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Chi ospiterà la lista radicale?

La lettera di Pannella a Monti ha sollevato qualche perplessità e il solito coro antiradicale del Politburò de noantri.

L’accusa, manco a farlo apposta, è di essersi schierato con il Professore, nuovo emblema del nemico da battere dopo che tutti lo hanno fraternamente appoggiato per un anno; nemico quindi di una sinistra, fantasiosamente immaginata come dura e (soprattutto) pura.

Il tutto scordandosi naturalmente della recente e pacifica ‘apertura’ del segretario PD, vincitore delle primarie, al secondo arrivato - apertamente filomontiano - Matteo Renzi. Apertura che prevede un certo numero di sedie sicure e garantite dai Democratici all’ala renziana del partito. Per questo una cinquantina di 'rottamatori' cattoliberisti siederanno in Parlamento, bontà loro.

Ma che cosa ha detto in realtà il leader radicale al premier in carica?

Lo leggiamo direttamente nella lettera aperta inoltrata al Presidente del Consiglio e ai membri del governo: “Caro Presidente, ti avevo di già comunicato l’ipotesi (...) di un mio, nostro scegliere la tua coalizione (...) per le imminenti elezioni”. 

Poi, dopo aver evidenziato che la scelta di Monti era andata chiaramente (e prevedibilmente) in altra direzione, continua rivendicando i punti salienti della proposta radicale “noi chiediamo, esigiamo (...) che l’Italia, questa Italia, esca dalla assoluta flagranza criminale nella quale da decenni e decenni insiste, persevera nei confronti delle giurisdizioni europee, internazionali e - in primissimo luogo - della Costituzione italiana“.

Flagranza criminale che non solo investe le decine di migliaia di persone coinvolte dal dramma carcerario, ma anche le scelte future: “Caro Presidente, nelle tue Agende, su tutto questo non v’è traccia. Consapevolezza, solo buona coscienza a buon mercato, con una responsabilità profondamente, follemente, criminalmente… anti-europea, anti-italiana, anti-civiltà umana”.

Per questo i Radicali affermano che: “La sola riforma strutturale dello Stato, della giustizia, concepita tanto quanto censurata, vietata, ignorata dal popolo e dalla democrazia italiani, è manifestamente, materialmente, quella dell’Amnistia. Riducendo in tal modo a 2 milioni i 5 milioni di procedimenti penali, la “non ragionevole durata” dei processi italiani”.

Per poter fare questo, e su questa base, la lista radicale "Amnistia, Giustizia e Libertà" (notare il nome) chiede ospitalità agli schieramenti politici che ne hanno la possibilità, quindi anche a Monti (in ipotesi...).

Insomma la proposta è quella che viene comunemente definita una "lista di scopo". Ai Radicali interessa la questione giustizia e in particolare la questione carceri che sono un obbrobrio, un abisso di inciviltà in cui convivono delinquenti incalliti insieme a ragazzi trovati con un po' di fumo, assassini di mafia e camorra insieme a piccoli taccheggiatori. Il tutto in ambienti fatiscenti in cui si accalcano quantità di esseri umani doppie del sostenibile. Un orrore di cui tutti sono coscienti, ma di cui nessuno, radicali a parte, si occupa con un minimo di serietà e di sensibilità.

Emma Bonino, a suo tempo chiamata a cercare di salvare la Regione Lazio dalla catastrofe marrazziana, intervistata da Radio Radicale, ha sintetizzato la lettera di Pannella che, secondo il suo stile, è logorroica, in poche frasi secche e inequivocabili: “La lettera di Pannella a Monti è un nuovo passo di iniziativa politica nell'ambito del settore, di importanza capitale, dello stato di diritto e del ripristino della legalità violata sistematicamente (...) Le leggi ci sono, ma poi non le rispetta nessuno, a partire da chi le ha promosse e votate. Questo problema sembra interessare solo noi (...) Ora questa lettera ripropone pubblicamente a Monti in particolare, ma in realtà a tutti gli schieramenti, l'offerta di fare propria, con l'ospitalità ad una lista radicale, almeno una parte dell'analisi di cui parlavo e dei possibili rimedi che si debbono urgentemente attuare con la proposta dell'amnistia, che poi può essere accompagnata da una proposta di abrogazione delle leggi più criminogene nel nostro Paese, cioè quella sugli immigrati e quella sulle tossicodipendenze”. E finisce confidando “che ci saranno almeno delle reazioni di attenzione a questa lettera”.

Altroché se ci sono state le reazioni: perché anche il silenzio è una reazione.

Non c'è evidentemente da aspettarsi qualcosa dallo schieramento che in fondo si è sempre schierato contro l'amnistia e, a suo tempo, favorì con ardore, nella famosa assise di Todi (con l'aperta benedizione vaticana), il varo del governo Monti dopo aver "chiuso" a male parole - urlate dalla Bindi in pieno parlamento - il controverso rapporto con i Radicali.

Colpevoli fra l'altro - come ci ha ricordato Piazzapulita andata in onda domenica scorsa - di aver scoperchiato il pozzo maleodorante delle "decisioni prese all'unanimità" nel Consiglio di Presidenza della Regione Lazio, dove i partiti di sinistra (PD e IDV) e quelli di destra si sono trovati d'amore e d'accordo nel moltiplicare per quindici gli stanziamenti regionali (soldi pubblici) ai gruppi politici, di cui abbiamo poi visto l'utilizzo. Ne abbiamo già parlato e ora la palla è nelle mani della magistratura (visto che certa politica non sa regolarsi da sé).

Insomma, il problema sembra essere che i Radicali si ostinano a pretendere il rispetto della legge in un ambito su cui molti, per insipienza o convenienza, preferiscono sorvolare. Deve essere una cosa proprio insopportabile, se le reazioni sono così... silenziose.

Poi ci sono anche altre reazioni, quelle più banali e meno intelligenti. Quelle che considerano i radicali incompatibili con la sinistra in quanto liberisti; magari Renzi sì, ma non Pannella. Come se le battaglie politiche radicali - dal divorzio all'aborto, dai temi 'etici' su fecondazione e fine vita a quelli della giustizia, dai diritti civili alla laicità delle istituzioni, fino all'opposizione alla Bossi-Fini e all'ultima legge sulla droga - fossero state di destra.

È il solito, antico problema del dito che indica la luna. E di gente che alla fine continua ottusamente a guardare il dito è pieno il mondo.

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