L’ambasciatore messicano contro Burger King: pubblicità razzista
A presentarsi come “housewife” è invece il lottatore messicano con tanto di poncho tricolore e maschera. Dopo averlo ridicolizzato per l’altezza, mentre realizza goffamente le faccende di casa, si siede assieme al cow-boy per condividere lo stesso panino, sotto la dicitura: un hamburger capace di unire perfettamente persone tanto diverse. Che sia denigratorio verso gli ispanici, considerati da molti nordamericani “meridionali” nel senso peggiore del termine è evidente. Mi sembra chiaro come lo spot colpisca l’immaginario statunitense secondo il quale le donne messicane ed ispaniche in generale, ma anche gli uomini, in quanto immigrati debbano per forza fare le collaboratrici domestiche o gli operai generici, gli addetti alle pulizie e tutti quei lavori definiti umili e denigranti che gli statunitensi non vogliono fare. Ridicolizza anche l’attaccamento che i messicani hanno per la loro bandiera, oltre che uno degli sport più popolari del paese. Questi manifesti sono ancora in circolazione a Madrid. Spero di non trovarmeli davanti anche nella mia città. Secondo me, nella sua leggerezza, racchiude un significato profondamente discriminatorio: ma magari siamo solo io e l’ambasciatore Jorge Zermeno a sbagliare.
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