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"Gomorra" ha un doppio volto

Viaggio nella terra di Gomorra, attraverso gli scatti di un fotoreporter d'assalto. Fermezza, decisione, cuore. E' "Il volto di Gomorra", edito da Mondadori, 2011. E l'autore, insieme al grande storico Mimmo Franzinelli, è Nicola Baldieri, classe 1981.

Nicola Baldieri ha 30 anni.
Seduto tra il dott. Nicola Graziano ed il dott. Raffaello Magi, dietro quella scrivania della Libreria "Quarto Stato", ascolta in silenzio, i contributi dei relatori intervenuti.
Siamo ad Aversa (Ce), un paese che assomiglia molto più ad una città, in una libreria che (come dirà il dott. Magi, ironizzando sulle grandi catene supportate dagli editori): "ha tutta l'aria di essere una libreria". I libri, i protagonisti dello spazio di via Magenta; un'atmosfera alchemica, dalla quale lasciarsi trasportare, per costruire quel rapporto intimo che lega il lettore, alle storie.

Venerdì 17 giugno 2011. Si presenta "Il volto di Gomorra", edito da Mondadori, realizzato con i superbi scatti di Nicola Baldieri ed il contributo storico di Mimmo Franzinelli, arricchito dalla prefazione del dott. Raffaele Cantone.

La saletta è gremita, l'attenzione massima.
Nicola prende la parola dopo la brillante introduzione del dott. Graziano (magistrato presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sostenitore entusiasta dell'opera e "spinta propulsiva" di Baldieri, per la realizzazione del progetto) e quel che colpisce è il suo sguardo, acceso e vivido, mentre riferisce del suo lavoro.

Uno sguardo che conosco e che trasuda passione ed impegno.
Professione fotogiornalista; di quelli che vanno a dormire vestiti, col cellulare sempre acceso, che i blitz avvengono di notte o di prima mattina; di quelli che (nel seguire le operazioni), sono costretti ad indossare il passamontagna, allo stesso modo di chi, in divisa, materialmente opera gli arresti (si fa attenzione, perché il boss molto spesso è sotto casa); di quelli che corrono su e giù "senza conoscere feste e sacrificando talvolta gli affetti più cari" - dichiara il fotogiornalista aversano - 

De "Il volto di Gomorra" colpisce la straordinaria sensibilità di Nicola nel "rendere immediato, un episodio di cronaca, attraverso l'arresto di un momento, nel tempo" - afferma Graziano - Convengo. E' questo che penso, mentre osservo l'immagine delle pagg. 20-21: una distesa di rifiuti, che avvolge un Gesù Cristo benedicente, carico di rosari ed immaginette votive. Penso alle speranze del nostro popolo tormentato.

Volti di boss, vestiti da grandi griffe o semplicemente in tuta, rigorosamente evocante la propria fede calcistica. Perché "il camorrista", oltre alla fede come superstizione, abbraccia il credo sportivo, come un'ancora cui aggrapparsi, forse per sentirsi un pò più coinvolto, nel tempo che lo circonda.

In un immaginario itinerario, tra volti di killer; lacrime e pianti di donne (e non solo), all'arresto del proprio uomo; roghi di rifiuti (la verità, in immagine), si giunge, sul finire di questo lavoro straordinario, ad un messaggio di forza (la speranza, in immagine): la società civile, compatta ed unita, contro le mafie e l'illegalità.

Volti di magistrati, scrittori, ragazzi stretti gli uni agli altri in associazioni.
Ecco il doppio volto di Gomorra. Mafia ed antimafia.

L'anticamorra "non solo declamata, ma esistente nei fatti e nei comportamenti" dirà Magi. Perché il male di questo territorio può vincersi unicamente insieme, al fine di ledere prima e distruggere, pian piano, quella mentalità che circonda e favorisce l'agìre camorrista (che non è più e non è solo, dato dalla violenza e dalla sopraffazione).

Al dott. Magi, estensore della sentenza, al processo "Spartacus", più volte minacciato e sotto scorta, il compito di concludere la serata.

Ci racconta della sua esperienza, di quanto sia importante "toccare con mano" luoghi e persone coinvolte in vicende oggetto di giudizio; quanto possa essere utile, pertanto, l'attività visiva e percettiva che può arrivare talvolta anche da immagini fotografiche o da altri elementi (quali l'atteggiamento di un teste, il tono della voce, i sopralluoghi): "strumenti indispensabili per la ricerca della verità". Nicola Baldieri - secondo Magi - è riuscito ad attualizzare il tema "camorra", in un contesto difficile, dove ad un approccio compilativo-storico, ha preferito - a ragione ed è questo, il suo merito - raccontare vicende recenti, vicine a noi campani perchè maggiormente sentite, ma oggetto di riflessione e discussione in tutto il Paese. 

Perché la mafia (mi piace ricordare), non si è fermata a Casal di Principe, ma dimora ovunque ci sia qualcuno pronto a favorirla.

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