Ricordo che un anno fa gli uffici della Recam al Centro Direzionale, ora ASTIR Spa, furono bruciati in circostanze mai chiarite. Ultimamente si è scoperto che tale ditta aveva dato dei soldi al clan Belforte per lo smaltimento dei rifiuti: 44 indagati, 11 ordinanze di custodia cautelare, 2 imprenditori resisi latitanti. I reati contestati agli amministratori della ditta sono: associazione per delinquere di stampo camorristico, traffico illecito organizzato di rifiuti e truffa aggravata ai danni di ente pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita, estorsione. Inoltre il depuratore di Marcianise, quello che insieme al Depuratore di Cuma ha distrutto le coste del Litorale Domizio e Flegreo, è stato utilizzato dal clan Belforte per smaltire 17 milioni di tonnellate di fanghi industriali mescolati col cemento ed utilizzati per l’edilizia da parte della ditta Ecoriciclo. Tale cemento è stato poi sparso in tutta Italia.
I depuratori non funzionano dunque per questi semplici motivi:
- i fanghi industriali prodotti dai depuratori vengono utilizzati per tenere in piedi il traffico di rifiuti tossici da parte dei clan o anche di imprese non necessariamente collegate alla camorra. Tempo fa vi furono degli arresti in 4 dei 5 depuratori campani, fra cui quello di Cuma, in quanto i fanghi venivano spacciati per concime nei territori di Avellino, Benevento e di Foggia.
- l’inquinamento costiero favorisce la costruzione di piscine a pagamento negli stabilimenti balneari dell’area domizia, in mano ovviamente alla camorra, ultimamente in piena attività edilizia.
Riaffidano nuovamente all’ex Recam un lavoro così delicato come la bonifica dei territori tramite i fondi europei! Cose che solo in Italia possono succedere.