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 Home page > Attualità > Economia > C’è chi vende e c’è chi compra

C’è chi vende e c’è chi compra

Un articoletto relegato in una pagina secondaria de ll Corriere della sera ha catturato la mia attenzione. Si parla dell'argomento del giorno, le liberalizzazioni: la TNT si propone come gestore della corrispondenza italiana e Poste Italiane sembra ben felice di liberarsi di una tale "zavorra".

Però c'è qualcosa che non mi quadra: se si tratta di un settore di business che (secondo Poste Italiane) genera solo perdite, come mai un'azienda come TNT vorrebbe prenderne il controllo? I casi sono due: o quelli di TNT sono impazziti desiderando solo farsi del male, oppure quelli di Poste Italiane non sanno rendere produttivo quel settore.

Sospendiamo un attimo il giudizio e vediamo cosa succede altrove. In Germania le poste tedesche (Deutsche post) sono cresciute in maniera esponenziale da quando hanno comprato aziende (come Dhl e Danzas) specializzate nei trasporti di plichi (dhl) e di merci (danzas), quindi allargando il loro orizzonte e creando poli logistici immensi soprattutto sul loro territorio nazionale.

In Olanda le poste olandesi (Postnl) sono cresciute in maniera esponenziale da quando hanno comprato aziende (come TNT) specializzate nei trasporti di plichi, ma anche nei trasporti di merci, quindi allargando il loro orizzonte e creando poli logistichi immensi soprattutto sul loro territorio nazionale.

Negli Usa, le poste americane (Usps) sono cresciute in maniera esponenziale. Andiamo avanti? 

Una cosa sembra assodata: gli altri "Stati" hanno le loro poste che crescono, si sviluppano, si rafforzano, fanno acquisizioni, diventano leader mondiali del mercato non solo nazionale.

Noi abbiamo le nostre poste che si sono convertite a venditori di servizi finanziari, senza alcuno stimolo alla crescita, ma anzi pronte a dismettere interi settori che oggi perdono ma che domani (gestite da altri) diventeranno super produttive. 

E' vero che ogni volta che qualcuno vende, qualcun altro compra, ma perché noi dobbiamo stare sempre dalla parte dei perdenti (vendenti)? 

Qualcosa mi sfugge.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Antonio Libonati (---.---.---.135) 2 febbraio 2012 17:57
    Antonio Libonati

    potrei sbagliarmi, però a settembre 2011 le poste americane stavano per dichiarare fallimento

  • Di (---.---.---.139) 2 febbraio 2012 18:05

    Caro Federici, queste tue acute considerazioni dovrebbero leggerle tutti, almeno quel 20 per cento di Italiani capace di leggere, il prof. Monti, il dott. Sarmi direttore gen.Poste.
    Ormai Poste Italiane stanno facendo di tutto per abbandonare il servizio corrispondenza dimostrando un’inettitudine, un menefrghismo intenzionali.
    Inoltre, come tu hai documentato esaurientemente se il servizio è appetibile e Poste Italiane lo abbandona questa non è una patente di incapacità? 
    Ma quello della corrispondenza non è un diritto sancito dalla Costituzione e non fa parte delle infrastrutture compito primario dello Stato di garantire a tutti i cittadini?
     Cordiali saluti da Cesare Zaccaria

  • Di paolo federici (---.---.---.162) 2 febbraio 2012 18:21
    paolo federici

    caro Antonio, è vero: a settembre tutti i giornali hanno riportato la notizia secondo cui le poste americane (UPS) erano ad un passo dal fallimento.

    Solo che poi ... non sono fallite.
    E nessuno ci ha più fatto sapere niente.
    smiley
  • Di Geri Steve (---.---.---.108) 2 febbraio 2012 18:28

    TERTIUM DATUR

    Leggo: " I casi sono due: o quelli di TNT sono impazziti , oppure quelli di Poste Italiane non sanno rendere produttivo quel settore." 
    E no!! C’ è un terzo caso possibile e molto probabile, visto chi in Italia va ad amministrare i beni comuni e come spesso lo fa.

    Il terzo caso è: "... oppure quelli di Poste Italiane presentano l’azienda in perdita per farla acquistare a poco o niente da TNT e quindi incassare la dovuta tangentona. "

    Sembra strano? un caso raro? assolutamente non credibile?

  • Di (---.---.---.162) 3 febbraio 2012 15:09
    BRAVO PAOLO,
    UNA VOLTA IN PIU’ HAI RAGIONE . DA VENDERE.
    OGGI NEGLI UFFICI POSTALI TROVI DA COMPRARE DI TUTTO, DALLA MUTANDA AL SALAME SE MI PASSI LA FRASE GOGLIARDICA, TRANNE UN BUON SERVIZIO: CODE IMMANI PER FARE UNA RACCOMANDATA E CON UN COSTO INTORNO A 10 EURO, CHE POTRESTI AVERE DA QUALSIASI CORRIERE ACQUISTANDO UN ABBONAMENTO E CHE IN PIU’ TI DAREBBE ANCHE IL SERVIZIO DI PRESA E DI CONSEGNA. DEVO AGGIUNGERE ALTRO?
    LE POSTE ITALIANE HANNO CESSATO DI ESSERE POSTE QUANDO IL NS GOVERNO NEL LONTANO 1998 NOMINO’ CORRADO PASSERA QUALE A.D., E LUI INIZIO’ A ’’FARLE RENDERE’’, MA SMISE (O NON CERCO’ NEMMENO) DI FARLE FUNZIONARE PER IL SERVIZIO POSTALE PER IL QUALE ERANO NATE.
    COME AL SOLITO ARRIVANO GLI STRANIERI AD INSEGNARCI COME SI LAVORA . E PURTROPPO LA TUA E’ UNA VOCE NEL DESERTO, I COSIDETTI IMPRENDITORI ITALIANI SI GUARDANO BENE DAL FARSI AVANTI E, SE MAI LO FACESSERO, NON MI STUPIREI SE POI PASSASSERO IL PACCO A QUALCHE MULTINAZIONALE STRANIERA, SAI, BUSINEESS IS BUSINESS.
    VERO E’ CHE, TEMPO QUALCHE ANNO ANCORA, L’EMAIL AVRA’ CONQUISTATO TUTTE LE CASE E QUINDI DI CORRISPONDENZA CARTACEA NE VIAGGERA’ SEMPRE DI MENO. MA IO TI SARO’ GRATO SE CONTINUERAI A PICCHIARE SULLE POSTE. 
    CIAO, 
    GIANMARIO

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