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Badante ucraina, clandestina, muore per il timore di essere espulsa

Di (---.---.---.250) 7 settembre 2010 08:55

BUONGIORNO, SIGNORA, SONO L’AUTORE DELL’ARTICOLO:
Inannzitutto la vorrei ringraziare per l’ipocrisia delle sue parole, che bene rivelano quelli che sono i sentimenti dell’italiano medio: la colpa comunque è quella della donna clandestina una poveraccia a cui i bravissimi italiani COME LEI fanno bene a rifiutare il contratto di lavoro che in Italia, checchè Lei ne dica non si ottiene tanto facilmente. Cosa vogliono queste straniere extra- comunitarie che vengono a rubare il lavoro, e magari il marito, alle nostre donne, a SUA ZIA ( BELL’INVENZIONE DA ITALIANA TUTTA MANDOLINO, PIZZA E CAMORRA LA MAMMA O LA ZIA CHE NON RIESCE A TROVARE LAVORO PER COLPA DI QUESTE DONNE DELL’EST), e che vogliono essere curate quando clandestine sono in fin di vita? NO, come giustamente scrive lei, meglio che muoiano, anzi bisogna considerarle delle assassine perchè hanno ucciso pure il feto. Che diamine, in condizioni di salute precarie sarebbe stato corretto pretendere che questa poveraccia in fin di vita avesse preso l’aereo e fosse tornata a Kiev. In Italia per i clandestini che stanno male NON C’E’ il pronto soccorso, C’E’ il carcere e questo, scrive Lei, è giusto perchè l’ha voluto la maggioranza degli italiani. Il massimo dell’ilarità della sua lettera però Lei lo raggiunge quando scrive degli italiani che, all’estero, osservavano scrupolosamente la legge, non come queste morte di fame slave che fanno quello che gli pare, ci rubano il lavoro e poi pretendono pure di essere curate a nostre spese. Lei non è mai stata in Svizzera? Non sa che quando nella Confederazione elvetica negli anni settanta vigeva una legge simile a quella voluta da Maroni in nome della sicurezza nei sottoscala dei palazzi i lavoratori italiani nascondevano le proprie mogli ed i propri figli, TUTTI CLANDESTINI, impedendo loro persino di fiatare per non essere sorpresi dalla polizia. Sta scritto nel Vangelo: " Gesù allora disse, chi rende scandalo dinnanzi al più piccolo dei miei Fratelli è meglio che si metta una macina al collo...". Ecco Signora io Le consiglio di mettersi quella macina al collo e di scomparire magari in qualche abisso, è l’unica cosa intelligente che le rimane da fare.
Concludo notando che quando un popolo perde nei suoi discorsi ogni briciolo di umanità e si affida solamente al formalismo iniquo della legge voluta dalal sua maggioranza, magari drogata dai programmi spazzatura delle televisioni del premier allora è meglio che scompaia dalla faccia della terra. Il popolo italiano, affogato nel suo benessere si trova in questa drammatica situazione. 
Con osservanza,
Sergio Bagnoli 


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