedendo così di far giungere rifornimenti all'Esercito nemico. Gli Austriaci non avevano più i mezzi per avanzare.

Forse più di tutto però erano cambiati i soldati italiani. Dopo Caporetto tutto era diverso: non più una guerra di conquista, stavolta si difendeva l'Italia, la propria terra, la propria famiglia. E come nella canzone del Piave, stavolta lo straniero non riuscì a passare. Sul campo restarono 150.000 soldati austriaci e 90.000 italiani.

La Battaglia del Soltizio (La definizione è di Gabriele D'Annunzio, personaggio adorato da Hemingway, perlomeno nei suoi anni giovanili), si era conclusa quando Hemingway fu gravemente ferito da una granata e da colpi di mitragliatrice in una trincea di prima linea sul Piave. Riuscì comunque a portare un soldato ferito fino all'ambulanza guadagnandosi così una medaglia d'argento al valor militare. Trasferito a Milano per essere curato vi troverà il primo grande amore della sua vita, l'infermiera Agnes von Kurowsky. Tornerà al fronte in ottobre, alla vigilia della battaglia di Vittorio Veneto. Rientrato a Milano per un problema di salute non assisterà allo Battaglia che porterà alla fine della guerra con la vittoria italiana.

"Fanatico del Veneto", la definizione è dello stesso Hemingway. Un tributo alla terra dove è diventato uomo e scrittore.

La Mostra "Hemingway/Piave le origini di una poetica" è allestita presso il Park Hotel "Villa Fiorita" a Monastier di Treviso (TV) visitabile tutti i giorni con ingresso libero.

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