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Gesù lava più bianco... Come la Chiesa inventò il marketing!

L’intervista di AgoraVox a Bruno Ballardini, autore di "Gesù lava più bianco" (ed. minimumfax). Un libro curioso, analitico e approfondito, difficile da trovare nelle librerie visti i temi affrontati (basta cercarlo su Internet). A scriverlo è stato Bruno Ballardini, già docente di Tecniche della comunicazione pubblicitaria presso l'Università di Salerno e poi di Roma, e consulente di marketing e comunicazione strategica per le più grandi aziende italiane. Come incipit, una dichiarazione di monsignor Ernesto Vecchi: "la chiesa non ha preso lezioni di marketing... Può solo darne!" Nel libro, il professore descrive la storia della chiesa in chiave di marketing e sottolinea come anche i più fini e piccoli particolari (tecniche conosciute dalla chiesa da secoli sono diventate marketing oggi) siano il frutto di strategie mirate!

Salve professor Ballardini, il suo libro è stato scritto parecchi anni fa ma ancora continua ad incuriosire e far discutere. Ci racconta (in una sua breve auto recensione) di cosa parla e perché vale la pena leggerlo e consigliarlo?

Oddio, mi coglie impreparato... io sono abituato a fare pubblicità agli altri e per quanto riguarda un mio libro mi piacerebbe che fosse la gente a scoprirlo da sola. Ma se devo raccontarlo per sommi capi, posso parlare prima di tutto di come venne l'idea... In un saggio precedente, "La morte della pubblicità" avevo parlato di Tommaso D'Aquino come autore di una grande campagna pubblicitaria a favore di Dio. E tornandoci sopra qualche anno dopo ho pensato che in effetti la Chiesa abbia utilizzato nel corso dei secoli delle strategie molti simili a quelle del marketing, dotandosi perfino di un apparato per la comunicazione equivalente alle moderne house agency: la Propaganda Fide. Così ho cominciato a leggere e confrontare testi come il Messale Romano e i manuali moderni di merchandising ed ho scoperto subito che c'erano delle analogie incredibili a livello di principi e di strategie fra tutte le branche del marketing e le tecniche utilizzate dalla Chiesa. Ho cominciato a confrontare testi su testi. In effetti, nel libro non ho fatto altro che mettere in evidenza queste analogie.

Possiamo dire che informazione e religione si accompagnano alla mera persuasione?

Diciamo piuttosto che informazione e religione hanno poco a che fare fra loro! Spesso la religione utilizza gli strumenti della persuasione per ottenere l'adesione di nuovi fedeli. Uno di questi metodi "persuasori" è quello con cui per tutto il medioevo si giustificavano i dogmi della fede con l'uso della logica aristotelica. Due cose che non c'entravano assolutamente nulla, eppure in quel caso si faceva uso della logica proprio per la sua "autorevolezza". Questo è un uso scorretto dell'argomentazione e serve solo a mettere in una condizione d'inferiorità l'altro, facendogli credere che perfino la logica giustifica ciò che non ha alcuna razionalità, cioè la fede. 

Il libro ha anche parecchi sostenitori su facebook, all’indirizzo http://www.facebook.com/group.php?gid=43996198910. Qual è la sua opinione in merito alla crescita di questo social network?

Facebook e il social web in genere si sono rivelati ottimi strumenti professionali per promuovere il proprio lavoro. Molti giornalisti e scrittori in tutto il mondo lo stanno utilizzando in questo modo, anche per cogliere meglio le impressioni del pubblico e farne tesoro, per correggere il tiro e lavorare meglio. In questo caso specifico, la pagina dedicata al mio libro non è una mia iniziativa e anzi mi hanno avvertito per caso che qualcuno l'aveva creata. Ovviamente mi ha fatto piacere perché mi ha dato un segno di gradimento. Forse sbaglierò ma per come sono fatto io non l'avrei fatta. Invece uso più spesso Twitter per annunciare l'uscita di un mio articolo, è un uso ormai standardizzato in tutto il mondo, fanno così perfino i blogger, e devo dire che permette di mantenere agevolmente un buon contatto con la community.

Diamo uno sguardo alla società attuale: da professore di Comunicazione e analista della quotidianità come vede questo inizio di millennio, che fotografia ci dà della società italiana attuale?

Chi lavora in pubblicità conosce bene lo stato di salute delle aziende italiane, della società italiana e, in senso più lato, del "sistema Italia". Ebbene non sono il primo e sicuramente non sarò nemmeno l'ultimo a sostenere che l'Italia è entrata in una zona buia dal punto di vista produttivo, dal punto di vista dell'innovazione, della creatività, della ricerca. E poi in un buio finanziario in cui non si muovono più capitali per gli investimenti a nessun livello, tutto si sta fermando e non c'è più nemmeno lavoro. Purtroppo temo che ci vorrà molto tempo prima che si riesca ad uscire da questo buio. La responsabilità principale è della classe dirigente assolutamente incapace che governa le più importanti aziende italiane. Spesso si tratta di personaggi messi lì dalla politica e allora fino a quando non ci libereremo da questa classe politica, continueremo ad avere questa classe dirigente. E non rivedremo la luce.

Dove trovarla sul web?

Attualmente ho un blog sul portale del Sole 24 Ore, la testata "Nova100", dove mi occupo di nuove tecnologie della comunicazione e lascio approfondimenti degli articoli che scrivo sul giornale cartaceo. Poi mi occupo anche di analisi della comunicazione in un altro blog, su Il Fatto Quotidiano. Più raramente su Il Giudizio Universale. Ma forse sono vecchio, preferisco sempre la carta stampata...

Prossimi appuntamenti (editoriali e non) che la riguardano e che gradirebbe consigliare ai nostri lettori?

Se avete la pazienza di aspettare, il 5 aprile esce un altro mio saggio che potrebbe essere definito come il seguito e la conclusione di "Gesù lava più bianco". Siccome si tratta di un vero e proprio scoop, non posso rivelare ancora nulla. Ma sarà una sorpresa, questa volta ne vedrete delle belle.

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