Per Rion è certamente una bella notizia, e per tutti noi è un bel segnale il fatto che la sua "disabilità intellettiva" sia stata per lui così poco discriminante.
Mi restano però dei dubbi forti: fingere che Rion sia "come tutti gli altri" è corretto? Secondo me, no.
Faccio degli esempi che sono volutamente estremi: se in base a principi di "correttezza politica" e di integrazione degli handicappati, Rion consegue un titolo immeritato, è giusto che conseguentemente progetti una abitazione o un impianto potenzialmente pericoloso o che curi un malato?
Io sospetto che ci sia un errore di fondo, e che Rion vada integrato nella società con un ruolo corrispondente alle sue capacità, che saranno grosso modo quelle di un ragazzino.
Un ragazzino non è uno scemo, ma non è neanche un adulto. Una volta i bambini e i ragazzini lavoravano, assumendo ruoli di ridotta responsabilità, spesso aiutando un adulto o controlati da un adulto. Si dovrebbe pensare ad attività analoghe, e non a formazioni di livello superiore che inevitabilmente faranno esplodere pesantissime contraddizioni fra quel livello di istruzione e quel livello intellettuale.
GeriSteve