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Il confronto Grillo Renzi

Di (---.---.---.249) 20 febbraio 2014 22:24

Caro Giannuli, Grillo è rimasto vittima di un eccesso di democraticità.

Chiarisco: non voleva che il Movimento partecipasse a queste finte consultazioni e l’aveva detto chiaramente. Sapeva bene che era inutile e, per ciò stesso, dannoso. Ma ha fatto l’errore di chiedere l’opinione della Rete; che andrebbe consultata per questioni di merito, tipo quale deve essere il programma politico del M5S, non di forma, come ad esempio se andare ad un certo talk show, quale vestito mettere ad un incontro con il PdR, e via di questo passo.
Sia pure di misura, la Rete gli ha risposto in modo contrario alle sue aspettative.
A quel punto aveva due possibilità:
1) non partecipare comunque, esponendosi poi ai prevedibili feroci attacchi di antidemocraticità e rafforzando l’idea del padre padrone tanto comoda ai suoi detrattori.
2) mandare allo sbaraglio qualche altro portavoce, tanti auspicavano Di Maio p.e., con il rischio di farlo finire come Crimi e Lombardi con Bersani.
Come uscire da questa situazione e rimediare all’errore fatto?
Nell’unico modo possibile, cioè quello scelto da Beppe (e certamente concordato con altri, a cominciare da Casaleggio): andare di persona a far pesare il proprio ruolo e non concedere alcuno spazio agli spottoni che avrebbe certamente fatto Renzi se ne avesse avuto la possibilità.
Da simpatizzante M5S, mi auguro che non faccia più di questi errori, e faccia pernacchie a chi l’accusa di non essere abbastanza democratico se non chiede il permesso agli iscritti anche per andare al cesso: mi pare di ricordare che lei stesso una volta ebbe a scrivere che una certa quota di dirigismo è necessaria ed auspicabile, fa parte delle responsabilità che un gruppo dirigente deve sapersi prendere.

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