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Frattini: Non pariamoci dietro un dito, l’Italia è in guerra

"Serve un nuovo codice specifico per le missioni internazionali"
Roma, 11 ago. (Apcom) - Dopo il ministro della Difesa Ignazio La Russa, anche il ministro degli Esteri Franco Frattini afferma la necessità di un codice militare specifico per le missioni internazionali dei soldati italiani, adesso sottoposti al codice militare di pace e non a quello di guerra. "Togliamo il velo dell’ipocrisia", dice Frattini in una intervista al Corriere della Sera. "Ragioniamo su un mondo che 35, 40 anni fa, o 61 anni fa quando è entrata in vigore la nostra Costituzione, non era neanche immaginabile". "Parlare di una situazione di pace" in Afghanistan, aggiunge il titolare della Farnesina, "è come nascondersi dietro un dito". (da Apcom)

Non nascondiamoci dietro un dito, allora.

Siamo in guerra.

Siamo in guerra contro legittimi rappresentanti di un governo (i talebani), come fa notare anche una persona ben lontana dall’essere pacifista, il generale Fabio Mini:

"I talebani non sono semplici terroristi. O meglio non sono soltanto questo: sono anche i rappresentanti del governo legittimo dell’Afghanistan precedente alla guerra. In linea teorica, la loro legittimità sull’Afghanistan si esaurisce con la debellatio, cioè con la loro sconfitta, con la fine della guerra e con l’instaurazione di un nuovo governo legittimo. Ma se gli americani continuano la guerra contro di loro significa che la debellatio non è stata completata, che il governo è un fantoccio degli occupanti e che in sostanza i talebani continuano a combattere giuridicamente in nome di uno Stato che non ha firmato alcuna resa e che non ha cessato di rivendicare la propria sovranità contro l’occupante di turno" (da peacereporter)

In pratica i famosi quattordici punti di Wilson del 1918, riguardanti l’autodeterminazione dei popoli continuano ad essere futuristici nel 2009.



Capito?
Tutto da riscrivere, allora.

Tutto da riscrivere partendo dall’articolo 11 della nostra costituzione in cui si recita:
"L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."

Dobbiamo riscriverlo, perchè non è vero: l’Italia non ripudia la guerra se gli americani decidono che la debellatio non è completa. Basterebbe cambiare qualche parolina e il tutto verrebbe da sè.


Visto che ci siamo potremo introdurre anche un articolo della costituzione che preveda il razzismo, che va tanto di moda, e uno che inciti alla vittoria mutilata del 1918 e all’annessione della Dalmazia, nonchè della totalità dell’Istria.

Visto che si deve fare la guerra, visto che la debellatio non è completa, debelliamo per benino.

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