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Film blasfemo: l’odio anti-Usa e le ragioni dell’Islam

Sembra essersi placata, almeno per il momento, la rabbia dell'Islam contro il film blasfemo su Maometto. Gli Usa hanno comunque preferito, in via precauzionale, far evacure dalle ambasciate in Tunisia e Sudan il personale non strettamente necessario. Tuttavia un chiaro segnale è giunto: la pazienza dell'Islam potrebbe esaurirsi e le conseguenze che ne deriverebbero, dalla rabbia di un miliardo e mezzo di persone, non sono preventivabili.

La rabbia dell’Islam è esplosa: dalla Tunisia all’Indonesia, tutte le popolazioni islamiche hanno espresso la loro indignazione contro il film blasfemo su Maometto. Ma il cortometraggio che ridicolizzava il Profeta è solo la punta dell’iceberg; come un pretesto per liberare quell’odio celato (ma non troppo) nei confronti degli Usa, di Israele e dell’Occidente in genere. Per una volta l’Islam sembra essersi compattato, riconoscendo negli Stati Uniti d’America il nemico comune. Ora bisogna valutare se questa rabbia è motivata, oppure si tratta di semplice “ingratitudine” come affermano qualche lustre editorialista italiano.

L’Occidente sembra essersi destato da un sogno illusorio: credere di poter controllare tutti i Paesi arabi, intervenendo militarmente di volta in volta per sedare malumori e intolleranze varie. Eppure sono proprio gli Stati occidentali ad armare questi Paesi, sono sempre loro a destabilizzare il regime che in quel preciso momento non rispetta le regole Usa del gioco. Tuttavia la questione adesso sembra essere più complessa del solito, molti fronti da gestire, molte popolazioni da riportare al silenzio e alla succube rassegnazione, di essere semplici satelliti del sistema mondiale a stelle e strisce. Forse è troppo, anche per la nazione più potente del mondo: un miliardo e mezzo di fedeli (tanti sono gli islamici nel mondo) non sono poi così gestibili.
 
Al momento gli Usa si sono, infatti, limitati a inviare degli aerei droni sul cielo della Libia, ma saranno sufficienti a placare gli animi? Non credo proprio, perché si tratta di una semplice manovra dimostrativa che rischia, tra l’altro, d’infiammare ancor di più gli animi del popolo islamico. Il film su Maometto è stata una provocazione gratuita quanto inutile, che denota lo scarso livello di rispetto da parte della cultura Usa nei confronti di quel miliardo e mezzo di credenti. Poi ci meravigliamo se le popolazioni islamiche mostrano spesso intolleranza verso i cristiani, sfociando anche in manifestazioni violente, deprecabili ma per certi versi motivate.
 
Basti riflettere sugli stati arabi petroliferi, per rendersi conto di come la tenaglia Usa si vada sempre più stringendo. Ultimo obiettivo sarebbe l’Iran, roccaforte islamica che non vuole cedere allo strapotere americano. In queste condizioni incandescenti per il Medio Oriente, sarebbe davvero un azzardo permettere ad Israele di fare il lavoro sporco, attaccando le postazioni nucleari di Teheran. Le conseguenze non sarebbero preventivabili, e probabilmente l’Islam potrebbe compattarsi sempre più, e non so fino a che punto lo stato israeliano pur godendo dell’appoggio Usa, potrebbe essere in grado di resistere ad assalti terroristici e militari provenienti da tutti i fronti.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.94) 17 settembre 2012 11:43
    Damiano Mazzotti

    Se si reagisse con la violenza a ogni offesa, il pianeta sarebbe un oceano di sangue umano.

    Anche per questo motivo molti paesi sono retti da regimi disumani.

    La libertà di pensiero comprende anche la libertà di offendere, a proprio rischio e pericolo, anche perchè chi decide cosa è offensivo e cosa non lo è?

    Sapete quante persone sono finite in galera solo per il pretesto di offese contro la religione e contro lo stato? E molte di queste persone erano le migliore personalità emerse nella società.

    E un "film" del genere è ridicolo e da compatire, ma ancora più ridicoli e da compatire sono i maschi giovani e violenti, che non potendo scopare vanno in giro a fare casino. 

  • Di paolo (---.---.---.82) 17 settembre 2012 16:42

    Quandi due mondi si confrontano ,uno di tipo arcaico medioevale e l’altro moderno , è inevitabile che le percezioni siano diverse .
    Ciò che nell’uno viene considerato sberleffo ,satira o critica inopportuna , magari anche indecente ,nell’altro diventa suggestione ,offesa della spiritualità e del culto del trascendente ,insomma una questione di vita e di morte .

    D’altra parte ,osservando le immagini trasmesse dai media ,è anche facile constatare come questi popoli non hanno praticamente nulla da fare ,vivono nel disimpegno culturale e materiale totale .Non vedi altro che uomini barbuti , con tuniche bianche fino ai piedi ,vagare tra minareti e moschee oppure giovani nullafacenti che agitano il libricino del corano ,unica loro "materia " di studio .
    C’è da chiedersi chi ha interesse ad incendiarli .Tipo Reverendo Jones.

  • Di (---.---.---.115) 17 settembre 2012 18:17

    Dai due precedenti commenti si percepisce che di questo islam se ne hanno le scatole piene.

    Ahi noi !!! 

     

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.154) 17 settembre 2012 21:10
    Damiano Mazzotti

    Molti popoli islamici dovrebbero fare dei corsi intensivi studiando bene due paroline: evoluzione (più o meno intelligente),cambiamento (più o meno lento). 

    Comunque se continuano così le diversi correnti islamiche si scontreranno tra di loro e dimostreranno di non avere imparato la lezione di secoli di ammazzamenti tra i membri delle diverse culture cristianein Europa, che sono durati molti decenni.

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