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Come impostato il tema intercettazioni appare scontro di classe. La classe dei Vip, dei ricchi e dei potenti.
E’ noto che il fattore tempo incide sostanzialmente sulla “rilevanza” o meno di una notizia. Non consentire, in nome della privacy, la “tempestiva” pubblicazione anche solo della sintesi di intercettazioni effettuate a norma di legge è un modo “sofisticato” per depotenziare, se non annullare, il loro intrinseco livello di impatto.
Ben diversa è infatti la “reazione” innescata dalla conoscenza di fatti e di opinioni tuttora “contingenti” piuttosto che ormai temporalmente “remoti”.
Basti pensare ai segreti svelati da Wikileaks.
Per giunta si dà così tutto il tempo per attivare le opportune “contromisure” atte a neutralizzare, in anticipo, le previste conseguenze dell’attesa pubblicazione.
Tutti aspetti riguardanti solo dei soggetti esposti a problemi di immagine e consenso.
Soggetti per i quali la rivendicazione del comune diritto alla privacy suona come controsenso e richiama i connotati di un Dossier Arroganza …