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Il destino dei sindacati italiani

Vittima illustre della Globalizzazione, la Triplice Sindacale di Novecentesca memoria, è stata al centro del pomeriggio di studi tenuto presso l’Auditorium Aldo Ducci di via Cesalpino, martedì 28 marzo, ultimo degli incontri dell’anno accademico della gloriosa Società Storica Aretina (SSA), di cui LUCA BERTI è appunto il PRESIDENTE nonché il DIRETTORE della relativa rivista, il periodico NOTIZIE DI STORIA inserito nel novero delle Riviste Italiane di Cultura.

LUCA BERTI LANCIA, DA AREZZO, CON GIORGIO SACCHETTI, IL TEMA DEL DESTINO DEI SINDACATI ITALIANI.

Vittima illustre della Globalizzazione, la Triplice Sindacale di Novecentesca memoria, è stata al centro del pomeriggio di studi tenuto presso l’Auditorium Aldo Ducci di via Cesalpino, martedì 28 marzo, ultimo degli incontri dell’anno accademico della gloriosa Società Storica Aretina (SSA), di cui LUCA BERTI è appunto il PRESIDENTE nonché il DIRETTORE della relativa rivista, il periodico NOTIZIE DI STORIA inserito nel novero delle Riviste Italiane di Cultura. GIORGIO SACCHETTI, professore universitario a Padova, nonché prestigioso socio della SSA, ha ripercorso la vicenda del Sindacalismo Italiano, con un occhio di riguardo per la provincia di Arezzo, nel corso di una avvincente cavalcata attraverso fatti, ideologie e processi produttivi, intitolata: “Sindacati, istituzioni e relazioni industriali nell’Arezzo del Novecento”.

LEBOLINE e Ferrovieri, MEZZADRI e Operai del Fabbricone sono sfilati nel ricordo di quando Arezzo era anche una potenza industriale di tutto rispetto nell’ambito della cosiddetta Terza Italia al suo Primo (ruggenti 60’s) e Secondo (mitici 80’s) Miracolo Economico Italiano. Documenti eccezionali hanno accompagnato la narrazione: l’Inventario del Comune di Arezzo che riporta i danni inferti dalle squadracce alla Camera del Lavoro di Arezzo, nei locali del Corso allora detto Vittorio Emanuele, al numero 48. Il Primo Manifesto CGL del Secondo Dopoguerra, reperito da Luca Berti in qualità di Direttore dell’Archivio del Comune di Arezzo, stampato nella sede di via Tolletta 13, pro guerra di liberazione e ricostruzione e risarcimento dei beni sottratti dai Fascisti.

Dalla catena di montaggio fordista e dal cottimo, agli incentivi legati alla produttività ed all’egualitarismo dei progressivi 70’s, alla delocalizzazione, cambia la gente ed il lavoro in terra d’Arezzo, ma rimane la serietà e l’attaccamento del popolo aretino all’etica del prodotto fatto bene che ti fa crescere anche umanamente, esaltato già dai tempi del Ciclo dei Mesi, nell’archivolto centrale della Pieve di Arezzo.

Dal pubblico, FRANCO CRISTELLI ha chiesto riguardo alla genesi di CGL nel 1906, che diventa Cgil nel 1948, quando la sinistra nazionale cerca di portare le masse dentro lo Stato, aggiungendo il Tricolore allo stemma. Il DOTT. CHERUBINI ha specificato il ruolo degli Anarchici dell’Unione Sindacale, sciolta nel 1921, forte soprattutto nelle Miniere di Cavriglia. Il PROF. GALLI, studioso del Fascismo ad Arezzo, ha fatto approfondire le radici del Sindacalismo di Base, forte dopo la fine della Prima Repubblica. CUB nasce comunque nel corso dei Mitici 80’s e prima di lui c’era stato il Sindacalismo Libertario dal 1944 al 1969; ed il Sindacalismo Conflittuale, dall’Autunno Caldo del 1969, alla Marcia dei 40mila colletti bianchi Fiat del 1980. GALLI conferma la nascita della Camera del Lavoro di Arezzo ad opera dei muratori e soprattutto dei tipografi socialisti. Poi la Globalizzazione smaterializza proprietà e produzione, e siamo ai giorni nostri, belli e maledetti insieme. Il Sindacalismo avrà un futuro da protagonista anche nel Terzo Millennio? Lo scopriremo solo vivendo. (Luca Tognaccini)

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