Il "pentitismo" in Italia ha funzionato veramente solo con il terrorismo.
Il motivi sono molteplici ma semplici: la diversa intenzionalità, la diversa "etica", la diversa mentalità, la diversa estrazione sociale, tra terroristi e affliliati alla criminalità organizzata.
Ma come si può credere ad un pentito che un giorno prima ha ucciso, non per un accecamento ideologico, come nel caso dei terroristi, e poi dopo l’arresto, solo dopo l’arresto, si "pente".
Basta saper leggere i giornali per capire che, anche se, il "pentito" dice una parte di verità questa ormai in sede processuale non ha più alcun valore. Forse non è completamente giusto ma è logico che sia così.
O addirittura, come dice l’articolo, il "pentimento" è un modo per depistare le indagini e/o per ridicolizzarle. Dicono una piccola parte di verità e un mucchio di falsità ... che abbiano imparato da certi politici che però non si pentono?