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Edoardo Boncinelli, il nuovo saggio: oltre la vita "io e Lei"

Quando ho chiesto il libro "io e Lei" la commessa della libreria si è subito diretta verso la sezione narrativa dove ancora in bella mostra era esposto "Cinquanta sfumature di grigio". "Io e Lei" (Lei con la maiuscola) è invece l'ultimo saggio di Edoardo Boncinelli.

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Candela

 Lui famoso genetista e prolifico scrittore, Lei la morte. Tema scomodo e fuori moda riflettere sulla morte. Morte che, scrive Boncinelli, ci rincorre da una vita. Per la verità nel libro si parla di Dio, religione, scienza, biologia, fisica, chimica, filosofia, neuroscienze, coscienza e molto altro ancora. Pochissimo della morte. E il messaggio di Boncinelli non è nuovo nè originale. Possiamo sintetizzarlo con la celebre frase di Epicuro "La morte non è nulla per noi perchè quando ci siamo noi non c'è la morte, quando c'è la morte noi non siamo più". Boncinelli lo traduce così: "Se stiamo parlando di me, io non incontrerò mai la mia morte, nonostante gli innumerevoli biglietti da visita che mi ha fatto recapitare durante tutta la vita. Non esiste la mia morte né in un "ora" né in un "poi"". Forse le conclusioni non sono una novità ma dal libro di Boncinelli abbiamo davvero tanto da imparare. Si comincia con la religione, eterna consolazione degli uomini. Boncinelli aveva già scritto un libro sul tema dal titolo più che eloquente: "Contro il sacro – perchè la religione ci rende stupidi". Qui ribadisce il suo pensiero e in sostanza di Dio e della religione non salva nulla. Tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa ma rifugiarsi nella religione porta più danni che benefici. Parlare di sacro significa rinunciare in partenza ad utilizzare la nostra razionalità.

Il meglio di sè Boncinelli lo dà parlandoci della scienza. E se la religione ha la pretesa assurda di spiegare tutto con racconti ed argomenti tra i più inverosimili, la scienza riconosce i suoi limiti, ma ha permesso lo straordinario progresso collettivo delle nostre società. E sempre grazie alla scienza la nostra vita individuale si allunga sempre di più. Certo non esiste (per fortuna) la vita eterna. Invecchiamo e poi moriamo perchè, secondo Boncinelli, la natura, o meglio la selezione naturale, semplicemente si disinteressa di noi dopo l'età riproduttiva.

L'ultima parte del libro si occupa invece della coscienza individuale, l'unico grande mistero dell'universo. Scrive Boncinelli: "Io sono uno scienziato, ho amato la scienza per tutta la vita, ma devo ammettere che non riesco a collocare la coscienza in questo mondo spiegabile, per quanto abbia cercato di darmene conto per decenni". E la nostra coscienza individuale non incontrerà mai la morte, "Io sono la mia coscienza e questa non può morire".

Boncinelli dice di non temere la propria morte, anche se al termine del libro sembra confessarci che la sua smania di scrivere forse è proprio il modo per esorcizzarla. 

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