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 Home page > Attualità > Politica > Bolivia. Fallito attentato contro il presidente Evo Morales

Bolivia. Fallito attentato contro il presidente Evo Morales

Domenica dodici aprile, il presidente boliviano Evo Morales, esprimeva pubblicamente la sua preoccupazione per l’esistenza di un piano per uccidere lui o il suo vicepresidente Alvaro Garcia Linera.

“E’ possibile che io e Alvaro abbiamo i giorni contati. In caso ciò accadesse, le responsabilità andrebbero cercate all’interno dell’ambasciata statunitense a La Paz e nelle file dell’estrema destra boliviana”.

Mentre realizzava queste dichiarazioni dall’interno del Palazzo del Governo ad una tv nazionale, Morales era ancora in sciopero della fame come metodo di pressione verso il Congreso de los Deputados, affinchè approvasse definitivamente la legge elettorale.

Questa, stabilisce il prossimo sei dicembre come data delle elezioni generali. Già da sindacalista aveva affrontato scioperi della fame più lunghi di questo.

Morales, che si ripresenterà per ottenere il secondo mandato, ha spiegato nel messaggio televisivo che nei mesi scorsi, l’opposizione ha tentato un colpo di stato per toglierlo dalla presidenza della Bolivia, ora invece vuole attentare contro la sua vita.

Il giorno successivo, quinto di sciopero della fame, al termine di ventiquattro ore ininterrotte di negoziazione, è stato siglato l’accordo tra governo e opposizione "Ley Transitoria del Regimen Electoral", approvata dal Congreso de los Deputados con un voto realizzato articolo per articolo, è d’importanza capitale per l’Esecutivo, che dal canto suo, si impegnerà a realizzare un nuovo censimento dei votanti, come richiesto dall’opposizione.

Tale riforma conta con l’appoggio della Corte Nacional Electoral (CNE) e costerà alle casse dello Stato 26 milioni di euro. Saranno utilizzate le ultime tecnologie elettroniche per poter integrare il nome e cognome alla residenza, alle impronte digitali, alle fotografie complete di firma.

Il presidente Morales, al conoscere la notizia, ha concluso il suo sciopero della fame che lo aveva portato a rinviare la sua prevista assistenza all’assemblea dei paesi dell’Alternativa Bolivariana y de las Américas (ALBA), in programma nel confinante Venezuela.

Purtroppo però, nei giorni successivi l’accordo, due gravi atti terroristici hanno accaparrato l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale: il primo è avvenuto nella mattinata di mercoledì quindici, quando è esploso un ordigno dinamitardo di fronte alla casa del Cardinale Julio Terrazas, presidente della Conferencia Episcopal Boliviana (CEB), che ha causato danni all’edificio ma non feriti.

Al momento dello scoppio il cardinale non era in casa. Terrazas ha sempre espresso un’opinione fortemente critica verso l’operato del presidente Morales e del suo partito Movimento al Socialismo, accusando entrambi di voler trasformare la Bolivia in uno stato aconfessionale.



Il secondo e più grave atto ha improvvisamente fatto tornare alla mente le recenti vaticinazioni del presidente sul pericolo che corrono lui e il suo vice, Alvaro Garcia Linera.

Mentre Morales sbarcava in Venezuela accolto dal locale capo di Stato Hugo Chavez, a Santa Cruz, novecento chilometri a est della capitale La Paz le forze di sicurezza boliviane ingaggiavano un conflitto a fuoco che si saldava con tre morti e due arresti.

Nella zona tra Calle 21 Mayo e Calle Seguane, all’interno dell’Hotel Las Americas, i colpi della Unidad Táctica de Acción Rápida (UTAR) e del Grupo Delta hanno abbattuto gli ungheresi Arpak Magyarosi e Eduardo Rozsa Flores, oltre a Dyer Micheal Martin.

Al momento non è ancora chiaro se quest’ultimo sia cittadino irlandese o argentino. Le ambasciate di entrambi i paesi stanno svolgendo indagini a riguardo. Rosza Flores è una figura controversa: è stato vicepresidente della comunità musulmana ungherese e membro del selezionato gruppo cattolico Opus Dei, secondo quanto riporta il quotidiano boliviano La Razòn. Ha inoltre combattuto nella guerra per l’indipendenza della Croazia. Si suppone appartenesse all’Unión Juvenil Cruceñista, formazione di estrema destra.

Gli arrestati invece sono: il boliviano Ramiro Francisco Tadic Astorga, ex militare cinquantunenne, residente in Croazia, e il ventottenne ungherese Elot Toazo.

Entrambi sono stati rinchiusi nel carcere di massima sicurezza di Chonchocoro, nella regione di Santa Cruz. L’avvocato Edward Mollinedo ha già pronta la lista dei capi d’accusa. Tuttavia nelle ore successive all’attentato sono state diffuse diverse e contrastanti versioni sulla nazionalità dei terroristi.

Alcuni giornalisti hanno parlato di una pista balcanica, più precisamente croata, come l’origine dell’ex presidente del Comitè Civico de Santa Cruz, Branko Marinkovic, uno dei critici più ostili al governo Morales. Il presidente della Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Josè Miguel Insulza, in una telefonata al Ministro degli Esteri boliviano David Choquehuanca, ha definito gravissime le prove a carico dei due attentatori.
Dalla città di venezuelana di Cumanà, Morales ha elogiato l’operato delle forse di sicurezza boliviane alle quali ha detto di aver lasciato disposizioni precise per detenere questi mercenari.

Il vicepresidente Garcia Linera ha aggiunto che oltre agli arresti sono stati sequestrati mitragliatori, fucili e esplosivi.

Gli attentatori sono ritenuti dal Governo anche i responsabili dell’attacco al domicilio del Cardinale Terrazas, oltre che legati direttamente a Branko Marinkovic.

Mentre in Bolivia si attende l’inizio del processo, il presidente Evo Morales è volato a Trinidad e Tobago per l’Assemblea dei paesi Americani.

Commenti all'articolo

  • Di pedro navaja (---.---.---.251) 22 aprile 2009 22:29

    Ho già scritto questo commento in altri siti. Nonostante Alex Giacometti cerchi di metterci qualcosa di suo, restano molte preplessità.:

     

    La domanda è la stessa: verifichi le notizie o si passano semplicemente le veline governative come vengono?

    Ammesso anche che fossero terrorista-mercenari, in Bolivia nemmeno molti ferventi apologeti di Morales credono allo scontro a fuoco, anche perchè conoscono la polizía boliviana (le sue esecuzioni e torture di cui molto, troppo spesso sono stranieri a farne le spese…strana analogia con l’Italia di Silvio) . Si è trattato di una esecuzione di cui, peraltro come detto, la polizia boliviana è una specialista.

    Mi dirai che i terrorista-mercenari non godono di alcun diritto umano: può anche esser comprensibile. Qualcuno potrebbe dire anche che per le colpe accumulate meritavo l’esecuzione, pur non essendo vigente in Bolivia la pena di morte (ne l’ergastolo…in Venezuela, Morales con a fianco Chavez , affermò: “saludo la policia…por detener, acabar con estos mercenarios extranjeros”…chi sa lo spagnolo sa che “acabar” significa “liquidare”, “finire” ).

    Qualche particolare sui diritti inesistenti per questi terrorista-mercenari? I cadaveri dei tre sono rimasti 15 ore seminudi nelle stanze dell’albergo dove sono stati massacrati, con i 40ºC di temperatura di santa cruz de la Sierra (la città più grande della Bolivia, città tropicale: 2/3 del paese sono aree tropicali, nonostante l’immagine esclusicamente andina della Bolivia).

    Comunque per avere informazioni più fedeli, non c’è bisogno di andare ad organi di informazione delle oligarchie fasciste, come definisce il governo di Morales ogni oppositore (anche il Giornale, Tgcom, La7 o rainews hanno difuso la stessa velina del regime). Basta leggera l’articolo di Sfefanori sul Manifesto per avere notizie più chiare, complete e meno di regime di quella di Alex.

    Naturalmente le cose da dire sarebbero molte di più, come per esempio che i terroristi- mercenari alloggiavano in hotel col proprio nome, che Rozsa Flores è una figura controversa non fácilmente ascrivibile all’estrema destra (era amico di Ilich Ramirez, il comandante-terrorista Carlos, ammiratore del Che, intrevistato da organi di stampa chavisti venezuelani, anti israeliano, pro palestinese, mussulmano, di padre comunista esiliato prima dalla dittatura di Banzer in Bolivia poi da quella di Pinochet in Cile, con un blog dov’è scritta la sua storia, peraltro mostrata in un film premiato in vari festival…ecc.), che i terroristi-mercenari accusati di alcuni attentati (accuse finora non provate) non erano responsabili, se può servire, di nessun danno alle persone (ne morti ne feriti, anche se erano “killer” per il corriere).

    Solo alcuni altri dettagli sul massacro deliberato della polizia boliviana:

    - le teste di cuoio boliviane hanno disattivato prima dell’incursione le telecamere di sicurezza dell’hotel.

    - il cadavere dell’irlandese appare in alcune foto con le manette. Ciò può significare due cose: o che è stato assassinato dopo la cattura o che, più probabilmente, ancora vivo dopo l’incursione, è stato lascito morire dissanguato. Del resto, come scritto in precedenza, i cadaveri sono rimasti 15 ore nel luogo dell’uccisione prima di esser rimosssi, con il che, oltre alla macabra putrefazione, è logico che non sono state prestate eventuali cure mediche (cosa che probabilmente i cultori dell’ultranazionalista Morales apprezzeranno).

    - Alcuni appunti sull’infamante accusa di essere un gruppo di mercenari: di Rozsa Flores, appare abbastanza chiaro dal suo sito web che non lo fosse. Gli altri erano probailmente troppo giovani per avere esperienze del genere (l’irlandese 24 anni, e il rumeno-ungherese, 28, ma era un musicista). Chiunque può facilmente trovare notizie, foto, interviste di Rosza Flores e Arpad in vari blog di internet.

     

     

     

    Infine, bere a man salva, senza verifica, l’ennesina boutade del ministero della propaganda di Morales sul progetto di attentato all’osannato gararca aymara (gli stessi guidici che stanno indagando hanno detto che finora non ci sono prove di un coinvolgimenti degli assassinati ed arrestati in un piano per uccidere il presidente) non è prova di grande giornalismo.

    Insomma, un po’ di verifica o approfondimento alle notizie non starebbe male.

     

    • Di pedro navaja (---.---.---.251) 23 aprile 2009 08:22

      Visto che le informazioni sulla Bolivia nel tempo di Morales sono così carenti (capisco che spesso i giornalisti sono dei precari a cui non si può far torto se hanno accesso solo a informazioni dei vari regimi), ecco qualche altro dato sul massacro dei terroristi-mercenari a santa cruz, sulla crescente xenofobia vigente in Bolivia contro qualsiasi straniero e su una della molte mistificazioni di Morales.

       

      Prima di questo voglio però chiarire, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che non sto difendendo in alcun modo l’operato degli uccisi, che quasi certamente stavano organizzando attività illegali, pur senza aver fino al momento provocato ne morti ne feriti. Sto cercando di chiarire che questi sono stati giustiziati senza processo e senza che in Bolivia sia vigente la pena di morte nella completa indifferenza della stampa internazionale e, ancor più grave, degli organismi di difesa dei diritti umani che, in altre circostanze, hanno prodotto numerose proteste sull’operato delle forze di polizia  boliviane.

      Ecco cosa scrive un blog amico di Morales nel punto 5 di una serie di riflessioni sul caso (solo al punto 5 perchè abbiamo visto che la vita dei terroristi-mercenari non vale nulla)

      traduco: “5 - se i servizi segreti (hanno partecipato i servizi di qualche paese amico?) e la polizia stavano seguendo alcuni membri della cellula, perchè sono stati uccisi se sembra ci fossero le condizioni per arrestarli?”

       

      Infine, per tutti gli argomenti esposti, posso portare referenze e link. Non lo faccio ora perchè ho anche altre faccende da attendere.

      Su richiesta lo farò però volentieri.

       

      a) Ieri sera il ministro dell’interno boliviano ha mostrato la foto di un gruppo da lui definito di terroristi in addestramento (identificando anche nella foto un personaggio oscuro che si dice oppositore al governo). Si trattava della foto di un gruppo che a santa cruz pratica airsoft o softair, uno sport per il quale si può non avere simpatia, ma pur sempre uno sport. Prima di essere massacrati anche loro, gli accusati sono andati alla stampa e dal giudice raccontando che le loro armi sono di plastica, spesso con il tappo rosso, che il tizio oppositore nelle foto è in realtà un’altra persona e che le foto sono state ottenute dal loro sito web.

      Trattandosi anche di persone di una certa età e in sovrappeso hanno chiesto ai giudici garanzie legali costituzionali prima di essere deportati magari a La Paz, la capitale, dove il governo ha da tempo oramai organizzato un campo di concentramento degli oppositori nel carcere di san Pedro.

      Questo è il clima di terrore che si vive in Bolivia se non si è fedeli alla linea.

      Lo stesso ministro dell’interno, da cui dipendono le teste di cuoio autrici del massacro, ha dichiarato “quelli che non condannano (riferendosi a quelli che chiedono prove, chiarezza e un’indagine imparziale) hanno evidentemente qualcosa a vedere con il terrorismo”.  Assioma malandrino che credo ricordi qualcosa a chi era giovanotto negli anni ‘70 in Italia.

      Orami chiedere prove e indagini sui fatti vuol dire venir subito definito dal governo un fiancheggiatore dei terroristi...naturalmente anche i governi di Irlanda, Ungheria e Croazia! Questi hanno chiesto informazioni sui fatti. La risposta di Morales è stata che se fosse per lui “processerei questi paesi per aver mandato i terroristi”.

      Si noti inoltre che, domenica scorsa, lo stesso Morales aveva proposto un’indagine internazionale sui fatti. Due giorni dopo, la richiesta della stessa indagine internazionale era diventata la prova dell’esistenza di fiancheggiatori e complici. Ricorda anche qui un certo silvio il quale, riguardo a Eluana, mi sembra avesse prima dichiarato che si trattava di una questione che non riguardava il governo ma la sfera personale, per poi trasformare la cosa in una crociata del governo (ma almeno silvio aveva impiegato qualche settimana per cambiare idea…evo solo due giorni!).

      b) Un po’ sulla xenofobia, peraltro frequente in Bolivia contro gli stranieri. I delinquenti qui sono sempre peruviani - i rumeni locali - i narcotrafficanti sempre colombiani. Qualche anno fa l’autore di tutti i mali era addirittura un italiano, Marino Diodato, un eccellente capro espiatorio che è stato di recente riesumato, ma solo in Italia, per i “fatti del Pando”, ecc. ecc.

      Un canale di televisione privato legato al governo ha mandato un redattore a chiedere per la strada il passaporto a quanti avessero aspetto straniero, leggendo pubblicamente i dati e verificando se erano in regola.

      Un po’ più macabra la questione con un tal Marinkovic. Questa persona è un industriale locale (non importa se mi sia simpatico o meno) ed è stato presidente del comité civico di santa cruz, una delle istituzioni più forti di opposizione a Morales. Nato in bolivia circa 45 anni anni fa da immigranti, padre croata e madre montenegrina, pur esendo a tutti gli effetti boliviano, viene definito dal governo uno straniero (visto che ne padre ne madre sono almeno ispanici…che pena per i nostri contadini emigrati in Argentina o brasile che si sposavano tra connazionali…stranieri sarebbero restati nella nuova patria!).

      Lo stesso giorno del massacro la televisione di stato (il tg4 di fede è in confronto un tenero dilettante)  manda un lungo spot di mezz’ora in cui lo straniero marinkovic viene collegato ai terroristi.mercenari: si parla qundi di ustascia, di ante pavelic, per finire con svastiche e affini. Ma si mostra, per esibire la preda alla pubblica gogna, anche la moglie e i due figli piccoli …che colpe potranno avere due bambini per essere associati a tante crudeltà? Nessun organismo di difesa dell’infanzia ha qualcosa da dire o anche loro non hanno alcun diritto, perchè figli del latifondista straniero marinkovic?

      c) Infine, cambiando un po’ argomento ma per chiarire come Morales sia una delle più grandi e riuscite operazioni di mistificazione politica di questo secolo, ecco cosa dichiara oggi Evo all’ONU per il giorno della terra (traduco): “i nostri fiumi, i nostri laghi, le nostre montagne, i nostri animali…”, visione forse un po’ antropocentrica. Per poi dire: “la terra non ci appartiene”. Ma come? prima erano nostri ed ora non ci appartengono?
      Vabbè: ha le idee un po’ confuse Evo: del resto morales, il buon selvaggio volteriano, culto di tanti in europa a sinistra come a destra, non criticabile perchè “indigeno”, sol dell’avvenire, però dell’esacercbato ultranazionalismo locale, ha un atteggamento poco noto fuori Bolivia. All’estero appare ripetendo sempre uno stesso copione, modesto e vitttimista, ostegguiato in Bolivia da oligarchi perfidi, ricchi e potenti e bianchi, e una stampa sempre nemica. All’interno è invece quello dello scontro, delle parate militari, degli attacchi a tutti e tutto (anche l’amico Lula gli consigliò di governare per tutti i boliviani, consiglio inascoltato).
      Così, il grande difensore della madre terra, della pachamama, è anche il capo dei coltivatori di coca del Chapare, una regioni fino a pochi anni fa con una della maggiore biodiversità del pianeta, ora trasformata dalla coca in una tabula rasa. I principali coltivatori si soia (rigorosamente transgenica…chissà a qualcuno possa interessare: esportata in europa senza dazi grazie al patto andino…la carne che si mangia in Italia proviene da bovini ingrassati così)) o riso, sono i suoi elettori: i coloni, provenienti dalle aree andine, di san Julian, Yapacanì e San Pedro, che hanno invaso territori spesso appartenenti agli indigeni amazzonici.
      Anche la nuova costituzione porta un regalo alla pachamama: eliminerà (dai primi di maggio) la superintendenza forestale, un’istituzione pubblica che era riuscita dalla sua creazione nel 1996, ha modficare e controllare notevolmente il processo di distruzione delle foreste tropicali.  
      La madre terra ringrazia nel giorno a lei dedicato.

  • Di Alex Giaco (---.---.---.8) 23 aprile 2009 10:50

    Ciao Pedro, ho appena terminato di leggere il tuo lunghissimo commento.
    Primo: le veline governative non me le passa nessuno. Non ho vantaggi nel difendere alcun politico boliviano o di qualunque altro paese. A me non interessa propagandare una parte politica a scapito di un’altra. Vorrei vedere una Bolivia in pace e non dilaniata dai conflitti e dagli scontri. Inoltre non ho mai parlato di Diodato nè dei fatti di Pando, nè ho intenzione di parlarne. Terrei le due cose ben separate.
    Secondo: io lavoro e ho anche altro da fare. Non sono giornalista professionista, (non guadagno nulla da quello che scrivo). Se lo fossi avrei più tempo per scrivere più articoli con più dettagli.
    Terzo: tutti devono godere dei diritti umani, mai scritto il contrario. Da quanto scrivi sembra che io abbia espresso giudizi di valore sull’accaduto, quando invece ho riportato quanto scritto su un quotidiano boliviano e ascoltato da alcuni filmati in internet.
    Non capisco da ultimo, cosa c’entri la "giornata della terra" e il discorso di Morales all’ONU che non ho neanche ascoltato.
    Infine, ti ringrazio per aver arricchito con altri particolari che non conoscevo la mia notizia. Potresti scrivere anche tu un articolo con i tuoi dati e le tue fonti e proporlo a questo sito. I lettori, me compreso, potranno così leggere differenti versioni dell’accaduto e arricchire le proprie conoscenze.
    Ciao.

    • Di pedro navaja (---.---.---.251) 23 aprile 2009 22:42

      Caro Alex,.

       

      la prima cosa da dire, l’ho scritto anche se non molto chiaramente all’inizio,  è che il commento era stato preparato per un altro sito (quello de La7), il cui servizio televisivo sul caso (http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?cat=esteri&id_video=25110) mi sembrava particolarmente disinformato.

      Capisco i giornalisti de La7. Spesso precari, con contratti a termine, con limitati mezzi e spesso competenza confuse (uno degli esteri costretto a fare spettacolo e viceversa).

      Non era una risposta quindi molto mirata al tuo commento. Mi scuso se esistono allusioni a questioni che il tuo articolo non contenevano.  Resta il fatto che, mi sembra, riprendi forse un po’ acriticamente alcune versioni di stampa (veline?) del regime.

      Certo se avessi commentato direttamento il tuo scritto, avrei detto anche altre cose, come per esempio che Terrazas, in altri tempi difensore di contadini e minatori dalle dittature, un prete apparentemente progressista, non ha accusato eventualmente morales solo di voler fare della Bolivia una stato aconfessionale. Ho sentito Terrazas invece parlare di grande ritorno del narcotraffico, dell’incitamento all’odio di governo e opposizione, ho sentito Morales in pubblici comizi accusare Terrazas di cosa che non aveva mai detto (morales non è certo uno che cerca di pacificare le acque), ecc.

      Applaudo invece per esempio che tu abbia corretamente citato che l’opposizione voleva, per approvare la legge sulle elezioni, appunto la creazione di un nuovo registro elettorale, mentre molta stampa italiana diceva esattamento il contrario (l’unità e il giornale nel solito abbraccio bipartisan con Morales)!

       

      Detto questo, per non ripetere troppo le cose, credo che esistano due elementi essenziali della vicenda:

      A) che questi terroristi-mercenari non hanno goduto di alcuna forma di rispetto per i diritti umani. Evidentemente i diritti umani non sono uguali per tutti. Ho raccontato con sufficente dettaglio la vicenda. Non ho detto che ho visto i filmati e le foto dei corpi seminudi, coperti si sangue, lasciati a putrefare per 15 ore nell’hotel. Le immagini e le foto tu probabilmente non le hai viste. Ma qui, nella Bolivia dei tempi di Evo, sono state mostrare in tutti i telegionarli a tutte le ore, senza alcuna sfumatura. Non ho detto che, dopo l’iniziale decisione di buttarli in una fossa comune, si decise, probabilmente anche perchè questi disprezzabili esseri avevano magari una famiglia ( Rozsa Flores era boliviano ed aveva una sorella a santa cruz), di formolizzarli, ma il governo non consegnò mai la formalina! Così i corpi, con decine di pallottole estratte nelle autopsie, hanno continuato a putrefarsi nella morgue fino a che i rappresentanti diplomatici di Irlanda e Romania, venuti dall’Argentina, hanno pagato loro il prodotto chimico. Scusa questi dettagli, come detto, macabri. Ma realmente questi tipi, per tutte le colpe che potessero avere (ed abbiamo visto che sembra non ne avessero molte tra l’altro), non hanno goduto di nulla. Su questo ti faccio un piccolo racconto storico (ripeto, non metto i link perchè sono stanco…anche a me non paga nessuno e corro anche un discreto rischio. Uso uno pseudonimo perchè viviamo oggi in uno stato di polizia….in altri tempi una mia amica venne espulsa dalla Bolivia per appoggiare Morales…appunto altri tempi, era il 1994!)

      Quando vennero massacrati i tre squestratori del CNPZ-ELN di un industriale boliviano nel 1991 (il cui leader di passo, era un’italiano…ma non si parlò di mercenari), le proteste si erano levate ovunque. Ho un interessante documento dell’ONU al riguado. L’attuale vicepresidente Gracia Linera, è stato vari anni in carcere per attivtà terroriste. Devo dire che inizialmente mi è sembrato di percepire una velata vergogna quando, come presidente in esercizio (evo era a Trinidad e Tobago) annunciava lui, ufficialmente, il massacro dei “colleghi” uccisi dalla polizia che lui aveva mandato. Garcia Linera, e tutto il gruppo del EGTK finì in carcere, ma proprio forse per le proteste degli organismi di difesa dei diritti umani, non finirono al camposanto.

      Possibile che nessuno si sia chiesto qualcosa su questo? Possibile che al rifuito della pena di morte, di molti degli autori dei blog che celebrano il massacro, esistano così lodevoli eccezioni?

      B) IL secondo punto fa riferimento al fatto che la notizia sia stata diffusa, come sempre in forma bipartisan,  a sinistra come a destra, come la disarticolazione di un tentativo di assassinato di Morales. L’unica eccezione, ripeto, è l’informato Stefanori sul manifesto. Morales ha denunciato più volte tentativi di magnicidio, quasi sempre prima di qualche vertice internazionale (chissà perchè…scusa: se vuoi è un po’ ironico…ma mi ricorda silvio,,,che avrebbe fatto se il terremoto si fosse anticipato di alcuni giorni, coincidendo con il G20?? Lascio a te la difficile risposta). In un ‘occasione, per esempio, vennero anche arrestati due giovani che circolavano con un fucile da caccia in disuso per un mercato…in spalla, a piena vista. In questo caso i pericolosi terroristi si salvarono perchè si dimostrò che stavano portando a riparare il fucile. Ma non mancarono gli attestati di solidarietà internazionale a Evo.

      Sul fatto specifico tutte le dichiarazioni finora emesse, comprese quelle dei giudici di La Paz che indagano, hanno finora escluso il ritrovamento di riferimenti al magnicidio. Lo stesso Rozsa Flores , in un’intervista postuma trasmessa dalla tv ungherese (strano terrorista che rilasciava interviste ovunque), escudeva completamente qualsiasi forma di offesa, ma parlava di appoggio alla difesa delle regioni orientali tropicali della Bolivia, quelle che si oppongono a Morales (ma qui il discorso è largo e complesso…la Bolivia non è uniforme ma ha anzi notevolissime diversità storiche, culturali, linguistiche, ecc, che la stessa nuova costituzione riconosce).

       

      Il risultato finale di tutto cio è che quindi la notizia, trasmessa come una vera velina del ministero della propaganda di Morales ed amplificata da tutti gli organi di informazione  italiani e del mondo, ometteva deliberatamente qualsiasi riferimento al massacro (l’ho scritto, il corriere parlava testualmente dell’uccisione dei killer!) concentrando l’attenzione su un avvenimento che non è stato finora provato (il magnicidio).

      Detto questo, il ministero della propaganda di Morales (si chiama DNCS) è certamente uno dei più efficenti della terra.

       

      Sulla seconda parte del mio post:

      il caso Diodato (credo conosciuto solo a persone del settore) lo citavo di passo solo per spiegare rapidamente l’utilità, in Italia, come in Bolviia, del colpevole foraneo. Perchè se l’80% degli stupri in italia li fanno italiani solo ci si scadalizza per quelli commessi dai rumeni? O perchè la stampa parla solo di questi? In Bolivia, ed ho citato solo un frammento di ciò che accade, è lo stesso.

      I giorno prima del massacro dell’hotel è stata trovata in Bolivia una fossa comune con i cadaveri di 7 brasiliani. Nessuno dice nulla. Qualche tempo fa un africano è stato ucciso dalla polizia in pieno mercato (tutti hanno testimoniato che l’africano era in ginocchio con le mani alzate prima di essere giustiziato). Nessuno, diritti umani, “defensor del pueblo”, è intervenuto..Perchè? perchè era straniero, e viappiù africano!

      Sul giorno della Terra: ho specificato che uscivo un po’ di argomento, ma volevo portare un semplice esempio, senza cambiare date, dell’enorme mistificazione del governo del nuovo caudillo.

       

      Del resto, caro Alex, sono abituato a questa acriticità su Evo. Ho cercato in varie occasioni, scrivendo in vari siti, come vedi, in forma dettagliata, puntuale, ampia, di attivare almeno un dibattito, senza ricevere mai risposte. Al contrario, Carotenuto, che tu hai tra i link amici, mi ha censurato più volte. Il suo forte ego ne fa’ evidentemente l’unica voce autorizzata per parlare di america latina. Altri, per tagliare corto, hanno anche insinuato cose grottesche. Mai argomenti. Come scrivero in altro blog, solo piluccamenti, mai risposte o repliche documentate.

      Il risultato di tutto ciò è che si parli pure male di Chavez o Fidel (Lula poi per alcuni è oramai un neoliberale), ma Morales è intoccabile. Ho dato in passato anche alcune interpretazioni o giustificazioni di questo. Capisco che stando in Italia, con silvio, aggrapparsi ad una speranza in altro continente (che vince tutte le elezioni…) è forse salutare. Ma farlo in modo così acritico, unidirezionale, senza alcun barlume di dubbio (possibile che sia tutto così bello, giusto, democratico, rivoluzionario nella Bolivia di Evo? Che i cattivi siano così perfidi, e bianchi e ricchi? ) mi sembra incompresibile.

      Ho cercato, nel limte delle mie possibilità, di portare sempre argomenti: non pretendo di aver ragione naturalmente ma almeno di ricevere rispostre altrettanto dettagliate.

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