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Medioriente: vincitori e vinti (compreso Odifreddi)

Di (---.---.---.93) 28 novembre 2012 00:09

Tutto questo avrebbe un senso se la direzione fosse stata di aggressione israeliana verso l’esterno come è accaduto una sola volta, nel ’56 a suez. Purtroppo la storia racconta invece che il problema dell’esistenza di israele è stato affrontato con un’unico punto di vista: la sua sparizione. Che sia giusto o sbagliato non mi interessa. Quello che interessa è che così come questo processo si è avviato, con il rifiuto della risoluzione dell’ONU del 48, così è stato portato avanti nei decenni a seguire. In questa logica ha un senso quello che dice Romano: riacutizzare la tensione, non finire la guerra. Perché con un processo di pace reale quello che si perderebbe è il Grande Nemico contro il quale si mobilitano da un secolo le masse arabe e islamiche, il Piccolo Satana che serve come catalizzatore di ogni malcontento popolare.

In altri termini tu parli di una politica estera gestita unicamente dall’occidente (USA in particolare) usando Israele, io ritengo che anche i paesi arabi (Egitto in testa, ma anche i sauditi e altri) fanno una politica estera molto intensa e articolata. Di tutto questo non c’è mezza parola nel tuo commento: i paesi arabi non gestiscono la loro politica sfruttando la crisi palestinese ? non ti sembra poco credibile ?

Chiuderei anch’io. Un saluto FDP


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