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 Home page > Tribuna Libera > Fermate il fascioleghismo prima che sia troppo tardi

Fermate il fascioleghismo prima che sia troppo tardi

La gestione disinvolta del problema immigrazione e la timidezza verso la questione fascioleghista dei partiti democratici sono sotto gli occhi di tutti. Ma ora i nodi sono venuti al pettine. 

Occorre intervenire. E’ necessario che le forze antifasciste prendano posizione, assumano iniziative, per frenare una deriva autoritaria sempre più sprezzante, che non si nasconde, ma opera alla luce del sole, nel silenzio complice dei partiti cosiddetti democratici.

Qualche giorno fa un poliziotto elogiava le torture della Diaz accompagnato dalle omertà, che pure sono presenti nel corpo di polizia; poi sono venute le minacce di Salvini di occupare i luoghi dove gli immigrati saranno accolti, supportato dal consenso di molti.

E, siccome al peggio non c'è mai fine, c'è qualche politico che, senza vergogna, esprime il suo pieno appoggio e solidarietà al poliziotto.

E se questo politico appartiene alla maggioranza responsabile politica di quel massacro, poco importa.

Ormai gente e partiti sono abituati ad ingoiare tutto, sconcezze e parole in libertà.

Ieri ci chiedevamo se esistesse una legge e un giudice per quel poliziotto. Oggi c'è da chiedersi se esista una legge, un giudice, un’etica di partito per chi si esprime in questo modo. Oppure facciamo finta che è sia successo niente, che “tutto va bene, madama la marchesa”.

Non si può sempre assolvere tutto e tutti da tutto, anche dalle infamie che calpestano il rispetto per chi fugge dalla fame e dalla morte, per i ragazzi massacrati e per le loro famiglie.

L’articolo 54 della Costituzione dice che un parlamentare si deve comportare con disciplina e con onore. Ma quale onore sta in queste azioni?

Ma davvero è possibile, in questo Paese, che resti nelle forze dell'ordine chi elogia la tortura e resti in Parlamento chi disprezza le istituzioni, minaccia lo Stato, supporta queste infamie?

E’ in atto un processo di degrado delle forze politiche, che non cercano soluzioni ai problemi della gente, ma affari e voti. E in questo degrado si snoda quel filo rosso che lega fascisti ed antifascisti, razzisti ed antirazzisti. Oggi i voti e gli affari prevalgono sulle idee e sulla voglia di violenza.

Ma fino a quando?

Quello che più preoccupa è il fatto che dentro questo razzismo marchettaro, figlio della propaganda e dell’affare più che della convinzione, c’è un nucleo di violenza, che ieri si è espresso con gli spruzzi d’insetticida contro immigrati, poi con il presidio davanti ad una scuola con una presenza di rom per impedirne le lezioni, oggi si esprime con le minacce e con il disprezzo delle istituzioni, di un segretario di partito nei campi rom, con Tortosa e con i politici che l’appoggiano.

E domani?

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