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Gli stipendi dei manager delle banche 50 volte gli stipendi medi

I sindacati del credito lanciano una proposta per ridurre la forbice tra i compensi dei vertici e quelli dei lavoratori del settore. L'ipotesi è quella di introdurre “un rapporto tra retribuzione complessiva del “top management” delle aziende di credito e retribuzione media del restante personale nella misura di 20 a 1”.

L'appello è contenuto in una lettera inviata dai segretari generali dei sindacati di categoria al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, al governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, e al presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari. Secondo i dati presentati dalle organizzazioni dei lavoratori oggi, invece, questo rapporto è di 51 a 1 nei primi 12 gruppi bancari e se si guarda solo al confronto con gli amministratori delegati dei primi 5 gruppi italiani è di 84 a 1.

Stando alle cifre dei sindacati, secondo la presentazione del segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale, “utilizzando il rapporto 1 a 20 i compensi degli amministratori delegati sarebbero ridotti da oltre tre milioni a meno di 800.000 euro in media”. La denuncia contenuta nella lettera firmata da Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl credito e Uilca, poggia su dati, raccolti, dagli stessi sindacati secondo cui, guardando ai maggiori gruppi bancari, mentre nel 2010, a confronto con il 2009, le retribuzioni dei lavoratori dipendenti in media sono salite dell'1,9%, in linea con l'inflazione, i compensi degli amministratori delegati sono, invece, aumentati dell'8,5%.

Come spiega Megale parlano chiaro anche i numeri assoluti: per gli amministratori delegati delle banche lo stipendio è aumentato di 241.000 euro, passando da 2,843 milioni del 2009 a 3,084 milioni del 2010; mentre per i lavoratori dipendenti il rialzo è stato di 700 euro, da 35.900 euro del 2009 a 36.600 del 2010. Per i sindacati del credito il rapporto di 20 a 1, tra le retribuzioni dei top manager e quelle degli altri lavoratori, sarebbe anche “da estendere a tutti i settori produttivi laddove, in alcuni, i differenziali retributivi sono anche maggiori”. Infatti, i dati riportati dalle organizzazioni dei lavoratori, parlano di un rapporto 110 a 1 per l'economia nel suo complesso.

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