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Bimbi violentati psicologicamente per una retta non pagata

Bimbi violentati psicologicamente per una retta non pagata

Un essere umano è frutto della propria infanzia.
L’infanzia è quel periodo che va dai primi mesi di vita ai circa 13 anni, E’ uno dei periodi più fantastici della nostra esistenza. In tutti i sensi. Da un lato si collezionano scoperte su scoperte, esperienze su esperienze. Dall’altro, si vive in un mondo “magico” ove tutto è possibile, fattibile, immaginabile.
 
In questo processo evolutivo, importantissime figure ci accompagnano. I genitori, prima di ogni altri. I parenti stretti, come i nonni. Ma anche eventuali fratelli e cugini.
 
Apprendiamo la parola. Il camminare. Il toccare. Il sentire. Imitiamo gesti altrui che diverranno parte del nostro patrimonio personale. Acquisiamo una quantità spaventosa di informazioni. Tutte fondamentali per divenire ciò che saremo un giorno: adulti.
 
In questo periodo così delicato, la parte emozionale è completamente aperta ed esposta. Si possono sentire sentimenti estremi per qualsiasi cosa. Questo può portarci anche – da bambini – a sopravvalutare gli eventi, rispondendo con reazioni a volte esagerate.
 
Per crescere, svilupparci, vivere in maniera armonica, via via altre figure si aggiungono e vanno ad aggiungersi in maniera composta, al piccolopatrimonio di informazioni fondamentali che faranno parte del nostro background personale.
 
Quando iniziamo ad andare a scuola, nuove e sorprndenti informazioni si aggiungeranno a quelle da poco acquisite. La scuola è un ambiente ove ognuno di noi impara ad acquisire informazioni utili per l’interazione col mondo esterno. Impariamo ad interagire con altre persone. Impariamo a condividere. Impariamo nozioni attraverso lo studio. Ma fondamentalmente la scuola è una grande palestra di Vita. O meglio: dovrebbe esserlo.
 
Gli accadimenti degli ultimi tempi che hanno inquietato le cronache infatti, fanno rivedere in tutto questa affermazione. Le scuole elementari che ultimamente, solamente per un concetto economico, hanno deciso di “punire” genitori insolventi attraverso i loro figli, deve enormemente farci pensare.
 
Bambini senza pasto. Bambini lasciati giù dal pullman scolastico. Bambini usati. Ed abusati.
 
Non so quanti di voi ricordate come – da bambini – un’azione di diseguaglianza nei nostri confronti avrebbe interferito gravemente con la nostra psiche. Ricordate il dolore per non aver ricevuto un bacio, un dono, un gelato, un “Sì”? Credo che ognuno abbia la propria lista di tristezze infantili cagionate da azioni di adulti a volte poco attenti.
 
Molti di noi, ancora oggi in età adulta, subiscono dopo tanto tempo, alcune di queste piccole e grandi ingiustizie. La capacità di un bambino di “mettere da parte” le situazioni peggiori, riemerge spesso in tutta la sua prepotenza in età adulta: senza alcun tipo di avviso, cagionando problematiche psicologiche che spesso richiedono un trattamento psicoanalitico, o di più breve durata con il supporto di uno Psicologo.
 
Ebbene: cosa sta accadendo alla nostra Società? Perché ci si permette di usare un bambino per richiedere ai genitori una retta non pagata? Che tipo di ripercussioni ne avranno questi bimbi esclusi dal resto della classe, in età adulta?
 
Nessuno che ne parli, di questo aspetto del tutto terribile.
 
Stiamo vivendo un periodo storico che mette in discussione tutto ciò che abbiamo raggiunto in anni ed anni di evoluzione.
 
Stiamo cancellando pagine di Storia. Di psicologia. Di pedagogia.
 
Stiamo mettendo tutto sotto la lente di ingrandimento tarata solo per accertarsi che la cartamoneta che abbiao in mano sia originale e non taroccata.
 
Stiamo metendo il denaro in una posizione di tale priorità da cancellare qualsiasi altro ragionamento.
 
Stiamo implodendo. Ecco il punto. Dopo anni di interrogativi sul “Se”. Dopo decenni di ragionamenti sulla psiche e le priorità umane. Dopo un incredibile susseguirsi di ragionamenti per mettere al centro del mondo l’Individuo ebbene... Dobbiamo prendere atto che il fine utlimo era solo il denaro, il mercato, le dinamiche economiche.
 
Mi vergogno per coloro che, pagati per formare i nostri figli, hanno preferito malformarli psicologicamente, a fronte di qualche retta non pagata. Mi vegogno per quei genitori che, intervistati al TG, hanno dichiarato che “E’ giusto che sia così...” dall’alto del loro conto in Banca.
 
Mi vergogno di una Comunità che crea razzismo su ogni nostro connazionale: sud, disabili, anziani, bambini in crisi economica.
 
Mi vergogno: perché vorrei fare tanto e non posso fare altro che scriverlo.

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