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Conosciamo Giampiero Favato

Quattro chiacchiere con l’economista e romanziere dell’Henley Managment College che ha scoperto il dramma di Einstein.

Intervista al romanziere-economista Giampiero Favato

Da Scandicci a Londra con successo. E’ la storia di Giampiero Favato nato a Scandicci, studente a Firenze e negli Stati Uniti d’America, docente di Economia a Londra, presso l’Henley Management College.

E’ rimasto una persona semplice, come si ricava anche dalle risposte all’intervista. E non perde l’occasione per dare consigli all’Italia per il mantenimento del suo Sistema Sanitario Nazionale. Scrittore di gialli Einstein@Berlin: The untraceable Soviet cable drop (Paperback - Oct 31, 2005), oltre che di saggi a sfondo sanitario-economico Economics of Pharmaceutical Development: A review of modern valuation theories (Paperback - Aug 27, 2001), sta pubblicando un libro sui titoli derivati che tanti danni hanno fatto in economia nei giorni scorsi. E’ uno dei tanti cervelli italiani emigrati ad iniziare dagli anni ’80 per trovare migliori condizioni di studio e di lavoro in giro per il mondo. Sono i cosiddetti “Italians”. Giampiero Favato è uno di loro. Gli abbiamo rivolto alcune domande:

Come mai ha sentito la necessità di scrivere un giallo ad un certo punto della sua carriera? Einstein era una spia sovietica?


Stavo facendo ricerca sulle opzioni reali, una particolare applicazione delle derivate finanziarie rilevanti per la valutazione di progetti reali, appunto. Il modello di valutazione prende il nome da Black e Scholes, i due ricercatori che lo hanno sviluppato, sulla base di un modello applicato in fisica quantistica per descrivere il moto browniano, il movimento dei quanti prevedibile nell’ampiezza ma non nella direzione. Il moto browniano fu descritto per la prima volta da Albert Einstein. Da qui la mia curiosita’ per il lavoro di questo straordinario scienziato, che ha segnato il ventesimo secolo. Leggendo qua e la’ sulla sua vita, ho scoperto che durante il maccartismo il Federal Buerau of Investigation aveva aperto un file su di lui. L’ho trovato e l’ho letto. Sono rimasto allibito: dopo averlo ospitato, esule dalla Germania nazista, il governo americano ha fatto di tutto per dimostrare che fosse una spia "comunista". La sua espulsione sarebbe servita a consacrare l’ascesa politica di un giovane senatore reazionario, che molti anni più tardi non avrebbe mancato di far parlare di sé: era Richard Mulhouse Nixon. Una storia poco conosciuta, di manipolazione e intolleranza, molto moderna in un certo senso. Dunque ho sentito il bisogno di scriverla.

Come mai è fuggito dall’Italia? Ci parli della sua università.


Non posso dire di esssere fuggito dall’Italia. In realtà sono le persone a cambiare il destino della mia vita, non tanto i luoghi. Dopo il Master all’Università di Chicago, ho conseguito il Dottorato di Ricerca ad Henley, perché alla fine degli anni novanta, Henley supportava il più grande numero di dottorati in business di qualsiasi altra business school in Europa. Ho sempre avuto la passione per la ricerca e l’insegamento nei master post laurea. Avevo già iniziato ad insegnare come Visitig Faculty al MIEM, il master europeo di economia della SDA Bocconi. Henley mi ha di fatto offerto la possibilità di entrare in accademia a tempo pieno e lavorare con il Professor Roger Mills, il supervisore della mia ricerca di dottorato. Henley è la Business School dell’Università di Reading, una delle top twenty migliori scuole per management, secondo il ranking pubblicato dall’autorevole periodico "The Economist".

Cosa le manca di più della Toscana? E di Firenze?

Cerco di tornare in toscana e a Firenze piu’ spesso possibile: è un legame che non posso e non voglio dissolvere. Mi farebbe piacere vedere i miei amici più cari, quelli dei tempi del liceo, con maggiore continuità. Meno male c’è skype...

Come è la spesa farmaceutica italiana vista da Londra? Ce la farà il nostro sistema sanitario pubblico a sopravvivere?

Visto da Oltremanica, il sistema sanitario nazionale italiano appare molto più garantista di quanto gli italiani non si rendano conto. Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro importante da parte del MinSan per il contenimento dei costi, senza compromettere il servizio. Naturalmente la crescita e l’invecchiamento della popolazione rappresentano una pressione importante sul sistema. Non credo che ci sia altra via che la progressiva condivisione dei costi (ticket) e il ricorso ad assicurazioni private per soddisfare il bisogno di salute. Grande attenzione deve essere fatta per garantire la progressività del sistema, in modo da far ricadere la grande parte dei costi addizionali sui redditi più alti, proteggendo gli individui più deboli, i malati gravi e gli anziani. Non ci sono alternative alla solidarietà sociale per mantenere gli odierni livelli di servizio sanitario. Questo è vero ovunque, non solo in Italia.

Gli Italiani all’estero, oltre la pubblicità alla birra di Valentino Rossi, sono uniti da una comune appartenenza?

I tempi cambiano rapidamente. Trenta anni fa, la prima volta che sono venuto a Londra, un italiano qui era percepito come straniero. Nonostante il concetto di comunità europea faccia fatica a radicarsi in Inghilterra, gli italiani oggi sono considerati "pari", pertanto non si sente più tanto il bisogno di momenti di aggregazione nazionale. E’ meglio godere la straordinaria atmsofera di civiltà e cultura che si respira a Londra tutti insieme, a prescindere da qualsiasi differenza.

Quale sarà il suo prossimo libro? E quello che le ha dato maggior soddisfazione?

E’ appena uscito un libro scritto a quattro mani con la mia Collega, Prof. Carole Print (CORPORATE FINANCE DECISIONS IN VOLATILE ECONOMIC TIMES - Paperback - Oct 10, 2008), che raccoglie alcuni contributi pubblicati di recente sul tema della gestione del rischio finanziario in un momento economico... turbolento. Indirizzato agli studenti MBA, questo libro offre utili spunti anche ai manager d’azienda. Il libro che mi ha dato più soddisfazione... il prossimoànaturalmente, che sarà dedicato alla corporate governance, un tema di grande attualità.

Le maggiori differenze fra università inglese ed italiana? Cosa ne pensa della attuale riforma?


L’università inglese è fondata sull’equilibrio fra ricerca e insegnamento, mentre quella italiana mi sembra meno attenta alla ricerca. Qui, alla fine di ogni lezione, sono gli studenti a giudicarmi, sulla base dell’utilità del mio materiale nel supportare il loro processo di apprendimento. Mi dicono che queste valutazioni stanno iniziando anche negli Atenei italiani e credo che sia importante continuare su questa strada: cercare critiche oltre che emettere sentenze (voto di esame) per migliorare il processo di insegnamento e aprrendimento. Mi dispiace confessare la mia ignoranza riguardo l’attuale riforma. Mi sembra che gli studenti non l’abbiano presa bene.... Mi fa sorridire l’uso dell’aggettivo attuale per descrivere le riforme scolastiche, un po’ come il "nuovissimo" dizionario Melzi che usavo al Liceo, datato 1950. Il ministro Moratti non aveva "riformato" l’Università per ben tre volte negli ultimi anni?

Libri di Giampiero Favato in Inglese:

Corporate Finance Decisions in Volatile Economic Times di Giampiero Favato, Carole Print Global Authors Publishers Data di pubblicazione: Ottobre 2008

Einstein@Berlin The Untraceable Soviet Cable Drop di Giampiero Favato iUniverse.com Data di pubblicazione: Ottobre 2005

Economics of Pharmaceutical Development A Review of Modern Valuation Theories di Giampiero Favato iUniverse.com Data di pubblicazione: Settembre 2001

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