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Concorsi pubblici truccati: il racconto di una vittima

Di Fabio Elemento (---.---.---.3) 13 ottobre 2011 21:54

Tristissima storia quella qui segnalata. Anch’io posso contribuire a questo drammatico e sconvolgente racconto segnalando come i concorsi di dottorato (nello specifico della mia materia, filosofia) siano quantomeno "sospetti". A Roma, sia all’Università "La Sapienza" che a "Roma Tre", mi sono sentito dire nel primo caso "Se non conosci un professore qui, non hai speranze" e nel secondo caso, nonostante un compito che io ritengo essere molto valido (non per presunzione o autoelogio, ma per la qualità dell’elaborato e della ricerca proposta), sono stato scartato senza spiegazioni, e, udite udite, ho incontrato una collega, posizionata accanto a me a Roma Tre, che mi disse: "Ci sono stati dei ripescati, alcuni hanno rinunciato, e io nonostante un punteggio molto basso sono stata presa". Devo dunque pensare che il mio lavoro valesse 0? Non è possibile. L’arbitrarietà della commissione e l’insindacabilità non devono diventare arbitrio assoluto, clientelismo, "preferenze disciplinari". Se un tema vale, va preso per quello che è. Se invece la signorina "ripescata" ha fatto un lavoro superiore al mio,vorrei almeno poterlo vedere con i miei occhi. Ma dulcis in fundo, all’ennesima prova, dei laureati di Roma Tre mi confidarono che "hai perso tempo ad andarci, è stato tutto deciso sin dall’inizio...". Il marciume è ovunque, e finché non cambieremo tutti mentalità, questo paese non si risolleverà mai.


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