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Colori, odori e suoni lungo la Valle del Nilo

Viaggio dei sensi tra Luxor ed Aswan

Da milioni di anni è la vita per una grande area di un intero continente. Da migliaia di anni è il Dio, la fertilità, la via di comunicazione, la storia di un popolo che unisce fascino, mistero, cultura. Il Nilo e la sua Valle, una striscia di terra fertile lunga 1.500 km e larga da 1 a 20 km è tutto questo. Ma è anche un fiume, talvolta ferito dalla mano dell’uomo nel suo maestoso scorrere, eppure ancora generoso, fonte di una vita dai forti legami con il passato e la tradizione, linfa vitale per alberghi galleggianti che trasportano migliaia di turisti pronti a lasciarsi conquistare dal suo antico richiamo. Trascorsi duecento anni dalle prime temerarie spedizioni europee a caccia di tesori archeologici da scoprire o depredare, le acque del Nilo oggi sono testimoni di genti, razze, etnie delle più variegate, provenienti da tutto il mondo che con i propri occhi e le loro macchine fotografiche si soffermano su templi, tombe e statue di rara bellezza.

Ci siamo così voluti immergere in questo limbo fatto di odori, sapori, profumi, colori, suoni così distanti dal nostro vivere quotidiano e abbiamo deciso di viaggiare tra Luxor (l’antica e prestigiosa Tebe) e Aswan (simbolo anche di una presenza inglese ormai perduta), fino alla magnificenza di Abu Simbel, nel profondo sud, alla scoperta del Nilo ed i suoi tesori.

Quando si naviga attraverso la valle del Nilo ciò che balza agli occhi è il verde intenso, e talvolta brillante, di questo giardino prezioso che dalla notte dei tempi da vita all’arido deserto che è distante appena qualche centinaia di metri.

Si costeggiano chilometri di sponde ricoperte di palme lussureggiati e papiri, di appezzamenti coltivati a grano, canna da zucchero, frutta e verdura che danno sostentamento ai fellahin egiziani (i contadini in jalabija, la lunga tunica dai colori pastello), alle donne vestite di nero e ai bambini a piedi nudi.

Attraversare, da nord a sud e viceversa, questo eden verdeggiante alla scoperta delle vestigia dei faraoni e della loro perduta grandezza, ci fa sentire infinitamente piccoli nel tempo e nello spazio.

Appena si mette piede sul battello si ode un sottofondo che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio: sono le voci dei muezzin che, cinque volte al giorno, come una cantilena, rimbalzano da minareto a minareto, da moschea a moschea, tra una riva e l’altra raggiungendo luoghi che si immaginava essere privi di umanità ma che si popolano al richiamo del pastore islamico. Una umanità che prega su variopinti tappetini.

L’avvicinamento alle varie città (Luxor, Aswan, Edfu, Esna) o paesi (Kom Ombo) che ospitano siti archeologici di immenso fascino e storia millenaria sono eventi unici da seguire sul ponte del proprio battello. Le banchine per l’attracco, infatti, sono limitate rispetto al numero elevato delle imbarcazioni presenti e dopo un “balletto” tra di loro, ecco affiancarsi l’un l’altra creando colonne di 4,5, 6 elementi galleggianti che inducono il passeggero a scendere a terra attraversando le altre barche!

A terra ci imbattiamo in colori che ci affascinano e ci rapiscono. Sono le bancarelle dei caratteristici e multicolori suk carichi di spezie dagli odori invadenti che ti solleticano le narici, di pashmine, tovaglie, narghilè, collane, bracciali, oggetti in alabastro e centinaia di altri souvenir “locali”.

Ma anche i colori delle tuniche dei tanti commercianti che ci toccano, ci inseguono, ci chiamano, si parano davanti per offrire le loro merci.

E l’abilità del turista, o meglio la sua sopravvivenza, è nel guardare ma non toccare. Vedere ma facendo finta di non essere interessati . Se non si è “sfacciati” nella contrattazione, senza tregua, senza respiro, c’è rischio di pagare più del doppio del reale valore dell’oggetto. 

Ma i colori che emozionano e rimangono impressi sono anche il verde degli acquitrini del Nilo che si stagliano sul fondo giallo ocra del deserto. I cromatismi pittorici sui magnifici templi, colonne, piloni, tombe di questa immensa civiltà del passato che si svelano davanti ai nostri occhi stupefatti.

Colori che ti entrano dentro sono gli occhi dei bambini che giocano sorridenti con un semplice bastone, piuttosto che con pezzi di plastica informi o giocattoli ormai consunti. O quelli dei vestiti variopinti di scolaresche allegre e vocianti in visita ai siti archeologici che non hanno zainetti colorati ma semplici buste di plastica della spesa dove riporre quaderni e libri.

Navigando, incrociamo case o loro agglomerati fatti di paglia e fango con tetti di foglie di palma. Alcuni, più “audaci”, hanno dato un tocco personale alla loro dimora: una facciata dipinta con colori vivaci o con immagini naif che, assieme ai panni stesi al vento (in questo il mondo è uguale ad ogni latitudine!!), danno allegria alla povertà del luogo che li circonda.

Vediamo la quotidianità di quei luoghi ancestrali: pescatori che raccolgono le reti; uomini che tagliano e raccolgono il fieno a mano; animali al pascolo o che cercano refrigerio nelle acque del Nilo; ragazzi che fanno il bagno vestiti; contadini che, con il carretto trainato dall’asino, ritornano a casa. Oppure ci si imbatte in un‘assise di uomini seduti sotto un enorme albero a parlare di chissà cosa mentre donne, vestite tutte di nero, in processione si dirigono chissà dove. Sembra davvero di tornare indietro nel tempo e di osservare abitudini e stili di vita che molti di noi hanno sentito solamente raccontare dai propri nonni.

Visitare questi luoghi carichi di bellezze naturali (come le famose cataratte del Nilo ad Aswan) o archeologiche (ad esempio i maestosi templi di Abu Simbel, al confine con il Sudan) non ci toglie la curiosità di soffermare i nostri sguardi sulla modernità che ha raggiunto la terra dei faraoni. Ed allora ecco il nuovo skyline di paesi e città fatto di parabole, nuove o corrose dal tempo, poste su tetti fatiscenti, balconi, pali e qualsiasi altro supporto capace di poter sostenere l’unico mezzo di contatto per raggiungere il resto del mondo.

Colori del Nilo sono anche un’alba o un tramonto struggente nell’aria calda e densa di queste latitudini che si staglia tra la magnificenza di verdi palme, alte e fiere, o tra le centinaia di minareti o cupole con la mezzaluna.

Sensazioni magiche si vivono al tramonto del sole nelle città nubiane quando il viavai di gente aumenta con il passare dei minuti, i negozi si popolano, i vicoli dei suk  si animano di turisti, i bar si popolano di autoctoni per gustare il rosso karkadè (infuso dissetante) o a fumare il narghilè e gli odori ti prendono alla gola. Nel frattempo il muezzin intona la sua ennesima preghiera, l’ultima del giorno.

 

Viaggiare per questi luoghi è qualcosa di unico. Le parole non renderanno mai ciò che si vede, si respira, si ode in queste terre bruciate dal sole ma brulicanti di vita. Anche il silenzio è degno compagno di una simile avventura: che sia quello del deserto o dell’essere in rada su un’ansa del Nilo è un’emozione che pervade tutti i nostri sensi.

Ecco, questo viaggio è l’emozione dei sensi!

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