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Generazione S: un programma per raccontare il meglio della gioventù italiana

Abbiamo il 30% della disoccupazione giovanile e tantissime teste che decidono, per disperazione, di lasciare il paese per andare a cercare fortuna all’estero. La fuga dei cervelli non è il classico luogo comune, ma una realtà che colpisce l’Italia e a lungo termine rischia di tagliarle le gambe, depauperandola da forze fresche e progetti di cui si avvarranno i paesi e le Università che decidono di scommettere sui nostri giovani.
 
Con “Generazione Mille Euro”, libro edito per Rizzoli e scritto a quattro mani assieme a Antonio Incorvaia, Alessandro Rimassa (nella foto) aveva raccontato una generazione precaria che a stento arriva ai famigerati mille euro al mese e che purtroppo sono lo zoccolo duro del paese.
 
Rimassa è tornato, ma archiviata l’esperienza letteraria è tornato, dal 4 aprile e fino al 29 luglio ci racconta su La3 (Sky, canale 143) storie di giovani italiani di successo: “La situazione lavorativa italiana non è delle migliori – spiega Rimassa – ma oggi c'è un fermento che mancava da tempo. Ci sono tanti ventenni e trentenni che, a dispetto di crisi, disoccupazione e precariato, si inventano professioni innovative e aprono nuove imprese”. Un programma che racconta il meglio della gioventù italiana: designer, blogger, imprenditori, inventori, creativi, persone che hanno trovato una strada nel mondo del lavoro.
 
Il programma si chiama Generazione S, dura 30 minuti e si svuiluppa grazie a due interviste in studio. La “S” del titolo può stare per varie cose come “sharing, perché ha fatto della condivisione uno stile di vita e un’opportunità professionale; come social, perché comunica nel web 2.0; anche come super, di successo, seria”.
 
Farcela in Italia è più difficile che all'estero – spiega Rimassa -, ma è possibile: i grandi media, però, non portano esempi positivi, parlano solo di ciò che non funziona. Noi, con Generazione S, diamo voce a chi, grazie a determinazione, impegno e intraprendenza, va oltre la crisi”. Un passo avanti, insomma, la volontà di dimostrare praticamente come il “genio” italiano sia una risorsa importante per il paese e soprattutto come sia la base per il successo futuro di un’Italia da troppo tempo in crisi.
 
Quando nel 2005 ho scoperto e raccontato la Generazione Mille Euro, nessuno si era accorto esistesse. Oggi faccio lo stesso: racconto un'Italia silenziosa ma che funziona. Lo faccio su La3, che mi ha dato l'opportunità di portare in Tv i migliori cervelli del Paese che verrà”.

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