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Fenomeni virali in rete: Giuseppe in un trilione

La rete è diventata parte della nostra esistenza. La realtà virtuale ha contaminato persino la politica. Basti vedere l’uso di twitter che ne fa il nostro Presidente del Consiglio, o dei network come facebook; per non parlare del movimento “Cinque Stelle” che ha una piattaforma che consente l’ interazione tra gli iscritti della rete e relative decisioni da prendere. Ogni contenuto della rete, può essere studiato per diventare virale, ed ovviamente ci vuole la protezione della dea bendata perché diventi importante.

I contenuti virali, servono per scatenare delle reazioni, che hanno come base il passaggio dell’evento da persona a persona. E’ quanto ha ideato un giovane crotonese informatico, che lavora a Milano: Giuseppe Maiorano. In quattro giorni ha realizzato l’adesione di 600 membri per incontrarsi in un locale cittadino crotonese, con tutti i Giuseppe del pianeta ed anche se all’appuntamento si sono presentati in 20 tutti del posto, Giuseppe si dichiara soddisfattissimo per aver avuto l’adesione di tante persone dai 4 ai 97 anni tramite video e messaggi.

Il gruppo si chiama “Giuseppe in un trilione” e c’è da giurare che numerosi amici suoi hanno deciso di cambiarsi il nome in Giuseppe. L’evento è partito in sordina, non c’è stata organizzazione ed alcuni pensavano si trattasse del solito cazzeggio che si fa in rete, niente di reale. Tutto questo sta a dimostrare di come si possono accorciare i tempi, quando si realizzano eventi. Giuseppe è soddisfatto di questa iniziativa in quanto nel gruppo da lui creato è entrata gente dalle più disparate parti d’Italia e d’Europa, come da Londra ad esempio. Ovviamente il contenuto più si diffonde più diventa permeante. Uno di tali fenomeni in rete, quello più popolare a cui abbiamo assistito è l’immagine del vestito blu e nero, diventato conosciuto in un nano secondo, e nessuno avrebbe scommesso un nichelino sulla bontà dell’operazione.

Parlando di questa iniziativa con Giuseppe che all’inizio ci ha lasciato molto perplessi, lo stesso ci ha detto che “Ero in giro per la città e continuavo ad incontrare persone che si chiamano Giuseppe. Così ho iniziato a fare foto. E poi ho voluto fare un esperimento con i social media per vedere se si può creare un fenomeno virale in meno di 48 ore.

Dietro al gruppo però ora c'è un duplice obiettivo, quello di divertirsi assieme con amici vicini e lontani, che stanno contribuendo con vari video, fotomontaggi, hashtag e foto e quello di creare qualcosa, di usarli come focus group per una startup che aiuti le persone. Un focus group che partecipi a tutte le fasi di creazione della startup. Sto pensando ad una azienda di e-learning che permette a chiunque di accedere ad una formazione non convenzionale per formare la propria professionalità con gli strumenti di oggi anche dall'intimità della propria casa si può diventare uno statistico, ingegner , anche un manager. Per chi non è molto pratico della rete, le aziende di e-learming, rappresentano un nuovo motodi di formazione professionale a costi ridotti. Una vera innovazione che serve per ottimizzare l’organico aziendale".

Crotone possiede la più alta percentuale di giovani istruiti, costretti ad andare altrove a lavorare, in quanto le realtà del sud si stanno trasformando in guarnigioni abbandonate, sguarnite di ogni servizio. Pensate a cosa sia la creatività e la possibilità di utilizzare nelle proprie realtà strumenti e giovani che dal niente fanno nascere qualcosa di importante.

Giuseppe è partito da un gioco ed è proprio giocando che le idee possono diventare virali.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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