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"Spero che ti venga un cancro": La Russa risponde così ad un ragazzo in Spagna

Di Renzo Riva (---.---.---.190) 26 novembre 2009 19:05
Renzo Riva

 Che vegni ol cancher

Tipica espressione dialettale che tradotta fa "che ti venga il (o un) cancro" usata per rispondere a provocatori o peggio per ritornare le "cortesie" che si ricevono anche da "ragazzi italiani" ben educati dalle loro famiglie.
Io per parte mia non coinvolgo la mia famiglia ma rispondo alla "buonista" e forse "cattocomunista" di pratica francescana MariaGrazia Arvati di Verona: vada "affangrillo".

Alle provocazioni lei cattofrancescanamente porgerebbe l’altra guancia mentre io da "male educato" passerei metaforicamente ad un sonoro "calcio in culo" (che io socialista sia diventato tutto a un tratto finiano? E perciò possa godere di parte delle attenzioni riservategli dai sinistri sinistrati?).

Lo stesso dico agli estensori "L’89".

Porto ora il caso dei lavoratori che sono stati prepensionati per aver avuto contatti di vario tipo con l’amianto che, complice il sindacato, alcuni non sapevano nemmeno cosa fosse, permisero al padronato di sfoltire gli organici dagli "esuberi".
Appena saputo di tale legge sull’amianto ho fatto questa considerazione: Spero almeno che prima di morire gli venga il cancro perché altrimenti per che cosa abbiamo pagato anticipatamente e profumatamente il privilegio a delle persone che non s’ammaleranno!?
Altro discorso per coloro riconosciuti ammalati d’asbestosi o altra malattia correlata all’amianto per causa di lavoro devono essere, questi sì e le loro famiglie, risarciti giustamente per il danno subito.

Anch’io invierò una mail con il presente commento a [email protected]

Mandi,
Renzo Riva
Via Avilla, 12
33030 Buja - UD

[email protected]
349.3464656


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