se si vuoi sapere
cos’è successo, senza aver bisogno di fare i grandi investigatori, basterebbe
tenere un orecchio drizzato alle dichiarazioni del potere. Da una parte un
attentato palesemente mafioso, che tutti gli elementi rendono
inconfondibilmente un attentato di mafia (il nome della scuola, il giorno dell’attentato,
il passaggio della “carovana della legalità”, la scelta dell’obbiettivo stesso)
. Dall’altra un potere che usa i media da anni per tessere un nuovo terrorismo,
il terrorismo anarco-insurrezionalista, e che si trova all’improvviso con un’
attentato inaspettato. Non preparato in seno allo stato.
La prima cosa che salta agli occhi è che si neghi, fin da
subito, che sia un attentato di mafia. Quando invece di solito siamo
abituati a
facili attribuzioni pur di dare un colpevole in pasto all’opinione
pubblica.
Stavolta no, il colpevole più “papabile” viene immediatamente scartato
dallo stesso
ministro degli interni! Per iniziare tra l’altro un balletto di
attribuzioni alquanto vago
e raffazzonato, nulla “utile” in chiave di credibilità delle forze
investigative. Se questo era già sospetto di per sé, le interviste e
dichiarazioni che si sono susseguite la settimana dopo l’attentato di
Brindisi
da parte dei maggiori rappresentati dello stato/capitale diventano una
prova. Sia
Monti che Napolitano che Manganelli si sono scomodati a dire e ribadire,
che il
vero pericolo è l’anarco-insurrezionalismo della FAI! Ma dai! Sventrano
delle adolescenti innocenti e questi parlano solo delle ridicole
rivendicazioni "anarchiche"?
Pare evidente dalla “strategia mediatica” successiva che lo
stato è rimasto spiazzato da un attentato che da una parte era impossibile
attribuire alla FAI, per ovvi motivi, e che per cruenza ed efferatezza rendeva
lo sparare ad un polpaccio di uno sfigato una cosa ridicola in confronto.
Quindi lo stato che tanto si preoccupava di creare lo spauracchio FAI si trova
con una bomba che manda all’aria tutti i suoi piani, e rimette sul piatto una
lotta che il capitale in realtà non hai mai voluto sostenere realmente, e cioè
quella contro “l’anti-stato”.
La storia ci insegna che lo stato tratta con l’anti-stato di continuo, e
che
gli ingenui che hanno creduto di poter contrastare il potere mafioso
dalla parte dello stato "buono", sono stati traditi, ammazzati e poi
ipocritamente santificati. La mafia, come
ben sappiamo, è l’altra faccia della medaglia dello stato capitalista,
la
faccia utile a fare il lavoro sporco. Ora che il capitale è in crisi non
c’è nessun
interesse ha inscenare una lotta contro le cosche mafiose, ormai sempre
più palesemente
organiche al sistema appunto, e che nulla sposterebbe nel contrasto alla
caduta
del capitale, anzi ne avvicinerebbe il crollo. E quindi abbiamo visto un
rapido e maldestro allontanamento dall’idea che sia stata una cosca
mafiosa e un ancor più rapido e grottesco ritorno allo spauracchio
anarchico.
Se la mafia si
è resa responsabile di un attentato del genere, lo ha fatto strategicamente e nel miglior
momento, ed evidentemente ha subito
avuto garanzie che il motivo per il quale ha voluto mandare un messaggio così
forte è stato recepito e che lo stato ha dato garanzie in tal senso… per il bene di tutti i loro interessi.
Da:
http://teleaut.blogspot.it/2012/05/...
http://teleaut.blogspot.it/2012/06/...
E ORA LE BOMBOLE DI GPL SONO ANDATE DISTRUTTE!!! ma per chi ci prendono?
La rete non mente, li abbiamo sgamati subito! ASSASSINI!
http://teleaut.blogspot.it/2012/07/...