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La maledizione del superlativo

Di alessandro tantussi (---.---.---.156) 10 ottobre 2010 11:42
alessandro tantussi

mi piace l’articolo, e l’ho votato, ma non condivido la tesi. Il fatto è che non esiste una formula matematica per definire ciò che sia dossieraggio e ciò che non lo sia. Non esiste nemmeno modo di stabilire se chi produce l’indagine giornalistica sia in buona fede o no. Salvo il fatto acclarato di clamorose deformazioni della realtà, ma davvero proprio clamorose, io sono per la la libertà di scrivere. La garanzia della verità è data dal fatto che esista una stampa alternativa a quella che scrive il dossier, una stampa che tenta di smontare la tesi avversaria e quindi di sconfessare il dossier, per lo più non cè bisogno dei carabinieri. Se il dossier non viene demolito il dubbio resterà, ma se viene demolito ope legis resta il dubbio della prevaricazione. Il confronto, magari pure lo scontro, questa è la garanzia contro il dilagare del letame sparso in modo consapevole circa il fatto che si tratti solo di letame. Che il mondo non sia rose e fiori è una gran bella verità, ma così è. E forse non è neppure un male. Mi viene in mente una vecchia canzone di de André: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior. E pensare che quelle parole, quando furono scritte sembravano perfino forti ed ora sembrano un pò sdolcinate. Pesi e contrappersi, tesi ed antitesi, con la speranza di trovare la miglior sintesi possibile senza l’intervento della magistratura, che nessuno garantisce sia adamantina. Ecco che i dossier, per me, dovrebbero essere definiti semplicemente inchieste. Anche quando mi fanno incazzare. 


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