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Dai
resoconti in circolazione si desume che la “Buona Scuola” (pensata da Renzi) si
baserà su presupposte capacità organizzative e previsionali dei Presidi
d’istituto tali da fare invidia a qualsiasi manager d’azienda. A cominciare
dalla gestione della forza Docente.
In concreto.
Gli oltre 100mila immessi a
ruolo, fin dal prossimo settembre, faranno parte degli Albi territoriali redatti
dagli Uffici Scolastici Regionali.
Nel rispetto dei margini di flessibilità (?)
loro concessi, i singoli Presidi, in conformità al proprio Piano Triennale, potranno
“individuare” ed ottenere tutti i Docenti necessari per coprire ogni esigenza
didattica.
Saranno così evitate le classi troppo numerose e il ricorso a
insegnanti “supplenti”.
Da notare però che i Presidi non sono stati finora
interpellati per la “formazione” dei suddetti Albi Regionali. Così come nulla
viene indicato su come sopperire alle imprevedibili quanto problematiche “assenze”
sopravvenute di vari Docenti.
A parte gli esiti del prossimo dibattito
parlamentare, è dato risaputo che un fondato giudizio sull’effettiva validità-funzionalità
dell’ennesima nuova riforma potrà maturare solo dopo almeno un anno di
operatività.
Non contano i proclami e gli annunci del giorno prima.
Vedansi le
remunerazioni del merito (chiave di volta di Renzi) che sono scemate dai 2/3 a
1/20 del corpo Docente.
Più volte abbiamo visto e sperimentato sul campo la valenza
di decantate Crociate Ministeriali …