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Don Luigi Verzè e San Raffaele: la legge deve essere applicata anche per Chiesa

Una vicenda assai deplorevole dal punto di vista morale che, negli ultimi giorni, ha notevolmente campeggiato sulle pagine dei giornali, che hanno compiuto un’accuratissima analisi investigativa di giornalismo d’inchiesta sia sulla versione cartacea che su quella Web delle relative testate, punta i riflettori sugli “imbrogli affaristici” intorno ad alcune “figure” che, proprio con gli imbrogli, non dovrebbero avere niente a che fare.

Vale a dire quelle “figure” come Don Luigi Verzè, come l’Ospedale San Raffaele di Milano e come quegli ambienti vicinissimi a movimenti cattolici tipo la famosa istituzione religiosa cristiana “Comunione e Liberazione”.

Ora, dico io, proprio pochi giorni fa dicevamo da queste stesse colonne d’opinione (anche se temo che, proprio i diretti interessati, non so fino a che punto raccoglieranno volentieri il mio appello, considerato il fatto che, ogni giorno, nascono “scandali su scandali” che forniscono la netta impressione che qualsiasi appello, da qualunque parte provenga, cade praticamente nel vuoto, ma questa è un’altra storia) che un sostegno del mondo cattolico e della Santa Sede al nuovo Governo del Professore Mario Monti sarebbe stato estremamente necessario in questo momento fortemente caratterizzato da una “violenta fase depressiva”, se così possiamo definirla, in relazione al profilo morale e all’immagine pubblica della nostra società, quindi anche relativamente ad una “condizione etica” enormemente “danneggiata” nelle sue caratteristiche peculiari.

A questo punto, senza dovermi ripetere, avendo già parlato di questa questione ampiamente, vorrei invece gettare le basi per fare un nuovo ragionamento: è mai possibile, e lo dico senza avere peli sulla lingua e senza ombra di smentita da parte di qualcuno, poiché quello che sto per dire è stato dettagliatamente e assai bene descritto in numerosissimi libri d’inchiesta sul Vaticano e sulle gerarchie cattoliche (si veda, uno per tutti, il libro “Vaticano S.p.A.” di Gianluigi Nuzzi, edito da “Chiarelettere”) che, quando si parla di Chiesa, di preti, di cardinali, di fondazioni religiose, di istituzioni cattoliche, di ospedali gestiti da enti religiosi, di Santa Sede, e compagnia bella, ci si confronta – quasi sempre – con situazioni in cui “il marcio”, consentitemi l’espressione volgare ma diretta, la fa da padrone in tutti i sensi?

Con questo voglio dire: ma una Chiesa ridotta in queste condizioni, malgrado che la sua funzione deve essere sempre quella di garantire soprattutto l’etica e l’immagine pubblica, come può dare un contributo positivo al nostro Paese? Gli scandali dei preti pedofili, gli scandali finanziari del Vaticano, gli scandali dei secoli scorsi all’interno della Chiesa, per non parlare degli scandali che non conosciamo a causa del fatto che, per anni consecutivi, si sarà certamente provveduto a nasconderli per evidenti motivi d’appartenenza alla Chiesa stessa, come possono consentire che la Chiesa garantisca l’etica e l’immagine pubblica nei rapporti sociali, nei rapporti umani, nei rapporti istituzionali?

Intendiamoci, anch’io sono un cattolico, magari poco praticante, magari con qualche presa di posizione critica nei confronti del Vaticano, però vi posso garantire di non essere un “mangiapreti” e di non essere un anticlericale. Magari recito qualche preghiera in meno rispetto agli altri, però amo la Chiesa, credo in Dio e non mi ritengo meno credente rispetto agli altri soltanto perché vado poche volte a messa, anche perché credo di essere una persona moralmente a posto con la propria coscienza.

Con tutto ciò, ritornando alle questioni relative al “crac finanziario” dell’Ospedale San Raffaele, in questi giorni sui giornali si sono lette affermazioni pesantissime riguardo a come venivano condotte alcune attività in cui sarebbero stati coinvolti Don Luigi Verzè e alcune persone a lui vicine. Proprio per questo, ritengo sia giusto che, anche qualora ci sia di mezzo la Chiesa, la Magistratura inquirente non debba mai arrendersi, non debba mai mollare la presa di fronte a qualunque reato.

Anche se ci fosse di mezzo, tanto per fare un esempio, direttamente il Vaticano (ma è solo un esempio). I reati devono essere puniti a prescindere da qualunque persona – anche se fosse molto potente e influente nella società – ci si trovi davanti. Non lo dico per cavalcare il giustizialismo, ma perché è invece giusto che sia così, poiché ce lo impone la legge. Motivo per il quale è lecito anche che la Procura di Milano faccia piena luce sulla vicenda che coinvolge l’Ospedale San Raffaele e Don Luigi Verzè, di cui sui giornali abbiamo letto già fin troppe vergogne.

E mi voglio fermare qui, non ricordandole quelle vergogne, anche perché sono ormai note a tutti. E perché la dignità me lo ordina. E io obbedisco. La dignità ha sempre ragione.

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