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Affaire Polanski e la pedofilia. Fascista chi accusa Mitterand... anche AgoraVox

Quello che sta succedendo in Francia rispetto all’affaire Polanski non è immaginabile in Italia, se non leggendone le cronache che da oltralpe si susseguono quotidianamente. Polanski è legato alla Francia dalla nascita e dalla sua seconda vita, quella che è seguita proprio all’accusa per cui il 26 novembre il regista è stato arrestato dalla polizia svizzera in seguito a un mandato di cattura internazionale dovuto all’accusa di violenza sessuale (reato che negli Usa e in Svizzera non cade in prescrizione), ai danni di Samantha Geimerm, all’epoca – nel 1977 - 13enne
 
In Francia questa storia è diventata un caso politico, in tutto e per tutto, e adesso anche i nostri cugini francesi di AgoraVox Francia ne sono stati tirati dentro a causa di un articolo del settimanale L’Express.
 
In seguito all’arresto di Polanski - che in base alla sentenza provvisioria del Ministro della Giustizia in Svizzera dovrà rimanere in carcere - infatti, tantissime voci si erano alzate, alternandosi tra coloro che erano a favore dell’arresto in nome di una giustizia che non deve guardare in faccia a nessuno e coloro, innocentisti, che reputavano questa storia passata, con l’avallo della stessa Geimerm che aveva dichiarato di avere ormai perdonato il regista.
 
Tutto nell’ordine della cronaca e delle carte finché a intervenire su questa storia non è il nuovo ministro della cultura francese Frédéric Mitterrand che appoggia il regista e dice testualmente: “Se il mondo della cultura non sostiene Roman Polanski, vuol dire che non c’è più cultura nel nostro paese. Sono molto commosso nel parlarne perchè credo sia una cosa spaventosa e totalmente ingiusta. Roman Polanski è un uomo di cinema di reputazione internazionale ed è un’emozione molto profonda dato che Polanski è un uomo meraviglioso. Vederlo linciato in questo modo e intrappolato per una storia che non ha veramente senso è assolutamente spaventoso. È allo stesso modo in cui c’è un’America generosa, c’è n’è anche una che fa paura ed è questa America che viene a presentarci il suo volto. Do il mio appoggio a Polanski. Il Presidente della Repubblica segue il dossier attivamente, ho avuto l’occasione di parlarne con lui (...) e penso che provi le stesse emozuioni mie e di tutti i francesi... Penso che tutti i francesi debbano essere con Roman Polanski in queto momento”.
 
Questa dichiarazione scatena il panico. A stretto giro risponde il verde Cohn Bendit, paladino del maggio francese, che si domanda se fosse il caso che il Ministro della Cultura facesse un’uscita del genere: “È un problema della giustizia e trovo che un Ministro della Cultura, anche se si chiama Mitterand, dovrebbe dire: ‘aspetto di leggere le carte’”, prendendo in contropiede i numerosi sostenitori del regista.
 
Il corto circuito mediatico si è avuto nel momento in cui AgoraVox Francia ha pubblicato un articolo in cui si evidenziavano dei passaggi di un libro dello stesso Mitterand, La Muavaise vie, uscito per Laffont nel 2005: “Ho preso l’abitudine di pagare per dei ragazzi (...). Ovviamente ho letto quello che si è potuto scrivere sul commercio di ragazzi qui (in Thailandie e Indonesia ndr) (...) so quello che c’è di vero. Le condizioni di miseria, sfruttamento generalizzato, le montagne di dollari che apportano quando i ragazzi non ne ritirano che le briciole, la droga che fa devastazioni, le malattie, i dettagli sordidi di tutto quel traffico lì. Ma quello non m’impedisce di ritornarci. Tutto quel rituale di fiere di efebi, di mercato degli schiavi mi eccitano enormemente (...) Non potrei che definire un simile spettacolo abominevole dal punto di vista morale, ma mi piace al di là del ragionevole. La profusione di giovani ragazzi così attraenti e immediatamente disponibili mi mettono in uno stato di desiderio che non ho più bisogno di frenarmi o di nascondere. I soldi e il sesso, sono al cuore del mio sistema, quello che funziona alla fine perché so che non mi rifiuterà mai”.
 

Lo stesso ministro aveva cercato di correggere il tiro riguardo quelle pagine sulla pedofilia, dicendo che quando parla di garçon, ovvero ragazzi, parla dall’alto della sua età (60 anni) e fa intendere che non si parla per forza di minorenni. La verità la sa solo lui, ma i dubbi restano.
 
L’articolo di AgoraVox France si chiude così: “Queste confessioni di Frédéric Mitterand non hanno commosso nessuno quando sono apparse (...) Nel commentare l’affare Polanski, ci domandiamo se il ministro della cultura fosse nel suo ruolo di Ministro”.
 
Questi sono alcuni dei fatti.
 
Oggi l’Express, partendo da un articolo di AgoraVox France, ha scritto un articolo intitolato “La fasciosfera accusa Mitterand di Pedofilia”. Insomma quest’articolo critico di AgoraVox Francia al Ministro della Cultura ha scatenato una reazione a catena e il giornale LePost, sito di giornalismo partecipativo di Le Monde, ha ripreso quelle dichiarazioni che sono rimbalzate anche su diversi siti di destra e estrema destra, fino a portare il Front National a indire una petizione chiedendo le dimissioni del Ministro.
 
L’Express fa tutto un calderone, e dà della fasciosfera a tutti coloro che criticano il Ministro (di sinistra) del governo (di destra) francese.
 
Come tutti sapete AgoraVox è un giornale partecipativo che permette a chiunque, di qualunque religione, visione politica etc... di proporre degli articoli. Quello in questione non prendeva posizione sull’affaire Polanski, ma si poneva delle domande, in seguito a una dichiarazione quantomeno frettolosa di un Ministro della Cultura (ricordate che non siamo in Italia dove i Ministri, destra e sinistra, pontificano su qualunque cosa in quelunque momento).
 
Paul Dalio, reporter del giornale francese ha risposto al pezzo dell’Express, ponendosi delle domande e portando qualche fatto.
 
“Amici fascisti buongiorno!”. Comincia così il pezzo del reporter francese che critica l’attacco insensato a internet: “Quando si vuole ammazzare il proprio cane lo si accusa di avere la rabbia. Chi vuole ammazzare la credibilità di internet, mette la propria da parte e accusa gli internauti delle peggiori cose” e, soprattutto, perché il settimanale francese ha fatto scrivere questo articolo ad una stagista e non ad un redattore? Insomma Dalio ci va giù duro.
 
Il problema principale è chiaro. Questa battaglia è una battaglia che la figlia di Le Pen ha fatto propria e questo è un problema. Ma non è la sola, dato che sullo stesso sito del settimanale francese molti commentatori chiedono le dimissioni del Ministro (come mostra un sondaggio dello stesso sito) e non sono loro. È un problema non da poco. Il Primo Ministro francese scrive in un libro di aver fatto del turismo sessuale, usando termini come gosses e jeunes garçons, e poi si difende dicendo che non ha specificato l’età.
 
Dalio riporta poi i commenti al sito dell’Express e a Arrêt sur images, sito che segue l’attualità dei media, in cui sono tantissime le persone che stigmatizzano le posizioni di Mitterand. La domanda sorge spontanea: sono tutti fascisti?

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