Grazie del commento ed anche del "tutti dovrebbero leggere questo articolo", per il resto debbo però distanziarmi perchè travalica l’analisi economica e volge decisamente a interpretazioni ideologiche da cui mi distanzio. A comnciare da Smith - oggi visto come modello del libero mercato - l’obbiettivo di tutti gl’autori citati era quello di analizzare i rapporti economici (ovvero politici) al fine di cogliere i meccanismi propri dell’economia per realizzare una società più giusta ed equa. Tutti i citati - compreso e soprattutto e meglio di altri il da lei tanto vituperato Marx (ma mi consenta se lo rileggesse specie "Il Capitale" e ne vale la pena, lo separerebbe dal capitalismo di Stato che è stato realizzato in suo nome) - hanno fatto un eccellente lavoro di disamina, obbiettivo, basato sui dati reali (sia Smith che Marx si riferirono a quelli ufficiali sull’economia inglese) e abbastanza scevro da preconcezioni. Il problema è stato che - scoperta la ferocia inumana del capitalismo veda i morti fatti dal capitalismo manchesteriano e le condizioni da lager in cui erano tenuti i lavoratori dell’Inghilterra (e non solo) di allora - non si è stati capaci di additarne l’uscita per entrare in un mondo veramente nuovo ed umano. E qui c’è - come specificato nell’articolo - sì la preconcezione, l’ideologia e l’utopia: bastava laissez faire e la mano invisibile avrebbe aggiustato tutto, o inevitabilmente gl’espropriati ed i ferocemente oppressi si sarebbero ribellati (perché a questo il sistema conduceva) e tutto si sarebbe risolto. La Storia ha mostrato che così non è. Nessuno neanche le religioni cui lei fa riferimento sono riuscite a trovare un’alternativa economica... Non c’è riuscita neppure la scienza. E poi capitalismo privato, Manchester o Auschwitz che sia, o di Stato, i lager che si chiamino così oppure gulag, sono sempre carnai comunque.