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Dopo le dimissioni di Fatmir Sejdiu probabili nuove elezioni a Pristina

Il nuovo Capo provvisorio dello Stato è il Presidente del Parlamento Jakup Krasniqi appartenenti all’ala radicale del mondo albanese. I Serbi lamentano il boicottaggio delle linee telefoniche

Per ottemperare alla volontà della Corte Costituzionale del Kossovo che ha sancito l’incompatibilità, normale in un regime democratico ed in uno stato di diritto, tra la carica istituzionale di Presidente della Repubblica e quella di capo di un partito politico, nella fattispecie la Lega Democratica del Kossovo, a Pristina si è dimesso dalla suprema magistratura del paese Fatmir Sejdiu che ha preferito l’incarico politico a quello più squisitamente istituzionale.

Il suo posto è stato preso, in via temporanea ed in attesa dell’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica, dal Capo del Parlamento Jakup Krasniqi aderente al Partito Democratico del Kossovo di Hashmin Thaci, attualmente Primo Ministro. Al Partito Democratico del Kossovo è iscritto il maggior numero di ex guerriglieri dell’Uck, il movimento indipendentista albanese che, grazie agli appoggi occidentali, è riuscito a raggiungere l’obiettivo dell’indipendenza dalla Serbia della piccola repubblica balcanica.

Come è stranoto l’indipendenza del Kossovo, autoproclamata unilateralmente, non è riconosciuta dalla maggioranza delle Nazioni che siedono all’Onu anche se ventidue dei ventisette paesi confederati nell’Unione europea lo hanno fatto insieme agli Stati Uniti d’America. La coalizione che dal momento dell’indipendenza, che beninteso è stata riconosciuta come “ non illegittima” dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, è per l’appunto formata dalla Lega Democratica del Kossovo di Fatmir Sejdiu e dal Partito democratico del Kossovo di Hashmin Thaci, più radicale. Subito dopo la vittoria alle scorse elezioni legilstive Sejdiu e Thaci, con l'assenso di Krasniqi, si spartirono il potere nell'ex provincia serba e, mentre alla Lega Democratica toccò esprimere il Presidente della Repubblica, al Partito Democratico del Kossovo andò la Presidenza del Parlamento e la guida del Governo. Un puro manuale Cencelli in salsa balcanica, dunque.

Oggi, dopo le dimissioni di Sejdiu il pericolo è che al Partito Democratico l'appetito venga mangiando e dunque l'ala più radicale del mondo albanese di Pristina alla fine intenda fare la voce grossa ed accappararsi tutte e tre le più alte cariche dello Stato. Ciò, ovviamente porterebbe alle dimissioni dell'attuale governo di coalizione e ad una totale "impasse" istituzionale. A questo punto nuove elezioni legislative diventerebbero obbligate anche se la circostanza arrecherebbe un ritardo non indifferente ai colloqui di pace tra Belgrado e Pristina che, dopo la sentenza dell'Aia e la risoluzione sul Kossovo recentemente adottata dall'Onu, sono divenuti improcrastinabili. I Serbi intanto stanno ad assistere sempre più sgomenti e disperati: per loro una vittora dell'ala albanese più oltranzista e nazionalista, quella rappresentata cioè da Thaci, potrebbe, con ogni probabilità, segnare la fine della loro presenza in Kossovo. I cittadini di nazionalità serba, soprattutto abbarbicati nella regione di Kosovska Mitrovica, intanto lamentano il taglio del segnale telefonico mobile operato dalla Polizia kossovara. Centomila serbi, tra cui parecchi anziani, sono rimasti impossibilitati a comunicare con rapidità con il mondo esterno. "Telekom Serbjia non ha diritto a trasmettere nel nostro Stato", affermano i Kossovari. "Non è vero, noi abbiamo tutte le licenze ad operare in ordine. E'stato un gesto di natura terroristica" ribattono i vertici dell'azienda telefonica di Belgrado ed il Ministro serbo per il Kossovo Goran Bogdanovic. Proprio quando sembravano più vicini i tempi, finalmente, perchè le due parti in conflitto iniziassero a trattare in maniera seria le troppe ferite aperte che l'autoproclamata indipendenza di Pristina ha lasciato sul tappeto, ecco che improvvisi e nuovi ostacoli boicottano il quieto svolgimento delle cose. L'Europa intanto è sempre più lontana.

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