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 Home page > Attualità > Cronaca > Dell’Utri, annullata la condanna. Processo da rifare

Dell’Utri, annullata la condanna. Processo da rifare

La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha annulato la sentenza di appello nella parte che condannava il senatore per concorso esterno in associazione mafiosa fino al 1992. Confermata invece l'assoluzione per le accuse di collusione durante l'ideazione di Forza Italia nel 1993-1994: Berlusconi è salvo. L'avvocato: "Sconfitta per il pool di Palermo".

Che la sentenza di appello che ha condannato Dell'Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiose fosse stata scritta apposta per farsi annullare era chiaro a chiunque avesse letto le motivazioni depositate dal giudice estensore Salvatore Barresi, a detta di Massimo Ciancimino vecchio compagno di merende di Don Vito, quasi un anno e mezzo fa.

Oggi la Cassazione ha annullato quella sentenza, ma solo nella parte che condannava Dell'Utri per le accuse fino al 1992. Ha confermato invece l'assoluzione dalle accuse di collusione mafiosa negli anni della politica e dell'ideazione di Forza Italia, '93-'94, che dunque diventa definitiva.
 
In appello la Corte volle salvare Berlusconi dalle accuse di collusione mafiosa, preferendogli il ruolo di vittima delle estorsioni dei boss di cui Dell'Utri sarebbe stato il tramite. Un delicatissimo compromesso uscito da una camera di consiglio di fuoco, durata una settimana, in cui Barresi lottò per assolvere Dell'Utri nel merito da tutte le accuse e gli altri due magistrati per confermare la sentenza di condanna a nove anni emessa dal Tribunale in primo grado.
 
Il risultato fu la condanna a sette anni per le accuse rivolte a Dell'Utri fino al 1992, gli anni delle stragi di mafia, ma l'assoluzione dalle accuse di collusione politica nella nascita di Forza Italia, un progetto ideato e guidato dal senatore nei due anni successivi, e quindi anche dalle pesanti accuse del pentito Gaspare Spatuzza che fecero clamore nei media di tutto il mondo.
 
A seguito di questa sentenza il pg Antonino Gatto ricorse per chiedere che venisse riconosciuta la colpevolezza di Dell'Utri anche negli anni successivi al 1992 (ricorso respinto oggi dalla Cassazione), la difesa del senatore per chiedere l'assoluzione da tutte le accuse.
 
L'udienza in Cassazione si era aperta stamattina con la relazione introduttiva del giudice Maria Vessicchelli, incaricata anche di scrivere le motivazioni della sentenza, che insieme a Stefano Palla, Carlo Zaza e Gherardo Sebeone compone il collegio che oggi ha giudicato Dell'Utri, presieduto da Aldo Grassi, giudice della cerchia di Corrado Carnevale l'Ammazzasentenze, già indagato e poi archiviato per corruzione giudiziaria per via delle dichiarazioni di alcuni pentiti. Tra questi, un collaboratore chiave del processo Dell'Utri, Salvatore Cancemi, che lo accusò di avere ricevuto una mazzetta dal suo avvocato tramite Vittorio Mangano, il mafioso-stalliere di Arcore amico intimo di Dell'Utri.
 
Dopo la relazione introduttiva ha preso la parola il procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacovello, il magistrato che fece condannare l'agente Spaccarotella, ridurre la pena a Tanzi e prosciogliere Berlusconi nel processo sul Lodo Mondadori per corruzione giudiziaria.
 
Iacoviello, bocciando la linea del pg di appello Antonino Gatto che aveva ricorso contro l'assoluzione di Dell'Utri per le accuse successive al 1992, ha passato in rassegna, punto per punto, quelli che ha ritenuto essere i punti di debolezza dell'impianto accusatorio dei precedenti pm e i passaggi manifestamente illogici delle motivazioni della sentenza di appello. Ha citato spesso la sentenza Mannino come precedente giurisprudenziale, asserendo che «le amicizie, gli incontri, le frequentazioni con esponenti di Cosa nostra sono irrilevanti. Possono servire come spunto investigativo, ma consituiscono oggetto di concorso esterno».
 
«Se Dell'Utri fosse amico dell'estorsore, Stafano Bontate, capirei il dolo - ha detto Iacoviello - invece è amico di Berlusconi, cioè della vittima».
 
Il pg ha quindi chiesto alla Corte l'annullamento della sentenza di condanna e il rinvio a un nuovo processo d'appello o alle Sezioni Unite della Cassazione. Una linea, quella di Iacoviello, sposata in buona parte dalla difesa di Dell'Utri, rappresentata dall'avvocato Krogh, che ha citato in più passaggi la requisitoria del pg a sostegno delle proprie tesi.
 
Krogh, però, ha chiesto alla Corte l'annullamento della sentenza di condanna senza rinvio, quindi l'assoluzione definitiva del senatore.
 
Alla fine è passata la linea "morbida" di Iacoviello. La sentenza è stata annullata e il processo rinviato a un nuovo appello a Palermo, ma solo per la parte che condanna Dell'Utri, mentre è confermata l'assoluzione dalle accuse successive fino al 1992 che è così diventata definitiva: nessun patto illecito tra Forza Italia e Cosa nostra intermediato dal senatore. Berlusconi è salvo.
 
CRONOLOGIA: Tutti i contatti di Dell'Utri con la mafia dopo il '92
 
«Accolgo con sollievo questa sentenza - ha commentato Dell'Utri al telefono con i suoi legali - finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in modo sereno».
 
L'avvocato Krogh si dichiara soddisfatto della sentenza: «La Cassazione non ha bocciato solo una sentenza: ha smentito il metodo investigativo di Ingroia e della Procura di Palermo. Quindici anni di indagini non sono servite a niente».
 
Secondo il legale sarebbe possibile concludere il nuovo processo in appello e il successivo giudizio in Cassazione, e arrivare così a una sentenza definitiva, prima dell'intercorrere della prescrizione nel 2014.

 
ARCHIVIO: Le motivazioni della sentenza d'appello: “Dell'Utri mediatore tra berlusconi e Cosa nostra”

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.37) 10 marzo 2012 08:58

    Classico articolo politicamente schierato contro Berlusconi 

    come buona parte della magistratura che ribadisce alcune cose oggettive
    ma non analizza come mai alcune vicende,vedi alcuni fatti ai "tempi" di Prodi
    subito messi a tacere,vedi il caso Pennati e adesso aspetto sviluppi su caso Lega a Milano
    che a "prima intuizione non sembrerebbe niente di così clamoroso....
  • Di Nicola Spinella (---.---.---.108) 10 marzo 2012 09:46
    Nicola Spinella

    posso essere cattivo?


    MA DOV’E’ LA NOTIZIA???

    hahahahahah, fatemi essere ironico ma per me il risultato della cassazione (dirigeva Aldo Grasso? L’amico di quel caro Carnevale??? quello che se la prendeva col pool antimafia insomma...)

    Era ovvio che finisse così!

    Anzi...
    Andrà prescritto! Sono davvero geniali: non posso fare una legge ad personam per uscirne pulito.
    Non posso nemmeno fare un’amnistia, un indulto.
    Non posso depenalizzare.
    Allora rallento i tempi della giustizia e faccio andare tutto in prescrizione.
    • Di Nicola Spinella (---.---.---.108) 10 marzo 2012 09:46
      Nicola Spinella

      I miei complimenti a Federico: sottoscrivo tutto.


    • Di l’incarcerato (---.---.---.231) 10 marzo 2012 16:49
      l'incarcerato

      Innanzitutto volevo fare i complimenti a Federico per aver fatto un ottimo resoconto dopo essere stato per ben otto ore in tribunale, a differenza di altri che stavano comodamente a casa e farsi passare le carte. L’articolo è bello perchè racconta semplicemente i fatti, poi sta ai lettori farsi un’idea personale. Ma approfitto nel rispondere al commento di Nicola Spinella. Cosa c’entra l’indulto, l’amnistia e la depenalizzazione con la legge ad personam? Se l’avessero fatto sarebbe stato un atto di giustizia sociale per la grave e insostenibile situazione carceraria. Ovviamente accompagnate con una seria riforma del sistema carcerario e giudiziario. Personalmente sarei per il superamento, ma capisco che è difficile da digerire. Concludo dicendo che ovviamente potete stare "al sicuro" che nessuno farà l’amnistia; perchè se non l’ha fatto il Governo Monti che non ha preoccupazione dei voti ed è stato messo lì per fare il lavoro sporco, sarà una triste utopia...

    • Di Nicola Spinella (---.---.---.13) 10 marzo 2012 22:15
      Nicola Spinella

      Carissimo Incarcerato, non voleva essere uno sberleffo nei confronti di coloro i quali soffrono per la precaria situazione delle nostre carceri, ma per mettere l’accento su un’abitudine tutta italiana di tirare il sasso e nascondere la mano.

      Lei mi parla di atto di giustizia sociale, io parlo di certezza del diritto e di pena da scontare inequivocabilmente e senza remissione di peccato alcuno. Il fatto che si debba procedere ad una seria riforma carceraria non implica necessariamente il dover svuotare le carceri che, ricordiamolo, per il più delle volte sono piene di persone che hanno una storia penale di riguardo. 
      Ribadisco che questo è un punto di vista personale che non vuole essere offensivo delle prerogative di chicchessia (chiunque ha diritto di sperare quant’è meglio per sé: anche Dell’Utri avrà sperato in un’assoluzione!) ma che prende un po’ in giro il modo di essere all’italiana: fatta la legge, trovato l’inganno. E non mi meraviglierei se alla fine Dell’Utri ne uscisse pulito come il sedere di un bambino appena cambiato.


  • Di paolo (---.---.---.165) 11 marzo 2012 11:23

    Nicola ha sottolineato una realtà che è sotto gli occhi di tutti ,a prescindere dalla qualità dell’articolo che è ineccepibile . Bene ha fatto Raiola ha stigmatizzare il commento di un signore che evidentemente parla di cose che non conosce .La prima regola sarebbe quella di documentarsi (a tutto campo),la seconda ,se si hanno le qualità intellettuali ,di metterci un po’ di logica deduttiva. Purtroppo i berluscones dimostrano sempre i loro limiti in un senso e nell’altro .

    Dicevo che Nicola richiamava su un fatto storicamente accertato ,ovverossia che ,attraverso la Democrazia Crisiana che aveva un patto di scambio con la mafia e con la benedizione del Vaticano(questo l’aggiungo io) ,le organizzazioni criminali hanno avuto cinquant’anni di tempo per infilare loro uomini in tutti i gangli delle istituzioni .

    Diceva Borsellino " lo Stato e la mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio ,o si fanno la guerra o si mettono d’accordo " .I notabili democristiani si sono messi d’accordo.

    La mafia siciliana (soprattutto ) decine di anni fa selezionava i figli dei mafiosi e li mandava all’Università ,guarda caso Giurisprudenza, per preparare i futuri magistrati da inserire nei posti chiave e la Cassazione è non solo chiave ma assolutamente strategica .
    Questo ci spiega perché esiste una precisa volontà , da parte degli eredi politici dei notabili di allora , di non riformare la Giustiza .
    Quindi Nicola ha ragione ,dov’é la notizia? Io ci avrei scommesso su qualsiasi cosa sicuro di vincere.

    • Di Nicola Spinella (---.---.---.151) 11 marzo 2012 14:57
      Nicola Spinella

      Grazie Paolo, hai compreso perfettamente lo stile ironico della mia affermazione.

      Mi ha fatto sorridere l’utente che si lamenta dell’articolo "ANTIBERLUSCONIANO".
      Ma perché, non possiamo più dirlo che le cose vanno sempre in un senso? Dobbiamo essere disposti ad accettare qualsiasi sopruso da parte di questo imprenditore sceso in politica per difendere i suoi interessi? (e non è il solo, pensiamo al buon Casini che difende i Caltagirone).
      Io non sono antiberlusconiano. Ok, non sono a favore di questo personaggio. Ma il fatto che io non tifi per l’Atalanta non deve necessariamente significare che io provi odio per questa squadra.

      Cioè: non ci si divide in PRO e CONTRO. C’è anche una buona parte di popolazione che se ne sbatte di Ruby, di Noemi, della Carfagna, della Gelmini e di tutte le altre nobildonne di stato.
      C’è chi vorrebbe risposte serie da una politica troppo intenta a mascherare scandali.
      E’ il momento di dedicarsi al popolo.
      ORA.

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