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"Critica a Saviano? No era una critica ai media". Ingroia su Saviano e mafia al nord

Al centro di polemiche in questi ultimi giorni per alcune sue dichiarazioni su Roberto Saviano e sulle infiltrazioni della mafia al nord, Antonio Ingroia, storico procuratore antimafia, spiega ad AgoraVox Italia cosa è successo, sottolineando la sua stima per Saviano e spiegandoci come e perché dobbiamo guardare anche al nord se vogliamo sconfiggere una mafia che è sempre in continua trasformazione. Un’ultima parola è sulla legge sugli appalti di cui AgoraVox si è interessata qui e qui
 
 
Procuratore Ingroia, una sua intervista in cui parlava di Saviano ha scatenato una serie di polemiche. Può spiegarci cosa è successo?
 
È stata fatta una semplificazione e forzatura delle mie dichiarazione. Io non volevo fare né polemiche né tantomeno critiche nei confronti di Saviano, scrittore e giornalista che apprezzo. Il mio era un ragionamento in termini generali e cioè mettevo in guardia, anche Saviano, ma questo vale per ciascuno di noi, tutti coloro i quali sono impegnati sul fronte dell’antimafia, della legalità etc...di non correre il rischio che il mondo dei media, dominato più dalle immagini e le forme che dai contenuti, possa trasformare ciascuno di noi, chi più chi meno - e vale anche per i magistrati e per me - in icone mediatiche, in personaggi, dove alla fine conta di più quello piuttosto che i contenuti che ciascuno di noi cerca di veicolare.
 
Perché avverto questo come pericolo? Per un semplice motivo. Le icone creano distanza, non avvicinano i cittadini, i giovani, all’impegno quotidiano che serve, quello della legalità, delle regole, contro la mafia, mentre invece facilita meccanismi di tifoseria. Io dico semplicemente che noi non abbiamo bisogno di fan o di tifosi, ma abbiamo bisogno di cittadini attivi. E allora siccome nella comunicazione mediatica, ciascuno di noi tende a mettersi su un piedistallo è compito nostro cercare di scendere da quel piedistallo e stare il più possibile vicini alle persone e spiegare che non siamo né degli eroi, né dei personaggi eccezionali, ma siamo delle persone normali che a volte si trovano in circostanze straordinarie
 
 
Insomma la critica a Saviano non esiste. Piuttosto sembra una critica al sistema dei media
Questa è la conferma della mia critica, infatti, il fatto che le mie dichiarazioni critiche nei confronti dei media sono utilizzate dai media per creare una polemica. Come vede, tutto viene così falsificato e deformato.
 
Lei è stato anche al centro di una polemica riguardo le sue dichiarazioni sulle infiltrazioni mafiose al nord Italia...
 
Anche qui c’è stata una semplificazione. È stata montata una polemica personale, come se io avessi fatto delle critiche al sindaco di Milano o al Governatore della Lombardia, ma così non era. Io ho fatto, anche qui, un discorso più generale, che nasce da una considerazione, sulla fase che attualmente sta attraversando la mafia che è una fase di finanzializzazione. La mafia oggi è una mafia degli affari e mafia finanziaria. Questa mafia finanziaria perciò rivolge le sue principali attenzioni verso i mercati dove i capitali illeciti possono meglio fruttare, e naturalmente, sono quelli finanziari e quelli del nord.
 
Il pericolo di infiltrazione della mafia e dei suoi interessi finanziari nel nord Italia, che ci sono sempre stati, negli ultimi tempi sono ancora più evidenti e palesi, allora ho detto ‘mi pare che l’approccio complessivo della società italiana, che incombe soprattutto sugli amministratori che hanno un livello di responsabilità maggiore, debba essere quello di non sottovalutare questo pericolo pensando che la mafia sia un affare meridionale e che non riguarda il nord’, e mi pare che ci sia, invece, un atteggiamento di sottovalutazione e perfino di convivenza, e non connivenza come qualcuno ha frainteso, che rischia di essere pericoloso e che agevola di fatto queste infiltrazioni.
 
E secondo lei come mai si cerca o si vuole far passare questo problema come, come ha detto lei, un problema meridionale...Ultimamente il colonnello dei carabinieri di Lodi, nonché capo della scorta di Giulio Cavalli ha dichiarato che lì la mafia non esiste...
 
Io credo che sia un problema di comprensione, un difetto d’analisi, non credo che ci sia la volontà di nascondere. Il problema è che la mafia venga percepita soprattutto come un problema di ordine pubblico che quindi costituisce un problema solo quando ci sono i morti per strada, e viene vista solo là dove spara, quindi nel sud Italia; ma non si vede la mafia dove invece opera, traffica e agisce in altro modo...è lì che si coglie la vera essenza della mafia che è soprattutto affari e finanza e in questo periodo ancora di più si capisce l’attenzione si dovrebbe puntarla non tanto verso il sud, quanto piuttosto al nord.
 
Un’ultima domanda, cosa ne pensa della legge 201 del 22 dicembre 2008, ovvero quella che riguarda gli appalti pubbliciche dà la possibilità alle stazioni appaltanti di affidare lavori con un importo compreso tra i 100.000 e i 500.000 euro senza ricorrere a gare, bandi e controlli formali
 
Un qualsiasi allentamento dei filtri di controllo e qualsiasi ampliamento dei margini di discrezionalità dell’autorità amministrativa, costituioscono un pericolo e danno la possibilità alla mafia di continuare a infiltrarsi.

Commenti all'articolo

  • Di virginia (---.---.---.96) 27 marzo 2009 16:44

    Vorrei attrarre l’attenzione su un articolo di Rondolino su La Stampa di oggi.Mette in luce con argomentazioni anche psicologiche, il rischioche Saviano diventi un’icona proprio a causa della cannibalizzazione dei media. In pratica si è creato un supereroe al quale il pubblico delega l’impegno contro la mafia. In pratica si rischia che il pubblico non si senta più responsabile in prima persona ma deleghi la "guerra" al Superman.
    Mi sembra in linea con quanto dice Ingroia.

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.153) 27 marzo 2009 20:13
    Paolo Praolini

    Non sono d’accordo sulla ipotesi di Ingroia.
    D’altronde gli italiani si dividono in due fasce, quelli ben informati sugli accadimenti di Mafia e quelli che dipendono dall’informazione generalista dei media nazionali quindi disinformati.
    Allora lo stravolgimento portato da Saviano nei confronti della disinformazione mediatica è un pugno allo stomaco per i meno informati, ma che colpisce nel segno e scuote profondamente.
    Allora dire che l’opera di Saviano portata davanti agli occhi di tutti, possa distogliere l’ascoltatore dal farsi artefice/attore in prima persona della lotta alla legalità mi sembra esagerato.
    Anzi la crudezza e la profondità dei suoi interventi generano quel germe che dentro di noi in molti casi cresce, germoglia e può portare ad una metamorfosi.
    E di questo ne sono molto convinto perchè l’ho vissuto in prima persona.
    Il troppo in questi casi non può far male, anche perchè il pendolo di Focault che fa decidere se divenire artefice o disinteressarsi di una buona causa è il sentimento e l’ardore che covano dentro di noi.
    Serve solo risvegliarli poi viene tutto da sè.


  • Di W Saviano (---.---.---.160) 16 aprile 2009 00:24

    Alcuni hanno criticato anche la visita di Saviano in abruzzo..mah...
    Ormai sembra una moda dargli addosso. Nessuno è incriticabile, ma, con lui, si cerca
    il pelo nell’uovo.Farà più curriculum? non lo so..ma so che lo trovo esagerato. Poi uno contro tanti è sempre ingiusto. Mi torna in mente, più o meno, il ritornello di una canzone:se sei buono ti tirano le pietre, se sei cattivo ti tirano le pietre, ovunque te ne vai , qualsiasi cosa fai, sempre pietre in faccia prenderai... 
    Chi è mai stato profeta in Patria? nessuno!..però a tutto c’è un limite. Saluti

    • Di Il pulcino e gli avvoltoi (---.---.---.82) 28 aprile 2009 21:43

      Questo Saviano mi fa tanta tenerezza, sembra un pulcino in preda degli avvoltoi. La cattiveria gratuita c’è sempre stata... se a questa, poi si aggiunge l’interesse dilagante di mettere a tacere...

  • Di solitario (---.---.---.181) 13 agosto 2009 19:08

    Non è per caso che, anche i responsabili dei nostri CC, stiano posizionandosi della logica leghista? Noi cittadini liberi sappiamo beniissimo che le organizzazioni mafiose per arricchirsi sempre più , spostano i loro capitali e interessi, nella maniera meno visibile e più silenziosa , nelle zone più ricche d’Italia e d’Europa . Leonardo Sciascia nei suoi scritti ci aveva avvertiti di questo pericolo, dicendocci che nel Sud e in Sicilia sono i posti dove si manifestano palesemente. 

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