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Virginia Raggi, il M5S e Roma Kaputt Mundi

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.62) 13 giugno 2016 12:45

Caro GeriSteve,

 

non ho ritenuto, in questa occasione, di volermi schierare apertamente contro chi opta per il M5S essendo messo alle strette dal sistema del ballottaggio che impone di scegliere fra questo o quello senza alternative. Anche perché si tratta, lo ripeto, di un voto comunale, quindi di gestione amministrativa locale, per quanto nel caso di Roma abbia una altissima valenza politica.

 

Nel caso di elezioni politiche, in cui l’ideologia dei partiti ha invece una rilevanza storico-culturale non trascurabile – sennò perché scegliere tra destra e sinistra per decenni? – avrei molti più dubbi. E dovrei scegliere tra chi dice di essere di centrosinistra, ma non lo è nei fatti perché non pratica politiche di tutela delle fasce più deboli (se non con la prassi caritatevole dell’elemosina tipica della mentalità cattolica) e chi dice di essere apertamente di destra oppure, qui sta il punto, chi dice di essere “oltre” la dicotomia destra-sinistra, ma non si sa che cosa voglia dire con questa affermazione... se non un ritorno al fascismo “socialista” degli inizi celebrato dalla frase demenziale della Lombardi.

 

Tu mi accusi (cordialmente) di fare un gioco autolesionistico perché mi riservo la libertà di non scegliere fra PD e M5S, ma io vorrei insistere su questo e farti notare che l’esistenza stessa del M5S deriva proprio dalla loro proclamata libertà a monte di NON voler scegliere fra destra e sinistra, che era l’opzione unica a partire dalla fine della Prima Repubblica, concretizzata nei famosi confronti-scontri tra Berlusconi e Prodi.

 

Se è chiaro che ormai esiste una platea molto ampia di non-voto, cioè di chi non vuole più scegliere tra destra e sinistra perché le politiche attuate sono poi molto simili (e questo pare che sia ormai una costante in tutto il mondo democratico) è altrettanto chiaro che forze "terze" non soddisfano totalmente quest’area; chi non ritiene di essere rappresentato politicamente da nessuno costituisce tuttora una “forza” politica notevole.... Tu definisci quest’area di non-voto una forma di autolesionismo, paragonandolo un po’ (tanto) impropriamente a chi non prese posizione né con né contro il fascismo.

 

Io, speranzoso, sono più propenso a vederla come una protesta silente di cui, prima o poi, qualcuno si dovrà pur accorgere. Per magari proporre qualcosa di più sensato di quello che c’è oggi sulla piazza.


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