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Porta a Porta: l’anti-camorra da salotto

Di Isabeau (---.---.---.156) 10 novembre 2008 01:38
Patrizia Dall'Occa

Io sono la solita, quella dei sentimenti e del ragionamento da donna. Il ragionamento di ogni madre e di ogni moglie. Io no ho letto Gomorra, non ancora, forse mai.
Non ne ho bisogno.
La camorra l’ho vissuta addosso, perché qualcuno di casa lavorava troppo giù... le minacce le ho respirate, le ho provate, le ho assorbite, ma con la forza di un padre che ha saputo mediare non mi hanno segnato, non mi hanno cambiato, non hanno vinto.

Chi parla e chi scrive, non sa o non vuole sapere. Il dormire tremando, la sensazione che nulla possa servire se la sentenza è emessa, il sentirsi seguiti, pedinati, il dover rinunciare alle innocenti uscite con amici, alle scappatelle notturne perché non sai se tornerai a casa... la tua linea è reale, e la sesazione che hai trasmesso mi ha scaraventato a forza in una realtà che ho dimenticato di avere vissuto, ma che non mi ha mai lasciato.

La vita dei reclusi nel mondo non la si può riportare su un libro, non la conosce chi governa protetto, chi compare in tv, chi si spaccia da esperto. Essere prigionieri per essere vivi è qualcosa che si può solo affrontare, spesso in silenzio, spesso senza parlare. E hai solo due scelte. La tua famiglia, o il nulla.

Ho avuto un padre che ha saputo ragionare, mediare, sospettare, e agire.
E’ passato, ma raccontare fa male, fa ancora paura.

Urlare non serve. Vivere è una scommessa, continua. E accade sottovoce.


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