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Bitcoin all’asta per 18 milioni di dollari

Il prossimo 27 giugno il Governo degli Stati Uniti metterà all’asta denaro virtuale per un valore complessivo di 18 milioni di dollari. Soldi virtuali, dunque, ma tutt’altro che inutili. Si tratta di Bitcoin, la valuta parallela e immateriale creata nel 2009 che progressivamente ha preso piede sul web come strumento anonimo e veloce per effettuare transazioni commerciali.

Per la precisione, il governo americano si appresta a tramutare in dollari i 29,656.51306529 Bitcoin sequestrati durante l’operazione condotta dall’FBI, nell’ottobre del 2013, contro i server e le postazioni di Silk Road, il più grande mercato illegale dell’universo “dark net”, luogo di smercio, anch’esso virtuale, di ogni tipo di merce illecita: dalla droga alle armi, fino alla pedopornografia.

Il sequestro è avvenuto in concomitanza con l’arresto di Dread Pirate Roberts, al secolo Ross Ulbricht, fondatore di Silk Road ed eminenza grigia della "dark net". Il ventinovenne americano è ora in attesa di processo e di sapere che fine farà il piccolo tesoro accumulato grazie alle attività nel mercato nero dei byte. Ogni mese dello scorso anno, secondo le valutazioni della Carnegie Mellon University, più di un milione e 200 mila dollari sono stati spesi per acquistare beni e servizi su Silk Road da utenti non identificabili.

Ma il bitcoin non è solamente lo strumento tecnologico che ha permesso alla comunità dei criminali 2.0 di realizzare profitti vantaggiosi. Molti economisti, in tempi recenti, hanno cominciato a guardare al bitcoin come a una variabile in grado di condizionare l’economia globale, poiché sfugge alle logiche finanziarie tradizionali ed è impermeabile alle scelte operate dalle banche centrali. Il suo valore è stato soggetto ad impennate e repentine cadute, tanto che qualcuno è arrivato a parlare di una vera e propria bolla speculativa legata al Bitcoin. Quando Ebay, il più importante sito di aste online al mondo, ha aperto alla possibilità di introdurre la moneta virtuale come strumento di pagamento all’interno della sua piattaforma, il valore ha raggiunto i suoi massimi storici.

Iil Bitcoin oggi esiste indipendentemente dai marketplace illegali che ne hanno inizialmente favorito la diffusione e, benché il suo valore sia soggetto a fluttuazioni che ne minano l’affidabilità sul lungo periodo, non sembra destinato a cedere il passo.

Il 27 giugno quasi 30000 bitcoin saranno venduti dal governo americano e torneranno a circolare tra economia legale e illegale. È presto per affermare che si tratta di una rivoluzione o di una moda momentanea destinata all’oblio, ma intanto, anche nel mondo reale, qualcosa si muove. A fine mese si inaugurerà a Roma il primo bancomat bitcoin dello Stivale.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.35) 13 giugno 2014 20:03

    Sarebbe interessante se la private key fosse ancora in mano di Silk Road.. come si comporterebbe il governo usa nel caso venissero "rubati" dopo l’asta?

    • Di (---.---.---.81) 14 giugno 2014 01:25

      Se le private key dei portafogli fossero in mano altrui allora il Governo Yenkee sarebbe uno sprovveduto e poi se fossi io ad acquistare quel denaro lo pagherei solo quando fosse accreditato nel mio "conto corrente" ovvero nel mio indirizzo bitcoin.

      Per ovviare al problema il Governo a stelle e strisce dovrebbe solo trasferire i BTC in un address del quale ha le chiavi.

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