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 Home page > Attualità > Politica > Dimissioni Carfagna: la colpa è di Guzzanti

Dimissioni Carfagna: la colpa è di Guzzanti

La ministra delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, potrebbe lasciare l’esecutivo e il Popolo della Libertà, all’indomani del voto di fiducia, o di sfiducia, all’esecutivo, previsto per 14 dicembre. “E’ un continuo di attacchi contro di lei!“, ha fatto, ieri, sapere chi è in contatto con la bella e ambiziosa deputata di Salerno.

Dissensi politici di Carfagna con Alessandra Mussolini, oltre che con il coordinatore del PDL in Campania, don Nicola Cosentino, da tempo suo “nemico”, e con il presidente della Provincia di Salerno, Cirielli, per la gestione del termovalorizzatore? O prossima adesione al partito di Fini, in virtù della solida, e chiacchierata, amicizia di Mara con lo statista di Casal di Principe, Italo Bocchino?

Anche. Ma – secondo una fonte molto informata – a spingere l’ex collaboratrice, nei programmi di Retequattro di Davide Mengacci, a lasciare Silvio Berlusconi – a cui deve la nomina a deputata, nel 2006, e l’imposizione come ministra, nel 2008 - vi sarebbero le forti preoccupazioni per l’imminente pubblicazione di un libro, tutt’altro che cortese ed elogiativo nei confronti della rapida carriera della ministra, detestata da molte sue colleghe di partito.

Ha finito di ultimare il pamphlet, che sarà nelle librerie la prossima settimana, il noto giornalista e deputato, ex PDL, oggi liberale, Paolo Guzzanti, padre dell’attrice e regista, Sabrina. Lo scorso anno, la Guzzanti, nel corso di un comizio a piazza Navona, convocato da Tonino Di Pietro, attaccò Mara, usando espressioni molto pesanti, e fu citata, in sede civile, dalla parlamentare. All’indomani di quello scontro, Guzzanti senior prese le difese della figlia e le distanze da Berlusconi, si dimise dal partito del Cavaliere e decise di raccontare vicende, sino ad allora, top-secret.

E cominciò a mettere nero su bianco quelle che sarebbero - secondo il giornalista - le ragioni di fulmimee ascese di fanciulle avvenenti, ma completamente estranee al “teatrino della politica”. Molto eloquente, il titolo del libro, edito da Aliberti, dell’ex deputato forzista: “Mignottocrazia: la sera andavamo a via Veneto“.

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.126) 20 novembre 2010 15:31

    ciao daW


    Non credo che servisse il libro di Guzzanti per intuire "i meriti" della Carfagna nella sua folgorante carriera politica .
    Personalmente mi dispiacerebbe se Mara si dimettese dal governo . Apprezzo molto i suoi indiscutibili "meriti" e , tutto sommato , comincio anche a pensare che sia anche una donna in gamba , probabilmente sottovalutata politicamente .
    Forse , questa volta , Silvio , tra le fate e le veline , ne ha trovata una giusta .
    Onore al merito .

    paolo

  • Di (---.---.---.113) 20 novembre 2010 17:36

    Certo che siamo messi male se a rappresentarci politicamente ci dobbiamo affidare a persone Come la sig.ra Carfagna oppure a al suo enfant prodige Italo Bocchino.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.58) 20 novembre 2010 18:31
    Damiano Mazzotti


    Nonostante tutto ci sono moltissimi politici al di sotto del livello della Carfagna...

    Magari lei ha usato le armi femminili e gli uomini quelle maschili e tutti hanno adulato...

    C’è di molto peggio della Carfagna nel parlamento italiano..

    In Italia anche il pregiudizio della bellezza viene utilizzato per ridimensionare il ruolo delle donne...

  • Di pv21 (---.---.---.63) 21 novembre 2010 20:09

    Fatti e non parole. Ancora 3 settimane per dare sostanza ad un governo di “ricostituzione” del sistema paese.
    Tempo sufficiente per formalizzare le convergenze” su alcuni obiettivi prioritari. Dalla riforma della legge elettorale al contrasto alla corruzione, dalla lotta all’evasione al taglio degli sprechi. Una agenda di temi pressanti e trasversali per un governo in grado di gestire le urgenze economiche con il supporto di
    personalità “autorevoli” apprezzate in campo internazionale.
    Un’opera di “ricostituzione” da svolgere nell’arco di alcuni mesi in vista del ritorno al corpo elettorale.
    Sta alle forze più responsabili assumere, in tempo utile, l’onere di concretizzare una maggioranza parlamentare. Fatti e non chiacchiere.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non rinuncia a dettare i propri interessi fino agli esiti più imprevedibili …

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