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Non è la tua stampa, bellezza. L’imbuto della furbizia italiana colpisce il M5S?

Di (---.---.---.120) 26 maggio 2013 20:06

Giri e rigiri >

Impresa affatto facile è tracciare l’identikit dell’associazione “partito” e dettagliare quel “metodo democratico” (art.49) che ne costituisce la peculiarità.
Ad oggi i partiti sono “identificabili” con l’ammissione a competizioni elettorali. Da qui l’erogazione di “rimborsi elettorali” sulla base della percentuale (sopra l’1%) di voti ottenuti.

Un sistema ormai “screditato” e da abrogare passando a forme di contribuzione “volontaria” e di sostegno “non monetario” al funzionamento organizzativo.
Cambio di sostanza o solo di forma?

Presupposto è l’adozione di un regime fiscale “agevolato”. Tipo quello vigente per le Organizzazioni no profit.
Che si parli di non imponibilità o di esenzione dai tributi oppure di deducibilità o di detraibilità dall’imposte, si tratta in ogni caso di un minor gettito delle entrate fiscali. Come tale riguarda l’intera collettività ed ha quindi connotazione “pubblica”.
Specie se l’entità del “beneficio fiscale” attribuito dovesse prescindere sia dalla reale consistenza dell’associazione partito, sia dall’apporto dato in termini di “rappresentanza” elettorale.

C’è di più.
A definire le relative norme fiscali è chiamata la Ragioneria dello Stato.
Sarà interessante vagliare quanto “dettato” in materia di trasparenza di statuti e bilanci dei partiti, nonché di tracciabilità e identificabilità delle contribuzioni.

Di fatto si aprirà una “finestra” sulla organizzazione interna dei partiti e sul modello di gestione “democratica” delle risorse. C’è da scommettere che si solleveranno altre eccezioni in nome del diritto di libertà.

La libertà è nel rispetto di regole condivise. La storia insegna che solo la Febbre del Tribuno non conosce remore e limiti fino a …


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