I terremoti non si possono prevedere perché sono eventi le cui variabili in gioco sono pressoché infinite . L’italia è suddivisa in quattro zone che indicano diverse probabilità di eventi sismici a decrescere dalla 1° (alta probabilità) alla 4° (bassa o nulla probabilità) . L’Emilia Romagna rientra nella 4° .Uno dei fattori preponderanti che determinano la classificazione sismica di una zona è la sua storicità ,ossia ciò che è successo nel passato a memoria d’uomo . E qui casca l’asino perché l’esistenza umana (soprattutto scientifica) è un battito d’ali su scala geologica ,ergo vale poco o nulla .
L’architetto sa benissimo che le normative tecniche sulle costruzioni in materia sismica(ovviamente non riferibili ai centri storici) sono cogenti e puntuali sia per la scelta dei materiali che per i controlli esecutivi dell’opera .Ovviamente nel caso specifico dell’Emilia i capannoni di recente costruzione crollati magari rispettavano la classificazione sismica ,ossia la norma ,purtroppo però il bug era proprio nella classificazione che si è dimostrata inadeguata .Le travi in c.a. uscite dalle forcelle dei plinti sono un esempio di progettazione non adeguata alle accelerazioni al suolo che si sono manifestate .
Perché tutto questo ? Perché in Italia vige la cultura del maggior risparmio piuttosto che quella della maggior sicurezza .Sarebbe stato sufficiente dichiarare tutto il territorio zona sismica cat 1 e imporre le condizioni più restrittive(con relativo controllo) .Ovviamente questo comporta aggravi nei costi delle opere.