Danni collaterali >
Già a fine 2009 per Berlusconi eravamo usciti dalla crisi “meglio di altri” e dalla primavera del 2010 era ormai avviata la ripresa “lenta, ma sicura”.
Imperativo: essere ottimisti.
Nell’anno successivo è invece arrivato un “salasso” di tasse e tagli per 145 miliardi.
Oggi, con un Debito aumentato di 300 miliardi in soli 3 anni ed una crescita del Pil che tende allo zero, l’aver tenuto i conti in ordine è l’unico “vanto” rimasto in bocca al governo. Domanda.
Cosa sarebbe cambiato se già a fine 2009 fosse stata varata una manovra, anche di soli 15 miliardi, a sostegno e rilancio del sistema produttivo?
Tale esborso non avrebbe “alterato” lo stato dei conti pubblici.
Poteva affiancarsi ad alcuni provvedimenti volti a snellire la macchina burocratica ed a favorire la competitività.
All’epoca un siffatto “contenuto” investimento avrebbe rinvigorito/rinnovato il nostro potenziale economico dando sostanziale impulso allo sviluppo.
Se ora è superfluo recriminare sui benefici e le opportunità mancate per la scelta non fatta, un dato è comunque certo.
In un contesto andatosi man mano deteriorando, il costo di una “sferzata” di pari portata sarebbe oggi più che doppio.
Come guidare l’economia non è performance da teatrino di Pantomima e Rimpiattino …