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Addio a Amy Winehouse: il cordoglio su twitter e il "Club dei 27"

"Una morte scioccante nella sua orribile prevdibilità" scrive il Guardian. 27 anni, una vita (breve) dedita a droghe e alcol, Grammy Awards, concerti tentui assieme con lo scotch, esibizioni barcollanti, un album importante, insomma Amy Winehouse, trovata morta ieri nel suo appartamento di Londra ieri pomeriggio alle 4, è entrata a far parte del mito della musica e non solo per le sue canzoni. Morti giovani e rock&roll, un binomio valido ancora oggi, dopo che ha mietuto illustri vittime a cavallo tra la fine dei 60 e i 70: Sid Vicious, Keith Moon, Tim Buckley etc...

Morta probabilmente per un’overdose (benché la polizia non dia ancora le ragioni della morte ufficiale), era da tempo che praticamente non riusciva a stare in piedi, come mostra questo video. È impossibile, comunque, parlare di lei solo come artista, tant’è vero che la cantante inglese era una delle prede più succulente (e facili) dei tabloid di mezzo mondo, ma era anche una voce che improvvisamente aveva spiazzato tantissimi fruitori e critici che già avevano fiutato in quel corpo esile ma con una voce potentissima una diva e da tale era trattata, infatti.

 
Frank, il suo primo album (aveva 20 anni) fu candidato ai Mercury Prize e divenne triplo disco di platino, ma è con Back to Black che la cantante inglese raggiunge l’apice. Uscito nel 2006, Back to Black, il secondo album della Winehouse, ha venduto circa 10 milioni di copie e 5 Grammy Awards, mescolando soul ad R&B. Sarà difficile fare a meno dell’esegesi dei suoi testi specie se il singolo che ha trainato (e aperto) l’album si chiama Rehab (riabilitazione) e comincia così: “They tried to make me go to rehab but I said 'no, no, no'” (“Hanno cercato di mandarmi in riabilitazione ma ho detto: no, no, no”), insomma una canzone che non passò sotto silenzio neanche all’epoca, ma che oggi e in futuro non potrò non essere ricordato come un manifesto di vita.
 

Belgrado era stata la sua ultima apparizione; una Winehouse in condizioni pessime aveva biascicato qualche parola delle sue canzoni barcollando sul palco. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: tour europeo annullato e un comunicato dello staff abbastanza esplicativa: “Tutte le persone coinvolte intendono fare il possibile per aiutarla a tornare al suo meglio e le sarà dato il tempo necessario per far sì che ciò accada”.
 
È il giorno più triste della sua vita scrive su twitter Mark Ronson, produttore di Back to Black assieme a Salaam Remy che sempre sul social network scrive: “Un giorno tristissimo. Ho perso una grande amica e una sorella”, ma sono tanti gli amici che la ricordano su twitter: 
 
 
La Winehouse entra nel club dei 27, ovvero il club degli artisti morti a quell'età, all'apice di una carriera fatta di abusi e grandi performance; "The stupid club" come lo chiamò la madre di Kurt Cobain: Jimi Hendrix, janis Joplin, Brian Jones, ma anche Kurt Cobain, Jim Morrison
 

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