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Fare il giro del mondo 20 volte in 25 anni

Viaggiare senza un biglietto di ritorno è il sogno di molti. Ma quanti sarebbero realmente disponibili a rinunciare alle sicurezze di una vita ordinaria per dedicarsi esclusivamente alla scoperta e all'esplorazione?

Gunther Holtorf e sua moglie Christine avevano deciso di prendersi una lunga pausa da tutto. Era il 1988 e molte cose dovevano ancora cambiare. Quando i coniugi tedeschi montarono a bordo del loro fuoristrada Mercedes G-Wagen progettavano di rimanere in viaggio per 18 mesi, il tempo sufficiente per vedere l'Africa da vicino e percorrerne le tante latitudini. Dopo un anno e mezzo di peregrinazioni, Otto (così avevano battezzato il loro veicolo) non dava ancora segni di stanchezza, così Gunther e Christine decisero di assecondarne lo spirito di avventura. Il viaggio, da allora, non ebbe più interruzioni, se non per brevi periodi di riposo e riorganizzazione. La coppia, per quasi un quarto di secolo, ha viaggiato per il mondo, attraversando 6 continenti e 177 paesi, percorrendo in totale 885 mila chilometri. Circa 20 volte il giro del mondo, sballottati sulle sospensioni dell'instancabile fuoristrada.

Lo scopo del viaggio, durante tutto quel tempo, è stato semplicemente il viaggio e l'esperienza del mondo nutrita senza sosta. La coppia ha affrontato strade asfaltate e piste di terra battuta, dune di sabbia e deserti di roccia, ha dormito in macchina e sotto le stelle, ha mangiato con le persone del posto, cucinando i cibi locali. Attraverso il vetro impolverato di Otto hanno visto i villaggi rurali del Kenia e le strade delle grandi città, hanno conosciuto un mondo in guerra e i templi buddisti dell'estremo oriente. Neanche la Corea del Nord è sfuggita alla loro fame di chilometri.

Lo ha spiegato lo stesso Ghunter, intervistato da l'Outsider: “Più viaggi, più ti rendi conto di quante poche cose hai visto. E più cose vedi, quante più esperienze fai, tante più cose vorresti vedere e conoscere.”

Ghunter oggi ha 76 anni. Per quattro anni ha continuato a viaggiare, nonostante Christine non ci fosse più. Non ha tradito il proprio spirito nomade, con una foto della moglie sul cruscotto, il movimento dei pistoni della Mercedes a scandire il ritmo delle sue giornate. Oggi, però, il viaggiatore ha detto basta ed ha deciso di stabilirsi a Berlino, li da dove era partito con la moglie, 26 anni fa. Otto, che neanche una volta ha abbandonato i suoi compagni per strada, si godrà la meritata pensione al museo della Mercedes di Stuttgart. “Quando le persone si congratulano con me, gli rispondo che il merito è di Otto”, dice Ghunter con affetto e gratitudine. “La solidità e l'affidabilità di questa macchina sono assolutamente stupefacenti”.

Al di là della riconoscenza per l'inseparabile automobile, che avrà fatto felice casa Mercedes, a stupire davvero è la vita di questi due viaggiatori che hanno deciso di guardare al domani come ad un inesauribile fonte di rinnovamento. A pensarci bene ci vuole molto coraggio.

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