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 Home page > Attualità > Politica > 21 Giugno, vota "no". Anzi, non votare!

21 Giugno, vota "no". Anzi, non votare!

Referendum elettorale? Una "porcata" dietro l’altra!

Non facciamoci prendere per "il quorum".

Ecco perché:

1- Essere “contrari” a questo referendum elettorale
2- E scegliere l’astensione come unica "scelta utile"…

COSA PREVEDE IL REFERENDUM DEL 21 GIUGNO PROSSIMO?

Gli Italiani, il prossimo 21 giugno, saranno chiamati ad esprimersi su tre quesiti referendari:

 
PRIMO: col primo quesito si chiede:

- l’introduzione di un “premio di maggioranza” (pari all’assegnazione del 55% dei seggi) in favore della singola lista più votata alla Camera dei Deputati

- e l’innalzamento della soglia di sbarramento al 4% per l’accesso alla Camera dei deputati.

 
SECONDO: col secondo quesito si propone:

- l’introduzione di un “premio di maggioranza” (sempre del 55% dei seggi) anche al Senato in favore della singola lista più votata

- e l’innalzamento della soglia di sbarramento all’8% per l’accesso al Senato.

 
TERZO: col terzo quesito, infine, si reclama di abrogare le “candidature multiple” (quest’ultimo è certamente l’unico quesito ampiamente condivisibile!)

 

COSA CAMBIEREBBE SE VINCESSE IL “SI”?

 

Se si raggiungesse il quorum (pari al del 50%+1 degli aventi diritto al voto) e se i “Si” prevalessero sui “No”:

 

1- Non si assegnerebbe più alcun premio di maggioranza alle “coalizioni” (sia alla Camera che al Senato) bensì alle “singole liste” (ossia ai partiti).

Secondo l’attuale legge elettorale, invece, a beneficiarie del premio di maggioranza possono essere anche le “coalizioni di liste” (il referendum si propone proprio di abrogare la disciplina che permette il collegamento tra liste). 

2- Le “soglie di sbarramento” (ossia il livello minimo di voti necessario per ottenere seggi in Parlamento) salirebbero:

- al 4% per la Camera (già oggi è al 4%, ma si riduce al 2% per i partiti coalizzati)

- e all’8% per il Senato (contro il 3% vigente!). 

3- Vigerebbe il divieto di “candidature multiple”, ossia di candidare la stessa persona in più circoscrizioni (ad esempio, alle prossime elezioni europee, sia Berlusconi che Di Pietro sono capolista in più circoscrizioni).

Perché ciò sarebbe certamente un bene per la rappresentanza politica?

Perché le “candidature multiple” determinano la conseguente “cooptazione oligarchica” della classe politica: l’eletto in più circoscrizioni (cd. “plurieletto”), infatti, optando per uno dei seggi vinti lascia vacanti gli altri e determina l’elezione dei candidati in subordine!

Ben 1/3 dei parlamentari attualmente in carica sono stati “eletti” per grazia ricevuta: ciò non fa che indurre ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità degli eletti che danneggiano la dignità della funzione parlamentare!


PERCHE’ ESSERE “CONTRARI” A QUESTO REFERENDUM?

 

1- Perché L’ESITO DEL REFERENDUM “PEGGIOREREBBE” IL SISTEMA ELETTORALE VIGENTE:

a. non verrebbero ripristinate le “preferenze” (la più evidente falla della legge elettorale “vergogna” vigente!), ossia il diritto degli elettori di scegliere quali rappresentanti mandare in Parlamento

b. e, introducendo un premio di maggioranza in favore della singola lista più votata, si affiderebbe ad un solo partito (anche se questo disponesse solo del 20 o 30% di preferenze, purché il partito nel complesso più votato!) il potere di “occupare” (a mio avviso “abusivamente”) il 55% dei seggi in Parlamento!

Ciò comporterebbe:

a. snaturare il senso di una “democrazia rappresentativa” (la maggioranza del Parlamento sarebbe espressione di una minoranza di Italiani!)

b. accentrare il potere pubblico in poche mani (affidando le chiavi della nostra democrazia, in pratica, nelle mani di un segretario di partito!)

c. e discriminare il voto degli Italiani in base al partito di appartenenza (il voto degli elettori del partito maggioritario varrebbe “il doppio” rispetto al voto in favore dei partiti minori!)

 

2- Perché L’ESITO REFERENDARIO SAREBBE INUTILE E FACILMENTE RAGGIRABILE.

Nelle intenzioni di Segni e Guzzetta, il referendum dovrebbe:

a. instaurare un “bipartitico puro” (sull’esempio inglese o americano, per intendersi) in luogo del “bipolarismo” figlio della seconda Repubblica (spingendo gli attuali soggetti politici alla costruzione di due soli partiti contrapposti)

b. ed imporre un “presidenzialismo camuffato” (contrario al “parlamentarismo” delineato dalla Costituzione vigente).

A parte il fatto che:

a. non si sente più un estremo bisogno di “semplificazione” del quadro politico in quanto, dopo le ultime elezioni, una semplificazione è già di fatto avvenuta (sono solo cinque le forze politiche rappresentante in Parlamento: Lega, Pdl, Udc, Pd e Idv)

b. e imporre un “bipartitismo forzato” appaia come un morboso tentativo di seguire una moda politica esterofila lontanissima dalla tradizione politica italiana e dal dna culturale del Paese

tali propositi, in ogni caso, sono destinate ad essere traditi se non raggirati!

Niente e nessuno, infatti, vieterebbe ai partiti attuali di allearsi in due grandi “listoni elettorale” contrapposti (così da competere uniti per conseguire il premio di maggioranza) per poi dividersi, subito dopo le elezioni, in gruppi parlamentari autonomi!

 

3- Perché QUESTO REFEREMDUM INDEBOLIREBBE OGNI FORMA DI “PLURALISMO POLITICO”.

I referendari, infatti, sono evidentemente animati da un “intento persecutorio” contro i piccoli partiti!

L’obiettivo del referendari è indurre i soggetti politici minori (ma nemmeno poi tanto “piccoli”, come la Lega, l’Idv e l’Udc) a confluire nei partiti più grandi:

- perdendo la loro identità

- ed impedendo alle istanze minoritarie di avere “alcun ruolo” (alcuna rappresentanza sostanziale) sulla scena politica.

Con ciò non si vuole difendere ogni forma di “multipartitismo estremo” né incoraggiare la “frammentazione politica” (già oggi, in realtà, lontano ricordo!): si tratta, invece, di riconoscere uno spazio di “esistenza politica” a partiti che, pur contando “milioni di voti”, verrebbero esclusi (se non rinunciassero alla propria identità):

- sia da alcuna possibilità di concorrere al governo del Paese

- sia da alcuna rappresentanza politica parlamentare (specie in Senato, dove risulterà pressoché impossibile per tutti i partiti minori, stante le sirene del “voto utile” in favore dei partiti maggioritari, raggiungere l’alta soglia di sbarramento dell’8%!).

 

4- Perché QUESTO REFERENDUM E’ “PERICOLOSO PER LA DEMOCRAZIA”!

Fino a che punto le esigenze di “governabilità” e di facile “decisionismo” della maggioranza di Governo possono spingerci a stravolgere i risultati elettorali (soppesando diversamente il voto dei cittadini)?

Per quale ragione “democratica” si dovrebbe sentire il bisogno estremo di far fuori dal dibattito politico Lega, Idv ed Udc (costringendoli, al massimo, ad essere “fagocitati” dal Pdl e dal Pd)???

Tutti i cittadini hanno diritto a disporre di una “rappresentanza politica” in Parlamento:

- comunque la pensino

- sia pur entro i limiti di un eccessivo “frazionamento” della rappresentanza politica.

Il rischio di un “parlamentarismo confuso” oggi non esiste, essendo escluso dalla presenza di soglie di sbarramento sia per l’accesso alla Camera che al Senato.

Per quale motivo, allora, sopprimere tutte le restanti voci “minoritarie” del Paese?!

LA STORIA SI RIPETE?

 

Molti, ipotizzando le conseguenze di un successo del referendum elettorale, hanno apertamente parlato di rischio di “emergenza democratica”.

E’ una invocazione eccessiva?

Prima di rispondere sbrigativamente, rinfreschiamo un po’ la memoria … (spero che almeno la Storia, in questo Paese, sia condivisa!).

 

Il 18 novembre del 1923 è entrata in vigore in Italia la legge elettorale “Acerbo”, che prevedeva:

- l’adozione del sistema maggioritario plurinominale all’interno di un collegio unico nazionale

- e l’elezione in blocco di tutti i candidati della singola lista che otteneva la maggioranza relativa con una percentuale superiore al 25%.

Alle elezioni del 6 aprile 1924 il “Listone” guidato da Benito Mussolini prese il 61,3% dei voti: il premio di maggioranza, così, scattò in favore del Partito nazionale fascista (che, tra le liste parte del Listone, risultò la più votata).

Il resto della storia è facilmente consultabile nei libri scolastici …

Il fascismo non nacque da una rivoluzione ma da una “elezione democratica”, favorito da una legge elettorale non molto diversa da quella che uscirebbe dal referendum del 21 giungo prossimo se passasse il “Si”!!!

 

Il 31 marzo 1953 fu promulgata la legge elettorale n. 148, definita dai suoi oppositori “Legge truffa”.

Si trattava di una modifica in senso maggioritario della legge proporzionale del 1946: la legge introduceva un premio di maggioranza consistente nell’assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei Deputati alla lista (o al gruppo di liste “apparentate”) in caso di raggiungimento del 50%+1 dei voti validi.

Alle elezioni politiche di quell’anno le liste apparentate guidate dalla Dc ottennero solo il 49,8% dei voti: per un soffio non è scattato il premio di maggioranza previsto!

 

Ci rendiamo “oggettivamente” conto (al di là del diverso contesto storico-politico in cui viviamo …) che il referendum elettorale del prossimo giugno è una versione “molto peggiorativa”:

- sia della “Legge Acerbo” del ’23

- che della “Legge Truffa” del ‘53?!

 

 

PERCHE’ E’ PIU’ EFFICACE L’ “ASTENSIONE” CHE IL VOTO CONTRARIO?

 

Le elezioni referendarie hanno una valenza diversa dalle elezioni europee, politiche o amministrative: conta non solo il voto ma anche il “non voto”!

Anzi l’astensione può contare più del voto se decisiva a non far raggiungere il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto recatisi alle urne!

Per tal ragione, considerata l’alta probabilità che non si raggiunga il quorum (dato il non accorpamento del referendum con le elezioni europee), la strategia migliore (in quanto più efficace) per opporsi al referendum è quella di “non votare”!

L’opzione “astensionista” non è affatto una scelta “qualunquista” o inutile: è la stessa Costituzione, prevedendo un quorum per la validità dei referendum abrogativi, a riconoscere un ruolo utile all’astensione!

Per usare le parole di Pancho Pardi: “far mancare il quorum non è manifestazione di indifferenza. E’ difesa attiva della democrazia!”

 

 

PUOI LEGGERE L’ARTICOLO COMPLETO SUL BLOG “SPAZIO LIBERO”:

- (parte I: Referendum elettorale: una “porcata” dietro l’altra!) http://spaziolibero.blogattivo.com/g-s-b1/IL-21-GIUGNO-VOTA-NO-ANZI-NON-VOTARE-parte-I-b1-p179.htm

- (parte II: Non facciamoci prendere per “il quorum”!) http://spaziolibero.blogattivo.com/g-s-b1/IL-21-GIUGNO-VOTA-NO-ANZI-NON-VOTARE-parte-II-b1-p178.htm

- (parte III: Non votare unica “scelta utile”) http://spaziolibero.blogattivo.com/g-s-b1/IL-21-GIUGNO-VOTA-NO-ANZI-NON-VOTARE-parte-III-b1-p177.htm

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Commenti all'articolo

  • Di Francesco Zanfardino (---.---.---.232) 4 giugno 2009 13:26

    Questo articolo giunge a conclusioni palesemente errate. D’altronde, sono errori in cui molti, anche le menti più brillanti, sono incappate.

    In questo articolo, infatti, si dice che bisogna essere contrari a questo Referendum perchè altrimenti una singola lista potrebbe avere la maggioranza in Parlamento anche se ha il 20-30% dei voti. Vero, verissimo. Peccato che QUESTO PUO’ GIA’ AVVENIRE. Questo perchè attualmente il premio di maggioranza può andare "alla singola lista o alla coalizione di liste più votata": dopo il Referendum potrà andare solo "alla singola lista", ma ciò non toglie che già adesso può andare alla singola lista. Facciamo un esempio: se alle ultime elezioni il PD e PDL si fossero presentati da soli, il PDL avrebbe avuto il 55% dei seggi con solo il 37% dei voti, perchè sarebbe risultata la più votata fra le liste presentate. E’ una delle tante perversioni dell’attuale legge Calderoli.

    Inoltre, il meccanismo dei premi di maggioranza al Senato, che è su base regionale, scongiura ipotesi di "corse da soli" dei principali partiti: una sfida a tre tra PDL, Lega ed una aggregazione di CSX (Pd-Idv-Sinistraelibertà-Radicali) al Nord sarebbe dagli esiti molto incerti in tutte le Regioni, e quindi difficilmente si otterrebbe una maggioranza univoca in Senato. Difficilmente realizzabili dunque eventuali progetti "dittatoriali".

    Nell’articolo, inoltre, si dice che bisogna essere contrari al Referendum perchè restringerebbe la rappresentanza democratica. Premesso che sono favorevole alla più ampia rappresentazione democratica (vedesi la mia proposta di legge elettorale che potete trovare su www.discutendo.ilcannocchiale.it, che garantisce maggioranza stabili e diritto di tribuna a piccoli e piccolissimi), anche questa è una conclusione errata: LA RAPPRESENTANZA DEMOCRATICA E’ GIA’ RISTRETTA con l’attuale legge elettorale. L’approvazione del Referendum, infatti, non cambierebbe lo sbarramento del 4% che ha già fatto fuori Sinistra Arcobaleno, La Destra e Partito Socialista. E che certo non farebbe fuori la Lega Nord e l’UDC, o l’Italia dei Valori, ammesso che quest’ultima non confluisca nel PD come fatto dai Radicali alle ultime elezioni. Di fatti, con il Referendum sarebbe abolito solo lo sbarramento "speciale" del 2% per le forze che sono in coalizione (più il recupero della prima lista sotto il 2%). Ma, se alle ultime elezioni Pd e Pdl si fossero presentati da soli, in Parlamento sarebbero andate le stesse forze, tranne l’MPA, che con il suo 1% riuscì ad entrarci in virtù della norma del "recupero". Ma gli sarebbe bastato confluire nel PDL o nell’UDC.

    Quanto alle preferenze, è vero che il Referendum non cambia niente, ma nessuno ha mai detto che sarebbero cambiate. D’altronde, con un Referendum abrogativo era impossibile modificare quella parte della legge (con il Referendum si può solo "cancellare" parti della legge, non sostituirle con altre) a meno di non abrogarla interamente: e, in effetti, un ritorno al Mattarella era più che auspicabile, ma tant’è, ci dobbiamo arrangiare.

    Insomma, i tanti pericoli paventati sull’approvazione del Referendum sono del tutto infondati. Nemmeno a me piace la legge che uscirebbe dalle urne, proprio perchè non tanto dissimile dall’attuale. Ma il punto è proprio questo: LA LEGGE ATTUALE FA SCHIFO, E VA CAMBIATA. Una bocciatura del Referendum invece darebbe una scusa in più a chi non vuol cambiare questa legge, ovvero la maggioranza del Parlamento. Approvare il Referendum invece costringerebbe a cambiarla, per un motivo molto semplice: la Lega Nord non potrebbe mai accettare la legge che uscirebbe dalle urne. Dunque, o costringerà il PDL a cambiarla, o farà cadere il Governo, cambiando la legge con le opposizioni (infatti, il PDL non ha la maggioranza da solo in Parlamento).

    ANDIAMOM A VOTARE DUNQUE, E VOTIAMO TRE SI’.

    P.S. Per tutti coloro che non fossi riuscito a convincere: perlomeno, recatevi al seggio, RIFIUTATE LE PRIME DUE SCHEDE, quelle dei primi due quesiti, relativi al premio di maggioranza alla singola lista, ed ACCETTATE LA TERZA SCHEDA, quella che cancella le candidature multiple e quindi pone fine alla pratica vergognosa del Parlamento scelto dopo le elezioni (ad esempio, Berlusconi ha di fatto nominato 18 parlamentari dopo le elezioni, grazie alle rinunce in tutte le circoscrizioni in cui si è candidato capolista ed è stato eletto). Rifiutare la scheda, che è una possibilità prevista dalla legge, non contribuisce al raggiungimento del quorum, a differenza del votare "scheda bianca"; in questo modo, contribuite perlomeno a far vincere il terzo quesito, che è oggettivamente giusto.

    Francesco Zanfardino - www.discutendo.ilcannocchiale.it

    • Di sborgus (---.---.---.115) 4 giugno 2009 15:08

       Bravo Francesco, condivido totalmente le tue argomentazioni (ho scritto un articolo simile per AgoraVox qui http://www.agoravox.it/21-giugno-Re...)

      L’unica cosa su cui ho dei dubbi riguarda il votare tre sì: secondo me votare tre sì rischia di legittimare eccessivamente la legge che uscirebbe dal referendum, per questo motivo voterò no al primo quesito e sì agli altri due. Ritrovarsi con una legge elettorale di un tipo alla Camera e di un altro tipo al Senato renderebbe necessario riformarla seriamente, come mi auguro.

      Se ti può interessare sul sito www.termometropolitico.it facciamo molte analisi di questo tipo, e la settimana prossima pubblicheremo un’intervista al professor Guzzetta.

      Ciao!

    • Di Giorgio Floris (---.---.---.69) 4 giugno 2009 16:48

      Secondo me la scelta migliore è quella di votare "si" solo al terzo quesito rifiutando le schede per il primo ed il secondo.
      In questo caso dalla differenza fra i votanti al terzo referendum ed i votanti ai primi due ridulterebbe chiaro l’intento di una astensione attiva, senza correre il rischio che venga ottenuto il quorum per i primi due quesiti.

    • Di pint74 (---.---.---.8) 4 giugno 2009 18:21
      pint74

      Concordo sul votare si solo per la terza scheda.
      Senza dubbio è la decisione più saggia...

  • Di GASPARE SERRA (---.---.---.88) 4 giugno 2009 17:10

    Caro sig. Zanfardino,
    rispetto le posizioni legittime di tutti, compreso di chi è favorevole al referendum.
    Non posso però non controbiettare alle sue obiezioni che mi paiono sinceramente semplicistiche e facilmente confutabili:

    PRIMO:
    Nessuno ha negato che già oggi il premio di maggioranza potrebbe andare anche alla singola lista più votata (se venisse meno la logica degli schieramenti e tutte le forze politiche corressero da sole ed alla pari).
    Il punto che Lei non evidenzia, però, è che:
    a- il referendum, se passasse, vieterebbe per legge le coalizioni (mentre oggi le forze politiche sono incentivate a coalizzarsi prima delle elezioni per conseguire più facilmente il premio di maggioranza)
    b- in base alla legge Calderoli:

     ciò che è formalmente possibile (l’assegnazione del premio di maggioranza alla singola lista più votata in mancanza di coalizioni)

     è praticamente impossibile o inimmaginabile: ammettendo pure che il Pdl corresse da solo alle prossime elezioni politiche, difatti, le forze politiche contrapposte non avrebbero nessun interesse a fare altrettanto, bensì sarebbero invogliate a coalizzarsi risultando così non impossibile ma facilmente ipotizzabile superare insieme (Pd+Idv+Sd+Radicali e magari + Udc, per esempio) i consensi del singolo Pdl! Ragion per cui il Pdl, allo stato, si terrebbe bene lontano dalla tentazione di rinunciare alla coalizione indispensabile con la Lega!

    SECONDO:
    Lei ha ricordato che già oggi esistono soglie di sbarramento che eliminano dalla rappresentanza politica (giustamente) i partiti minori.
    Quel che non ricorda, però, è che tale soglie sarebbero destinate ad alzarsi di colpo in Senato, in maniera spropositata, dal 4 all’8% (con ciò mettendo in discussione anche la rappresentanza politica di Udc, Lega ed Idv!)
    Questo contro l’esigenza democratica di pluralismo della rappresentanza politica!

    TERZO:
    Lei dice: "Le preferenze? Nessuno ha mai detto che sarebbero cambiate col referendum".
    Non metto in discussione la sua buona fede ma constato il modo scorretto e disinformativo di condurre la campagna pro-referendum che gran parte della politica sta conducendo!
    Per essere precisi, fino ad ieri sera (3 giugno), nel corso della puntata di OttoeMezzo su La7, il segretario Franceschini ha letteralmente preso in giro gli Italiani non ancora ben consapevoli del contenuto del referendum (cioé la stragrande maggioranza!) invitandoli a votare Si "per ridare ai cittadini la facoltà di scegliere i propri eletti al Parlamento": quanto di più falso e lontano dalla realtà! (non ripristinandosi affatto, questo referendum, le preferenze!)

    QUARTO:
    L’altra tesi ripetuta dai sostenitori del referendum (Lei compreso) è la seguente: "la legge Calderoli è una porcata: dunque va cambiata!"
    Nessuno più del sottoscritto è d’accordo!
    Ma che centra questo col referendum?
    Il referendum del prossimo 21 giugno, se passasse:
    a- peggiorerebbe "indiscutibilmente" la già brutta "porcata" vigente (rendendola una "super-porcata!), salvo che per il terzo e meno rilevante quesito ...
    b- darebbe vita ad una nuova legge elettorale pienamente valida ed efficace:

     nessun obbligo vi sarebbe in capo al Parlamento di cambiarla ulteriormente (anzi, francamente ciò vorrebbe dire infischiarsi della volontà popolare già espressasi col referendum!)

     e, soprattutto, nessun interesse avrebbe Berlusconi (come da Lui già dichiarato!) a modificare la stessa legge per far comodo agli auspici del Pd!
    Sostenere che votare "Si" è un modo per invogliare il Parlamento a modificare la legge elettorale, dunque, è la più colossale "bufala politica" che ho avuto modo di sentire negli ultimi anni!

    Per queste ragioni,
    IO MI ASTENGO IL 21 GIUGNO
    ED INVITO TUTTI GLI ELETTORI A NON ANDARE A VOTARE!!!

  • Di malatempora (---.---.---.52) 4 giugno 2009 18:46

    Quoto in pieno Gaspare Serra e aggiungo un’elteriore considerazione. Il sistema elettorale italiano attuale ha letteralmente devastato la politica italiana, distruggendo il sistema dei partiti, ridotti nella maggior parte dei casi a puri comitati d’affari; in sostanza una lotta di bande nelle quali ognuno rappresenta se stesso e il proprio particolarismo. Il sistema maggioritario lungi dal rappresentare democraticamente un popolo(vedasi la Gran Bretagna dove un partito liberale che sfiora anche il 20% dei voti non riesce ad entrare in parlamento ma gli esempi potrebbero essere numerosi). Se tanti studiassero la storia italiana degli ultimi secoli capirebbero tante cose ed eviterebbero come nel caso di Zambardino di trarre conclusioni semplicistiche e diciamolo anche qualunquistiche. In Italia il concetto di stato è sempre stato considerato come qualcosa di cui fare a meno con tutti i relativi danni prodotti; non è casuale che il fascismo sia nato nel nostro paese e i padri fondatori della nostra costituzione capirono bene che un sistema proporzionale era quello più aderente alla nostra realtà sociale e politica. Questo avrebbe evitato ad un solo partito di poter ottenere tutto il potere con tutti i rischi del caso. Qualcuno obietterà che il proporzionale con le preferenze ha generato clientelismo e corruzione sopratutto nel meridione ma di certo le cause non sono da ricercare solo nel sistema elettorale ma da cause storiche ben precise risalenti all’unità nazionale, avvenuta in modo diseguale. In ogni caso il proporzionale ci ha dato lo statuto dei lavoratori , il divorzio, la legge sull’aborto, la legge 180(legge Basaglia), ecc... e sopratutto di identificarsi nel proprio schieramento politico,giusto o sbagliato che fosse ma che ha permesso la più ampia rappresentitività popolare. La cosidetta democrazia bipolare forse e preciso forse, può funzionare nelle vecchie democrazie non di certo in un paese come il nostro,da noi ha generato quei due mostri che sono il partito di Berlusconi affiancato dalla lega nord di chiara matrice di estrema destra(la lega nord nasce in origine grazie a dei fuoriusciti da gruppuscoli parafascisti) e uno sconclusionato partito democratico senza anima e idee.

  • Di cincinnato (---.---.---.201) 4 giugno 2009 19:47

    Credo che la vittoria dei "sì" nei primi 2 quesiti in questo momentaccio vada bene esclusivamente al PDL.

    Ma il PDL non ha la maggioranza assoluta, per cui tutti gli altri partiti saranno OBBLIGATI a mettersi d’accordo (siamo ancora una democrazia parlamentare?) per fare una nuova legge elettorale speriamo meno ’porca’ di quella attuale.
    Un saluto

  • Di Conte di Montecristo (---.---.---.115) 4 giugno 2009 23:41

    Strano che un giornale così permetta ad un cretino di scrivere codesta disinformazione!

  • Di Gaspare Serra (---.---.---.18) 5 giugno 2009 10:34
    GASPARE SERRA (autore del blog "Panta Rei")

    Salve a tutti,

    ovviamente non rispondo in questa sede all’ "ignoranza" ed ineducazione di chi, per evidente mancanza di logiche e ragionamenti, non è in grado di rispondere agli argomenti su posti se non con vili offese personali (mi riferisco, naturalmente, al fantomatico "Conte di Montecristo": la sua stessa scelta di nascondersi la faccia celando la sua vera identità è tutto dire ...)

    Cercherò di rispondere nel merito, invece, ai dubbi sull’astensionismo ragionato su esposti, tentando di sviluppare un’analisi più lucida ed obiettiva possibile:

      
    disinteressandosi agli interessi di parte di un partito o un altro

      
    bensì pensando solo alle conseguenze per il Paese di una vittoria del referendum del 21 giugno.

     

    1- QUESTO REFERENDUM E’ UN RIMEDIO PEGGIORE DEL MALE!

     

    Si sostiene che sia in ogni caso migliore la legge elettorale uscente dal referendum piuttosto che quella vigente.

    Il mio punto di vista, invece, è che:

    - se la legge elettorali Calderoli è certamente una “porcata”

    - la legge elettorale modificata dal referendum risulterebbe essere, senza ombra di dubbio, una “superporcata”!

    E’ francamente incomprensibile pensare che la giusta critica alla legge elettorale vigente debba tradursi necessariamente in un voto “ad occhi chiusi” a questo referendum: questo referendum, nonostante si propagandi come una soluzione alla legge “porcata”:

    - non solo non risolve nessun aspetto critico della legge vigente (per intendersi, non si reintroducono le preferenze!)

    - ma finisce col peggiorare la legge vigente (configurando, per intendesi, una legge elettorale ben peggiore della legge Acerbo del ‘23 o della legge truffa del ‘53!).

    Imporre per legge un “bipartitismo forzato” sarebbe:

    - una operazione mostruosa di “mutazione genetica” della politica italiana (io non sono per principio contrario al bipartitismo: riconosco semplicemente che, allo stato, non vi sono le condizioni per una simile riformulazione del sistema politico italiano!)

    - la quale, per di più, rischierebbe di trasformarsi in una poco nobile e trasparente “truffa” a danno degli elettori, essendo prevedibile che i partiti ricorrerebbero all’escamotage di creare due soli “listoni” elettorali prima delle elezioni (per ottenere il premio di maggioranza) per poi frammentarsi in autonomi gruppi parlamentari subito dopo!

     

     

    2- Il mio INVITO ALL’ASTENSIONE:

    a- è RELATIVO AL SOLO REFERENDUM (non alle elezioni europee!)

    b- ed è RIVOLTO A TUTTI COLORO CONTRARI al referendum (a prescindere dalla collocazione politica di ognuno!).

     

    Non mi rivolgo ai “qualunquisti” o “apatici”, a coloro meramente “disinteressati” alla politica (i quali non voterebbero a prescindere!): mi appello, invece, a tutti coloro che (venuti a conoscenza di ciò che comporterebbe l’approvazione di “questo” referendum) ritengono lo stesso una “porcata” peggiore della legge elettorale vigente: in poche parole, una “super-porcata”!

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