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Partito l’attacco alla rete

Youtube e Facebook nel mirino. Colpirne "un po’ " per educare la moltitudine.

Se ne sono accorti. Han fatto finta sinora che la rete non esistesse, ma ora non possono più rimanere con le mani in mano. La Casta ora reagisce. Non può essere un caso l’attacco incrociato degli ultimi giorni contro gli utenti di Youtube e Facebook.

Il Ministro Maroni ha detto che chiuderà il gruppo "Uccidiamo Berlusconi" e denuncerà gli utenti che vi hanno partecipato. Sicuramente il gruppo era di pessimo gusto, ça va sans dire, la morte non si augura a nessuno ma quanti gruppi così ci sono nei social network e per quanti non si prendono provvedimenti?

Basta scrivere “Uccidiamo” nella form di ricerca di Facebook per renderci conto di tutto questo.

Facebook ha 300 milioni di utenti in tutto il mondo, e pullulano le pagine con queste idiozie, ma idiozie rimangono. Maroni, durante la conferenza stampa de L’Aquila ha anche asserito che esiste "un’azione quotidiana e capillare di denigrazione del Presidente del Consiglio, che può portare qualche mente malata ad ipotizzare azioni di questo tipo”.

Ci sorge spontanea una domanda per il Ministro dell’Interno. Come considera le parole di Bossi “per i fucili c’è sempre una prima volta” emesse durante un comizio, oppure la frase "abbiamo 300mila martiri pronti a venir giù dalle montagne”? Tralasciando altre suoni gutturali di questo tipo, come mai al Ministro non è venuto voglia di denunciare il suo segretario Umberto Bossi?

Contestualmente Il senatore Udc Salvatore Cuffaro, colpevole di favoreggiamento semplice nel processo di primo grado per le "talpe" alla Dda di Palermo e condannato a 5 anni di reclusione nonché all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, ha deciso di prendersela con alcuni utenti di Youtube. Recita la versione online di Libero: "Il senatore Udc, Salvatore Cuffaro, ha deciso di querelare chi ha messo online, "titolandolo falsamente" "Cuffaro attacca Falcone", uno spezzone estrapolato da una puntata di Samarcanda del 1991. Cuffaro intende perseguire quanti, fra gli oltre quattromila commentatori di Youtube hanno inserito minacce, inviti al suicidio o gli hanno augurato la morte."

Querele, minacce di denunce, fatte per spaventare gli utenti, per far nascere la paura dell’esprimersi liberamente e condizionare il popolo della rete cercando in questo modo di bloccare questo fantastico mondo che sta permettendo l’inizio di una nuova era dell’informazione totale e della condivisione. La televisione nostrana era riuscita a mortificare e normalizzare le menti della popolazione. Internet sta risvegliando le coscienze, soprattutto dei più giovani.

Mi permetto di prendere in prestito un motto caro a Beppe Grillo. Loro non molleranno mai, ma neppure noi (il popolo della rete).

 

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