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In Italia l’informazione è reticente. Il caso Mills visto dall’estero.

Di antonio (---.---.---.244) 20 febbraio 2009 16:17

 Se non ti fidi di nulla, ma solo di ciò che sai, non si potrebbe parlare di nulla se non di ciò che facciamo personalmente dalla mattina alla sera. E forse neanche di quello, dal momento che se io sono daltonico, vedo rosso ciò che tu vedi blu: non potremmo avere un vocabolario comune. 

detto ciò, vuoi parlarmi di cosa hai mangiato a colazione? (sempre che riesca a capire che il latte che hai bevuto è quello stesso liquido prodotto da una mucca, e che ciò che produce la mucca vicino casa mia è la stessa cosa di ciò che hai comprato tu stamattina - o forse no, non è proprio la stessa cosa, è altro latte, perchè le mucche sono diverse, ma chimicamente i due liquidi sono assimilabili). E poi, d’altra parte, ciò che tu chiami latte è ciò che ti procura in effetti i benefici del latte, o solo ciò che, confezionato, riporta la dicitura "latte"? Se bevessi acqua, contenuta in un contenitore sui cui è scritto latte, diresti di aver bevuto latte? No, mi diresti di aver bevuto acqua. E potrei crederti? Come?

Ecco, neanche di ciò che hai bevuto a colazione possiamo parlare. 
dunque, taci. 

O, se vuoi parlare, stabiliamo quali sono i nostri parametri ermeneutici (di interpretazione) dei nostri rispettivi vocabolari. Altrimenti, per ogni frase, c’è sempre una parola "ribaltabile", che ad ognuno di noi, fa dire l’ultima parola. 




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